Continua il percorso di progressione
per molti servizi – Ottimi i dati sulla continuità assistenziale, la mortalità
infantile, l’uso dei generici e l’appropriatezza chirurgica
PISTOIA. Migliorano ancora i dati di salute e i servizi erogati dall’Azienda
Sanitaria pistoiese. Lo certifica il Laboratorio Management e Sanità della
Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa con i report del 2011 relativi al Sistema di
Valutazione delle Performance della Sanità Toscana. Più del 50% degli
indicatori (su un totale di 160) ha registrato un netto miglioramento,
confermando per la Asl3 un percorso di progressione ormai costante da diversi
anni. A questo trend positivo ha contribuito, tra l’altro, il coinvolgimento
costante del personale.
Nel 2011 l’impegno di professionisti
per ridurre l’uso inappropriato degli ospedali, che devono essere sempre di più
utilizzati solo per le patologie acute, ha fatto registrare alla Asl3 la terza
prestazione della regione “per la degenza media per acuti”. Importanti
avanzamenti si sono registrati nell’appropriatezza chirurgica e, soprattutto,
per quanto riguarda la percentuale di colecistectomie effettuate in
laparoscopia. Buoni anche gli standard raggiunti per i ricoveri da eseguire in
day surgery o ricovero con degenza fino ad un giorno. Ottimi i risultati
conseguiti nella qualità del processo (valutazione pari a 4,20 rispetto alla
media regionale di 3,55) che fa riferimento alla componente professionale, all’adozione
di tecniche strumentali e procedure diagnostiche e alla tempestività e corretta
esecuzione. A questo proposito la punta di eccellenza si raggiunge nel ricovero
relativo alla frattura del femore che nel 77,07% dei casi viene operata entro
48 ore (contro la media regionale di 64,23%).
Anche la “qualità di esito” (ricoveri
ripetuti entro 30 giorni) ha una valutazione sopra la media della Regione
Toscana, a significare che i pazienti nei presidi ospedalieri di Pistoia e
Pescia ricevono, nella maggior parte dei casi, cure complete rispetto al
bisogno manifestato.
Si collocano in fascia ottima e molto
buona anche gli indicatori relativi alla continuità assistenziale
ospedale-territorio dove la Asl3 si presenta come la migliore azienda in
assoluto per quanto riguarda il Tasso di dimissioni con segnalazione di
attivazione ADI ( valutazione pari a 669,14 rispetto alla media regionale di
151,09). Ciò significa che ai cittadini dimessi dall’ospedale viene garantita l’attivazione
di assistenza domiciliare già entro 48 ore dal ricovero in degenza ordinaria o
dall’accesso per prestazioni in regime diurno.
Un’eccellenza si registra nella qualità
dell’assistenza erogata dalle strutture dell’area materno infantile sia
territoriale che ospedaliera, con un tasso di mortalità neonatale totale pari a
1,41%, secondo più basso a livello regionale (Mrt 1,98%).
Migliorano anche i tassi delle
prestazioni specialistiche e diagnostiche che vengono erogate entro 15 giorni
in linea con il dato regionale e funzionano anche i percorsi assistenziali di
day service per le patologie tumorali.
In un quadro complessivamente positivo,
si registra un lieve peggioramento nell’attività fisica adattata, nelle
dimissioni volontarie ospedaliere e negli abbandoni da pronto soccorso. Quest’ultimo
risultato è dovuto essenzialmente ad una modalità organizzativa (allontanamenti
volontari prima della consulenza specialistica in reparto) e alle criticità
ambientali legate alle ristrutturazioni in atto al pronto soccorso di Pescia.
L’area relativa al governo della
farmaceutica, sia dal punto di vista della spesa che dell’appropriatezza
prescrittiva, è una di quelle su cui l’azienda nel
2011 ha avviato molteplici iniziative
che hanno visto coinvolti sia i professionisti ospedalieri che quelli del
territorio. Infatti, seppure il giudizio complessivo è ancora non del tutto
sufficiente, su alcuni aspetti si registra un risultato più che positivo come
ad esempio l’utilizzo dei farmaci con brevetto scaduto (farmaci equivalenti).
La Ausl3 conferma un positivo trend di maggiore utilizzo di questi farmaci,
dalla efficacia validata da anni di utilizzo e dal costo molto più contenuto,
rispetto alla media regionale ( 65,9 contro il 64,8%) e il confronto tra le due
zone dimostra performance migliori nella zona distretto Pistoiese rispetto alla
Valdinievole ed in netto miglioramento rispetto all’anno precedente.
Come funziona il bersaglio. Il Sistema
di valutazione e valorizzazione della performance della sanità toscana messo a
punto dal MeS è nato nel 2003 con una fase sperimentale applicata a 4 Aziende e
nel 2005-2006 è stato esteso a tutte le altre. Negli anni successivi il sistema
è stato fatto proprio da un network di Regioni: Liguria, Umbria, Veneto, Valle
d’Aosta, Province autonome di Trento e Bolzano, Marche e Basilicata. È stato
creato anche un network internazionale di cui fanno parte Galles, Portogallo,
Olanda, Regione Valenciana e Provincia dell’Ontario.
Nel sistema toscano vengono presi in
considerazione 160 indicatori, elaborati con il coinvolgimento costante dei
professionisti del sistema, suddivisi in sei “dimensioni”: la valutazione dei
livelli di salute della popolazione, della capacità di perseguimento delle
strategie regionali, la valutazione socio-sanitaria, la valutazione esterna
espressa dai cittadini utenti, la valutazione interna espressa dal personale
delle aziende sanitarie e infine la valutazione dell’efficienza operativa e
della performance economico-finanziaria.
Per rappresentare i livelli raggiunti
dalle aziende è stata scelta la metafora grafica di un bersaglio poiché
immediatamente intuitiva, con al centro il colore verde, indice di ottima
performance relativamente ai vari indicatori, e con le altre fasce colorate che
segnalano una performance buona (verde chiaro), media (giallo), scarsa
(arancione) e quella più esterna che segnala la performance molto scarsa
(rosso). Come criteri di riferimento per il confronto sono considerati gli
standard internazionali riconosciuti, gli standard fissati a livello regionale
e il riferimento alla media regionale.
Daniela Ponticelli
Ufficio Stampa – Ausl3
[comunicato]
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[Venerdì 10 agosto 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
RIFLESSIONE:
RispondiEliminaa dire il vero se migliorasse la SALUTE non saremmo i primi e i più bravi ad offrire servizi ospedalieri
se migliorasse la SALUTE non avremmo necessità di un nuovo ospedale e neppure di centri specializzati per le malattie acute ...
si, insomma: "Durata della vita e qualità della vita vanno d’accordo? "
"Ci troviamo di fronte a quello che è stato definito il 'picco della salute': la vita continua ad allungarsi ma la vita in salute si accorcia drasticamente come, tra l’altro, non aveva mai fatto prima. La nostra salute sta rapidamente deteriorandosi per l’aumentare di patologie cronico-degenerative fra cui, in primo luogo il cancro. Eppure, mentre si punta l'attenzione sulla ricerca di nuovi farmaci, non ci si interroga adeguatamente sulle cause di questo male. (C.M.D.)"
...
"Non mi sembrano cose difficili da capire; di certo, senza tema di smentita, posso affermare che il cancro da cui certamente - nel 100% dei casi - si guarisce è quello di cui non ci si ammala! Riscopriamo quindi la Prevenzione Primaria, investiamo risorse per ridurre l’esposizione delle popolazioni agli agenti inquinanti e difendiamo una informazione rigorosa, indipendente, scientificamente corretta sui rischi ambientali, solo così potremo sperare di invertire la rotta e risalire la china."
leggi tutto >>> http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/2011/04/22/ecolologia_alimentare_e_salute.html