di Luigi Scardigli
Oltre ad essere veramente l’unica
novità, Roberto Bartoli rappresenta – nel Pd
che tra un mese andrà al voto per le primarie per stabilire quale sia il suo
portavoce alla corsa per Sindaco – anche
una variante davvero accidentale, una risorsa, insomma, ma anche un rischio.
Sì, perché quelli che in questa
campagna elettorale stanno giurando fedeltà ai loro beniamini (Bertinelli,
Niccolai, Turco), saranno esattamente quelli che si recheranno alle urne de
noantri ad esprimere ufficialmente la propria preferenza.
Nessuno, dico nessuno, tra i
sostenitori di Samuele, Alberto e Cecilia, non farà il proprio dovere il
prossimo 29 gennaio e i numeri, i tre candidati in questione, possono già
iniziare a contarli.
Sono gli appassionati e visionari
seguaci di Roberto che il 29 gennaio potrebbero avere tutt’altro da fare, o
essere inderogabilmente impegnati in altre faccende e non trovare il tempo per
recarsi in uno dei circoli Pd a dire “mettete Roberto alla guida della città”.
È per questo motivo che l’altra
mattina, in centro, ho visto Bartoli, in compagnia di uno dei suoi fedelissimi,
girovagare con dei volantini in mano per promuovere la sua candidatura non con
il solito loden verde, anni ’70, ma con un paletot
grigio perla, fasciato sul corpo: certe volte anche un semplice dettaglio può
essere sufficiente per decidere di farci accendere la tivvù.
O lasciarla spenta.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 1° gennaio 2012 – ©
Quarrata/news 2011]
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