martedì 1 maggio 2012

COMUNITÀ MONTANA. E LORO DOVE LI METTIAMO?


di Felice De Matteis

Futuro incerto per gli operai – In passato anche difficoltà nella riscossione degli stipendi – «Ho minacciato di andare alla Guardia di Finanza» dice Giovanni Sauro Armano

SAN MARCELLO. Proprio loro, gli operai e le guardie della Comunità Montana che con la terza proroga – termine giugno 2012 – e l’avvento dell’Unione dei Comuni, vivono con una certa trepidazione un personale futuro per nulla chiaro. Anche perché nessun chiarimento ufficiale, se non i soliti si dice, è loro pervenuto. E poi lo scandalo della Comunità nella quale lavorano: una storiaccia che rischia, per salvare le terga dei politici, di coinvolgerli direttamente, non foss’altro che per i ruoli e le competenze non proprio debitamente loro assegnati.
Armano Giovanni Sauro non ci sta. E poiché la miglior difesa è l’attacco, non le manda a dire.

Giovanni Sauro Armano, 59 anni, operaio forestale, dal 1984 in Comunità Montana, coniugato, due figli, diplomato all’Istituto Alberghiero, si rallegra dell’interessamento: «Era ora – dice –. Perché noi chi siamo?».
E allora, a domanda risponde.

Sauro, l’attenzione è ovviamente rivolta ai politici che si sono avvicendati ai vertici della Comunità Montana. Resta il fatto che non potevate riscuotere la vendita della legna, non era una vostra mansione. Lo sapevate?

No. Parlo per me, altrimenti non lo facevo. Veniva la gente, misuravo la legna, rilasciavo la ricevuta da un blocchetto che mi era stato dato e i soldi ricevuti e relative ricevute li davo al mio caposquadra. Tutto qui.

Scoppiato lo scandalo, ci sono state iniziative all’interno della Comunità?

Sì. Due riunioni del personale, a marzo e aprile del 2011. Tutti i Sindaci, all’infuori di uno-due, assenti, che componevano la Giunta, ci hanno caldamente raccomandato “di fare quadrato”. Dopo questa data, il buio.

I soldi venivano metodicamente sottratti: ma voi operai venivate regolarmente retribuiti o no?

Non sempre. Ci dicevano che non c’erano soldi, cosa evidentemente non vera. Ho denunciato il fatto più volte anche a mezzo stampa, ho minacciato di andare alla Guardia di Finanza, e la cosa, a suo tempo, nel 1988, è finita anche con una interrogazione comunale e regionale. Ancora oggi andiamo avanti a singhiozzo e possiamo svolgere il nostro lavoro solo con grande difficoltà, perché i fornitori della Comunità, dai benzinai, ai negozi di antiinfortunistica etc. sono stufi di non riscuotere; hanno bloccato i rubinetti. Chiaro? E noi come facciamo?

Giuliano Sichi sta occupando l’attenzione di tutti, ma a giugno quando passerete all’Unione dei Comuni (per ora solo roboante succedaneo nominale della Comunità), come sarete ‘cucinati’?

È un problema grossissimo, anche se non fa audience. Chiedo all’informazione tutta di starci vicina. Noi rischiamo di veder decapitate le nostre pur modeste competenze per ritrovarci magari a fare i tappabuchi degli operai prestati all’Ato dai vari Comuni. Noi, Sichi o non Sichi, non ci staremo!

Un’ultima considerazione, a piacere?

Se i ‘purosangue’ che governano la Comunità Montana governano od hanno governato così anche i rispettivi Comuni, la Montagna non avrà futuro. Chiaro?

Chiarissimo, grazie.

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[Martedì 1° maggio 2012 - © Quarrata/news 2012]

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