PISTOIA-MONTAGNA. Questa mattina, poco dopo mezzogiorno, Federica Fratoni,
Commissario della Comunità Montana, ha risposto a Graziella Cimeli, portavoce
del Comitato Recupero Ammanco.
Lo ha fatto, evidentemente, dopo aver
letto sulla stampa locale che la Cimeli ha ringraziato Il Tirreno per
aver messo a disposizione dei lettori e della Montagna la famosa e super-richiesta
relazione-Eller.
Non sfugge, però, al Commissario – come
potrete vedere –, un aspetto sottile. Fratoni dice infatti, a un certo punto
della sua missiva: «È palese che, tuttavia, il comitato al momento della
richiesta disponeva già della relazione»…
Ecco il testo integrale della lettera:
Al
Comitato Recupero
Ammanco
Comunità Montana
Sig.ra
Graziella Cimeli
In risposta alla nota del 06/08 mi
preme svolgere alcune brevi considerazioni.
Appreso che la relazione è stata
consegnata da ignoti al quotidiano il Tirreno e che è ad oggi disponibile,
voglio ribadire che il ruolo di commissario che mi è stato affidato impone una
rigorosa osservazione delle procedure di legge, per evitare di inficiare il
lavoro degli organi inquirenti.
Innanzitutto è necessario precisare che
l’accesso agli atti richiesto dal comitato, nello specifico alla relazione del
dott. Eller, non è stato negato, ma semplicemente differito alla conclusione
delle indagini, come previsto dalla legge e ben riportato nella mia risposta.
Tale decisione è volta, prima di tutto, a tutelare e supportare il prezioso
quanto complesso lavoro che la Procura sta portando avanti.
Il caso vuole, peraltro, che il dott.
Eller abbia svolto contemporaneamente il ruolo di consulente sia per la Giunta
della Comunità Montana che per la magistratura, fattispecie questa che
certamente impone un particolare scrupolo nella divulgazione della
documentazione prodotta. Ritengo che proprio un comitato, nato con la nobile
finalità di recuperare l’ammanco, dovrebbe per primo comprendere e sostenere
certe valutazioni. O forse ritiene di doversi sostituire ai giudici?
È palese che, tuttavia, il comitato al
momento della richiesta disponeva già della relazione, rispetto alla quale non
ho da “leggere oltre le righe”: le facili strumentalizzazioni sono nemiche
della verità, che, per essere accertata, necessita di dati oggettivi e analisi inconfutabili,
alle quali ognuno di noi dovrebbe sempre attenersi. Francamente in questa
vicenda mancano ad oggi, nonostante il tempo trascorso, sia gli uni che le
altre, a partire da una quantificazione puntuale del danno procurato.
È il motivo per cui mi sono permessa di
avanzare nel corso di un dibattito pubblico e al pari di molti altri, una stima
assolutamente approssimativa, basandomi esclusivamente sulla mia esperienza
professionale e su poche, elementari considerazioni, ovvero l’entità
complessiva del bilancio dell’ente, piuttosto contenuta e il fatto che ad oggi
non risultano sussistere debiti verso terzi particolarmente ingenti e
soprattutto non conosciuti da parte della struttura.
Con questo non è mia intenzione
ridimensionare la vicenda in sé, che resta grave e dolorosa e sulla quale è
doveroso fare chiarezza; semmai è utile evitare di “far di tutta l’erba un
fascio”, operando una necessaria distinzione fra chi ha commesso un reato e
coloro i quali in Comunità Montana hanno lavorato e continuano a lavorare per
il bene comune.
Non dimentichiamo che nel corso del
tempo l’ente ha rappresentato per i comuni della montagna uno veicolo
straordinario di risorse, progetti e interventi. Ancora oggi sono numerosi i
posti di lavoro diretti e indotti che si alimentano attraverso le attività
della comunità, sostenendo un’economia di per sé molto fragile. Questo avevano
compreso i consigli di ben cinque comuni, quando hanno votato, con maggioranze
qualificate di oltre due terzi, a favore della trasformazione in Unione.
È notizia di questi giorni che molti
pareri sinora negativi verso l’Unione dei Comuni, si sono tramutati in
positivi, cogliendo il forte segnale che viene da un’espressione democratica di
una volontà diffusa che deve essere ripresa con forza dai sindaci, attraverso
il percorso obbligato dell’associazione delle funzioni e dei servizi e avendo
come orizzonte ideale la creazione sul territorio di un unico soggetto
istituzionale forte, a maggior ragione ora che la Provincia è al centro di un
processo di profonda revisione.
Spero vivamente che anche codesto
comitato vorrà offrire un contributo positivo a questo dibattito.
Per quanto riguarda la mia attività di
commissario dichiaro fin d’ora la piena disponibilità nel tenere aggiornati i
membri del comitato come chiunque altro. Non perché io ne tragga una
convenienza, come voi asserite, ma perché è un preciso compito di chi
amministra, al quale intendo convintamene ottemperare.
Distinti saluti
Federica Fratoni
Il Commissario
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 10 agosto 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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