venerdì 10 agosto 2012

COMUNITÀ MONTANA. RELAZIONE ELLER: IL COMMISSARIO FRATONI SCRIVE AL COMITATO RECUPERO AMMANCO


PISTOIA-MONTAGNA. Questa mattina, poco dopo mezzogiorno, Federica Fratoni, Commissario della Comunità Montana, ha risposto a Graziella Cimeli, portavoce del Comitato Recupero Ammanco.
Lo ha fatto, evidentemente, dopo aver letto sulla stampa locale che la Cimeli ha ringraziato Il Tirreno per aver messo a disposizione dei lettori e della Montagna la famosa e super-richiesta relazione-Eller.
Non sfugge, però, al Commissario – come potrete vedere –, un aspetto sottile. Fratoni dice infatti, a un certo punto della sua missiva: «È palese che, tuttavia, il comitato al momento della richiesta disponeva già della relazione»…
Ecco il testo integrale della lettera:

Al Comitato Recupero
Ammanco Comunità Montana
Sig.ra Graziella Cimeli

In risposta alla nota del 06/08 mi preme svolgere alcune brevi considerazioni.

Appreso che la relazione è stata consegnata da ignoti al quotidiano il Tirreno e che è ad oggi disponibile, voglio ribadire che il ruolo di commissario che mi è stato affidato impone una rigorosa osservazione delle procedure di legge, per evitare di inficiare il lavoro degli organi inquirenti.
Innanzitutto è necessario precisare che l’accesso agli atti richiesto dal comitato, nello specifico alla relazione del dott. Eller, non è stato negato, ma semplicemente differito alla conclusione delle indagini, come previsto dalla legge e ben riportato nella mia risposta. Tale decisione è volta, prima di tutto, a tutelare e supportare il prezioso quanto complesso lavoro che la Procura sta portando avanti.
Il caso vuole, peraltro, che il dott. Eller abbia svolto contemporaneamente il ruolo di consulente sia per la Giunta della Comunità Montana che per la magistratura, fattispecie questa che certamente impone un particolare scrupolo nella divulgazione della documentazione prodotta. Ritengo che proprio un comitato, nato con la nobile finalità di recuperare l’ammanco, dovrebbe per primo comprendere e sostenere certe valutazioni. O forse ritiene di doversi sostituire ai giudici?
È palese che, tuttavia, il comitato al momento della richiesta disponeva già della relazione, rispetto alla quale non ho da “leggere oltre le righe”: le facili strumentalizzazioni sono nemiche della verità, che, per essere accertata, necessita di dati oggettivi e analisi inconfutabili, alle quali ognuno di noi dovrebbe sempre attenersi. Francamente in questa vicenda mancano ad oggi, nonostante il tempo trascorso, sia gli uni che le altre, a partire da una quantificazione puntuale del danno procurato.
È il motivo per cui mi sono permessa di avanzare nel corso di un dibattito pubblico e al pari di molti altri, una stima assolutamente approssimativa, basandomi esclusivamente sulla mia esperienza professionale e su poche, elementari considerazioni, ovvero l’entità complessiva del bilancio dell’ente, piuttosto contenuta e il fatto che ad oggi non risultano sussistere debiti verso terzi particolarmente ingenti e soprattutto non conosciuti da parte della struttura.
Con questo non è mia intenzione ridimensionare la vicenda in sé, che resta grave e dolorosa e sulla quale è doveroso fare chiarezza; semmai è utile evitare di “far di tutta l’erba un fascio”, operando una necessaria distinzione fra chi ha commesso un reato e coloro i quali in Comunità Montana hanno lavorato e continuano a lavorare per il bene comune.
Non dimentichiamo che nel corso del tempo l’ente ha rappresentato per i comuni della montagna uno veicolo straordinario di risorse, progetti e interventi. Ancora oggi sono numerosi i posti di lavoro diretti e indotti che si alimentano attraverso le attività della comunità, sostenendo un’economia di per sé molto fragile. Questo avevano compreso i consigli di ben cinque comuni, quando hanno votato, con maggioranze qualificate di oltre due terzi, a favore della trasformazione in Unione.
È notizia di questi giorni che molti pareri sinora negativi verso l’Unione dei Comuni, si sono tramutati in positivi, cogliendo il forte segnale che viene da un’espressione democratica di una volontà diffusa che deve essere ripresa con forza dai sindaci, attraverso il percorso obbligato dell’associazione delle funzioni e dei servizi e avendo come orizzonte ideale la creazione sul territorio di un unico soggetto istituzionale forte, a maggior ragione ora che la Provincia è al centro di un processo di profonda revisione.
Spero vivamente che anche codesto comitato vorrà offrire un contributo positivo a questo dibattito.
Per quanto riguarda la mia attività di commissario dichiaro fin d’ora la piena disponibilità nel tenere aggiornati i membri del comitato come chiunque altro. Non perché io ne tragga una convenienza, come voi asserite, ma perché è un preciso compito di chi amministra, al quale intendo convintamene ottemperare.
Distinti saluti
Federica Fratoni
Il Commissario
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 10 agosto 2012 - © Quarrata/news 2012]

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