Ricordate la vecchissima barzelletta
del peccatore che, messo dinanzi alla scelta della bolgia infernale in cui
finire, quando si trovò dinanzi a un mare di cacca in cui erano immersi i
dannati, con appena la bocca di fuori, ma con la sigaretta accesa fra le labbra
e in mezzo a un ritrovo da turchi-fumatori, disse felice al suo custode: «Ecco, voglio andare in questa bolgia qui»?
Mi è tornata irragionevolmente alla
memoria vedendo l’immagine di prima pagina della Nazione di stamattina.
Fine dei giochi, dice la didascalia.
Nella storia del dannato – se lo
ricordate – il peccatore fu subito immerso nella cacca fino al collo, con la
sua bella sigaretta accesa in bocca, però.
Ma non ebbe il tempo di tirare una
boccata, che arrivò il diavolo-guardiano e, battendo le mani, esclamò: «Ragazzi, la ricreazione è finita! In ginocchio!».
Sembra una scena da La vita è bella
di Benigni. E invece è la nostra realtà: quella che le Olimpiadi possono aver
fatto dimenticare, per qualche momento. Ma solo per poco.
Mancano più o meno una ventina di
giorni all’autunno che non sarà – come si legge da più parti – caldo, ma
gelato.
Gli autunni caldi c’erano quando
ancora c’erano le mezze stagioni, che oramai sono sparite, sbiadite e
lontanissime; quando c’erano il lavoro, la voglia di fare e di lottare, la
speranza di raggiungere un obiettivo, una occupazione stabile, un po’ di
benessere economico e di tranquillità personale, pur se l’inflazione galoppava
anche al quinto dello stipendio.
Poi si scoprì la voglia della ‘rinascita
morale’ e siamo finiti nel mare di merda della corruzione senza limiti e
confini, che abbiamo scoperto endemica e inarrestabile, incurabile in tutta la
sua cancerosità – checché ne dicano destre, centri e sinistre.
Meglio prima? No. Ma non certo bene
ora!
A settembre – e settembre è già qui –
questo ci toccherà. E il rivoltante balletto di Monti e non-Monti, di ABC e
non-ABC, e di una marea di ‘spallati’ che non sanno né cosa vogliono né cosa
non vogliono, perché sono lì non eletti dalla gente, ma piazzàtici da quegli
schieramenti che vorrebbero passare per partiti, ma che partiti
sono solo di testa.
La ricreazione è finita! In ginocchio!
Quanto al suggerimento della Nazione
(addio Londra, appuntamento a Rio fra quattro anni), niente poteva
esserci di meno opportuno e appropriato.
Il carnevale non lo dobbiamo certo
aspettare per un quadriennio.
Ci stiamo vivendo dentro, e fino al
collo, dalla gloriosa rinascita della Seconda Repubblica e dei decreti
Bassanini, che ci hanno sbarcato tutti in questa meravigliosa bolgia della
cacca e dei buffoni.
e.b. blogger
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 13 agosto 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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