PISTOIA. Torniamo sopra, un
istante, al post Prostituzione. Una questione etica? «A me… me pare ’na strunzata!» (vedi) per allargare il
dibattito.
E lo
facciamo con due nuovi spunti:
1. il
video che abbiamo inserito qui sotto, suggeritoci da Edi Mattioli;
2. un
lungo intervento di suor Eugenia (Le nuove schiave del secolo XXI),
pubblicato sul sito della Diocesi di Pistoia all’indirizzo http://www.diocesipistoia.it/news.asp?id_news=1438&lingua=ITA.
È comunque
nostra intenzione chiarire che parlare di tassazione su questo tipo di
commercio non implica, automaticamente, alcun presupposto di legalizzazione, ma
solo uno spunto di necessaria riflessione sull’opportunità di non permettere
che chi lavora e paga, paghi anche per chi lavora, si crea cospicuo reddito, ma
è escluso dal pagamento perché l’oggetto del suo commercio non è, per così
dire, normale o regolare.
Non
sappiamo cosa fare né dire su questa contraddizione che spetta ai politici,
ammesso che ancora ce ne siano in giro.
Non ci
resta che riproporre la domanda cruciale: perché chi è regolare, ed è morso
dalla crisi, oltre che tirare la cinghia deve pagare progressivamente sempre di
più sui propri redditi, mentre chi lavora palesemente e lucrosamente al nero,
non deve regolarizzare la sua posizione fiscale?
Le donne
del bunga bunga hanno assolto i loro doveri fiscali? O si sono semplicemente
dedicate al quel loro assai discutibile passatempo, per poi ridersela alla
grande di tutti quanti?
E
soprattutto: se così stanno le cose, vi sembra giusto che quelle ‘disinvolte
signorine’ abbiano preso fior di quattrini esentasse come – ad esempio – gli
oggetti delle passioni di Marrazzo che, fra l’altro, sperperava denaro pubblico
della Regione Lazio?
A chi
legge l’onore e l’onere di riflettere e di farsi una doverosa opinione.
Q/n
Gli diamo
anche l’esenzione fiscale?
Cliccare
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[Lunedì 13
agosto 2012 - © Quarrata/news 2012]
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