sabato 11 agosto 2012

A(N)SALDO BREDA. LE CILIEG[IOL]E SONO FINITE

di Edoardo Bianchini

PISTOIA. Una ciliegia tira l’altra, dice il proverbio. E così, di ciliegia in ciliegia, è successo anche per le ciliegiole della Breda di Pistoia: che sono finite.
Rileggetevi, come si dice, perbenino, i nostri assai poco trionfalistici post sin qui pubblicati.
Ripassàteveli con lo spirito realistico, concreto e pragmatico con cui li abbiamo scritti nel tempo.

Riconfrontàteli, mentalmente, con tutte le ‘edificanti dichiarazioni’, imperiose e sdegnate, dei politici che si sono succeduti sul palco del teatrino delle suore: dallo (stavolta) assai parco Vannino Chiti, che ha parlato pochissimo sulla Breda e sul suo salvataggio (d’altronde o non fu lui l’artefice della fusion Pistoia-Napoli con l’allora trionfante Bassolino?); a Scarpetti, che dopo essersi fatto d’oro con la Breda (dal tornio al trono in Senato) ebbe il coraggio di attaccare i lavoratori accusandoli di non essere stati capaci di gridare tanto forte da farsi sentire (si vede che l’aria aretina, natale di Lido, non gli era bastata per respirare a pieni polmoni e per volare alto); ai vari Bersani o Fassina di turno, tirati in ballo da Bertinelli in campagna elettorale, ma che, come gli alti prelati (da arcivescovo in su) della santa Chiesa romana, arrivano, benedicono, promettono e se ne vanno dopo avere intascato i voti per i quali sono stati chiamati in loco. Passando, ovviamente, attraverso i mezzi-politici: quei livelli regionali (dal Presidente in giù) che contano come i valvassini nell’organizzazione medievale del potere che ancor oggi viviamo in Italia, ma che costano agli elettori quanto dei veri e propri prìncipi imperiali.
Certo che il Pd e la Cgil ci possono vedere poco e ci guardano, alla fine, come un fastidioso fumo negli occhi. Ed è per questo – e vorrei ricordarlo al caro Avvocato del Diavolo (vedi) – che se ne guardano bene dal venire a scrivere su questo blog…
Il peccato è che non se ne accorgano proprio quei lavoratori che, affaticati a sventolare le bandierine per i loro divi e sostenitori del popolo, stanno ancora lì ad aspettare miracoli e danno retta, magari, a un Paolo Bruni che, dall’interno (perché è così che si modifica il partito, si diceva nel post-68: dall’interno), invitano, quelle che saranno le vere vittime finali, ad essere coerenti con l’ideologia del Pd, urlando loro, con l’imbutone alla bocca, la solita frase assassina votantònio-votantònio-votantònio!
Rivedano, i compagni gabbati, la Breda dei debiti a cascata e dell’amianto negato, tutti insieme. E pròvino a immaginare cosa ha voluto dire, per loro, l’aver ributtato per decenni il proprio voto in quello che i comunisti degli anni 60-70 chiamavano spregiativamente il solito pentolone (la Dc) e che ora, ad hoc, ricompare a indicare proprio il loro partito: quello dei progressisti-borghesi che non sanno più con chi stare, se con Tonino incazzato come un diavolo della Tasmania, o con il serafico Casini.
Ma una buona volta chiedano, in maniera diretta, ai loro idoli politici, promettitori del niente, cosa ciascuno di loro abbia ottenuto dallo scuoiamento progressivo dell’azienda iniziato nei tempi in cui, al contrario, sarebbe dovuto cominciare il vero e serio risanamento – e non, come fu, l’olocausto di via Ciliegiole in nome della conservazione dell’ovocellula del Pci.
Soprattutto chiedano, a qualcuno di quei politici sempre in prima linea a tenere in caldo via Ciliegiole, se suo figlio è disoccupato o se, invece, lavora e dove e con che stipendio fisso mensile. Potrebbe essere ‘educativo’ saperlo.
Per il momento leggano cosa scrive stamattina – con estrema, amara chiarezza – La Nazione.

Edizione di PISTOIA-MONTECATINI (sab, 11 ago 2012)
ECONOMIA IL DECRETO ANTISCALATE ESCLUDE I SETTORI DELL’ENERGIA E DEI TRASPORTI
Finmeccanica blindata, ma AnsaldoBreda resta fuori

IL GOVERNO blinda Finmeccanica dalle scalate, ma apre la strada alla cessione di AnsaldoBreda. Il Consiglio dei Ministri ha discusso ieri il decreto per mettere al riparo sicurezza e difesa, settori centrali delle attività della holding controllata per il 30% dal Tesoro, dal passaggio in mano straniera.
NEL LUNGO elenco di attività considerate strategiche non sarebbero compresi quelli di energia e, appunto, trasporti. Ormai da molto tempo, il numero uno Finmeccanica, Giuseppe Orsi ha manifestato l’intenzione di cedere le società che, come AnsaldoBreda, hanno attività in questi settori. La holding di Stato li utilizzerebbe per uscire dalla difficilissima situazione di bilancio. Se la messa sul mercato di AnsaldoBreda, AnsaldoSts e di altre società sembra essere inevitabile, non sembra però altrettanto facile riuscire a trovare acquirenti. Per AnsaldoBreda in particolare, a causa della massa debitoria che grava sul bilancio. Da mesi si parla di un affare quasi concluso con il colosso giapponese di Hitachi rail, che avrebbe avuto mire particolari sul AnsaldoSts. Breda avrebbe rappresentato la «contropartita» per la cessione del «gioiellino di famiglia» del segnalamento ferroviario, ma già da qualche settimana circolano sempre più insistenti voci su una conclusione negativa (per Finmeccanica) della trattativa per Breda. Di ufficiale, per adesso, non c’è ancora niente, se non alcune dichiarazioni dei dirigenti Finmeccanica che hanno confermato l’interesse dei giapponesi.
Intanto, domenica 19 a Rimini, alla presenza del presidente del Consiglio Monti sarà presentato il mock-up del nuovo «Frecciarossa 1000».

E per ora divertiamoci con i trenini elettrici come farà Monti a Rimini!

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 11 agosto 2012 - © Quarrata/news 2012]

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