di Edoardo Bianchini
PISTOIA. Una ciliegia tira l’altra, dice il proverbio. E così,
di ciliegia in ciliegia, è successo anche per le ciliegiole della Breda
di Pistoia: che sono finite.
Rileggetevi, come si dice, perbenino,
i nostri assai poco trionfalistici post sin qui pubblicati.
Ripassàteveli con lo spirito
realistico, concreto e pragmatico con cui li abbiamo scritti nel tempo.
Riconfrontàteli, mentalmente, con tutte
le ‘edificanti dichiarazioni’, imperiose e sdegnate, dei politici che si sono
succeduti sul palco del teatrino delle suore: dallo (stavolta) assai parco
Vannino Chiti, che ha parlato pochissimo sulla Breda e sul suo salvataggio (d’altronde
o non fu lui l’artefice della fusion Pistoia-Napoli con l’allora
trionfante Bassolino?); a Scarpetti, che dopo essersi fatto d’oro con la Breda
(dal tornio al trono in Senato) ebbe il coraggio di attaccare i
lavoratori accusandoli di non essere stati capaci di gridare tanto forte da
farsi sentire (si vede che l’aria aretina, natale di Lido, non gli era bastata
per respirare a pieni polmoni e per volare alto); ai vari Bersani o Fassina di
turno, tirati in ballo da Bertinelli in campagna elettorale, ma che, come gli
alti prelati (da arcivescovo in su) della santa Chiesa romana, arrivano, benedicono,
promettono e se ne vanno dopo avere intascato i voti per i quali sono stati
chiamati in loco. Passando, ovviamente, attraverso i mezzi-politici:
quei livelli regionali (dal Presidente in giù) che contano come i valvassini
nell’organizzazione medievale del potere che ancor oggi viviamo in Italia, ma
che costano agli elettori quanto dei veri e propri prìncipi imperiali.
Certo che il Pd e la Cgil ci possono
vedere poco e ci guardano, alla fine, come un fastidioso fumo negli occhi. Ed è
per questo – e vorrei ricordarlo al caro Avvocato del Diavolo (vedi)
– che se ne guardano bene dal venire a scrivere su questo blog…
Il peccato è che non se ne accorgano
proprio quei lavoratori che, affaticati a sventolare le bandierine per i loro
divi e sostenitori del popolo, stanno ancora lì ad aspettare miracoli e danno
retta, magari, a un Paolo Bruni che, dall’interno (perché è così che si
modifica il partito, si diceva nel post-68: dall’interno), invitano, quelle che
saranno le vere vittime finali, ad essere coerenti con l’ideologia del Pd,
urlando loro, con l’imbutone alla bocca, la solita frase assassina votantònio-votantònio-votantònio!
Rivedano, i compagni gabbati, la Breda
dei debiti a cascata e dell’amianto negato, tutti insieme. E pròvino a
immaginare cosa ha voluto dire, per loro, l’aver ributtato per decenni il
proprio voto in quello che i comunisti degli anni 60-70 chiamavano
spregiativamente il solito pentolone (la Dc) e che ora, ad hoc, ricompare
a indicare proprio il loro partito: quello dei progressisti-borghesi che non
sanno più con chi stare, se con Tonino incazzato come un diavolo della
Tasmania, o con il serafico Casini.
Ma una buona volta chiedano, in maniera
diretta, ai loro idoli politici, promettitori del niente, cosa ciascuno di loro
abbia ottenuto dallo scuoiamento progressivo dell’azienda iniziato nei tempi in
cui, al contrario, sarebbe dovuto cominciare il vero e serio risanamento – e
non, come fu, l’olocausto di via Ciliegiole in nome della conservazione dell’ovocellula
del Pci.
Soprattutto chiedano, a qualcuno di
quei politici sempre in prima linea a tenere in caldo via Ciliegiole, se suo
figlio è disoccupato o se, invece, lavora e dove e con che stipendio fisso
mensile. Potrebbe essere ‘educativo’ saperlo.
Per il momento leggano cosa scrive
stamattina – con estrema, amara chiarezza – La Nazione.
Edizione di PISTOIA-MONTECATINI (sab,
11 ago 2012)
ECONOMIA IL DECRETO ANTISCALATE ESCLUDE
I SETTORI DELL’ENERGIA E DEI TRASPORTI
Finmeccanica blindata, ma AnsaldoBreda
resta fuori
IL GOVERNO blinda Finmeccanica dalle
scalate, ma apre la strada alla cessione di AnsaldoBreda. Il Consiglio dei
Ministri ha discusso ieri il decreto per mettere al riparo sicurezza e difesa,
settori centrali delle attività della holding controllata per il 30% dal
Tesoro, dal passaggio in mano straniera.
NEL LUNGO elenco di attività
considerate strategiche non sarebbero compresi quelli di energia e, appunto,
trasporti. Ormai da molto tempo, il numero uno Finmeccanica, Giuseppe Orsi ha
manifestato l’intenzione di cedere le società che, come AnsaldoBreda, hanno
attività in questi settori. La holding di Stato li utilizzerebbe per uscire
dalla difficilissima situazione di bilancio. Se la messa sul mercato di
AnsaldoBreda, AnsaldoSts e di altre società sembra essere inevitabile, non
sembra però altrettanto facile riuscire a trovare acquirenti. Per AnsaldoBreda
in particolare, a causa della massa debitoria che grava sul bilancio. Da mesi
si parla di un affare quasi concluso con il colosso giapponese di Hitachi rail,
che avrebbe avuto mire particolari sul AnsaldoSts. Breda avrebbe rappresentato
la «contropartita» per la cessione del «gioiellino di famiglia» del
segnalamento ferroviario, ma già da qualche settimana circolano sempre più
insistenti voci su una conclusione negativa (per Finmeccanica) della trattativa
per Breda. Di ufficiale, per adesso, non c’è ancora niente, se non alcune
dichiarazioni dei dirigenti Finmeccanica che hanno confermato l’interesse dei
giapponesi.
Intanto, domenica 19 a Rimini, alla
presenza del presidente del Consiglio Monti sarà presentato il mock-up del
nuovo «Frecciarossa 1000».
E per ora divertiamoci con i trenini
elettrici come farà Monti a Rimini!
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 11 agosto 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.