di FELICE DE MATTEIS
Dalla funzione istituzionale a quella
di Immobiliare: tutti i passi della Fondazione che opera (secondo Paci) in mezzo
a cittadini con “scarsa progettualità” – I molti aspetti da chiarire sul tema delle
nuove costruzioni della Misericordia nell’area di Villa Bianchi, a ridosso
della Chiesa michelucciana della Vergine – Conflitti di Berlusca e conflitti
nostrani –La burla dei Fresh MPS
PISTOIA. Adesso finiamola, ma
veramente!
Se
il Presidente della Fondazione sperava con una intervista, casualmente “su
misura”, di riprendersi una verginità civica, beh, questa volta ha veramente
sbagliato i calcoli.
Li
ha sbagliati pensando che i lettori della sua intervista siano imbecilli, fuori
dalle segrete cose della “sua” Fondazione e pronti a ingurgitare il suo Verbo
evangelico senza un minimo di ragionamento personale.
La
sua intervista, chiarissimo Prof. è un insulto all’intelligenza del cittadino e
un boomerang incomprensibile per chi – come Lei – afferma di voler
restare sul “suo” ponte di comando concedendo che «non
aspetterò di non essere più in grado di svolgere le mie funzioni… Se qualcuno
mi farà notare che non sono più all’altezza della situazione, non avrò certo
problemi a dimettermi».
So
di essere in numerosa e qualificata compagnia, non dubiti, chiedendoLe di
lasciare gli alloggi nella Curia di via De’ Rossi e di Palazzo Sozzifanti,
perché, se conferma tutto quanto riportato nella succitata intervista, lei non
ha molto rispetto dei cittadini della Provincia di Pistoia quando addebita loro
“scarsa progettualità” che non consente alla Fondazione di elargire i suoi
benefit.
Può
dirci quanti progetti sono stati scartati per “scarsa progettualità”? O forse
non sono stati neppure presentati, i progetti, perché tanto i proponenti
sapevano di non fare parte dell’ecumenico circuito che a lei fa capo e riferimento?
Dunque,
mancando proposte esterne, la Fondazione potrebbe anche darsi il nome di
Immobiliare Caripit, perché in questi ultimi anni, proprio una immobiliare è
divenuta la ex Fondazione Caripit, se solo pensiamo
- alla faraonica ristrutturazione di via De’ Rossi
- all’acquisto di porzione di Palazzo Sozzifanti
- ai contigui posti macchina che miglior locazione non potevano trovare (via… Abbi Pazienza!)
- all’acquisto del fabbricato Uniser
- alla partecipazione (a gratis) nel futuro nuovo fabbricato ex Aias, oggi Apr (o Pinco Pallino)
- al finanziamento (a gratis ) di costruzioni nell’area Villa Bianchi da parte della Misericordia che non ci specifica compiutamente cosa vuole fare, per chi e come.
Non
è compito della Venerabile Arciconfraternita, ma della Immobiliare/Fondazione
da Lei guidata, spiegare ai cittadini pistoiesi il quantum e il perché.
Soprattutto
considerando il fatto che i lavori, già iniziati, non sembrerebbero rispettare
– così, a occhio – la Legge 1089/39, adesso modificata nel Decreto
Legislativo 42/2004, che pone vincoli per opere artistiche (e la Chiesa della
Vergine di Michelucci lo è) con più di cinquanta anni di età (e la Chiesa della
Vergine è del 1956).
Comune
di Pistoia, Misericordia e Immobiliare/Fondazione vorranno avere la cortesia di
spiegare? E chi dovrebbe sorvegliare, li vuole aprire gli occhi, insomma?
Sembrerebbe
oltremodo opportuno, perché qui si innesta un altro ragionamento ed è quello
dei “poteri forti”, sui quali il Prof. Paci risponde, da par suo, nascondendo
la semplice verità che il potere è, da sempre, in mano a chi ha il denaro, proprio
o altrui, come l’Immobiliare/Fondazione: quest’ultima “muove” soldi nostri e
doppiamente esposti al giudizio dei cittadini-contribuenti.
È
veleno questo, excellentissime Domine Ivane?
Ma
se questo è veleno, è sempre meno dei velenosi dieci milioni di titoli Fresh
che sono stati acquistati nel 2008 quando al MPS etc. etc.
Anche
su questo argomento, il Prof. Paci non risponde, se non con la “battutaccia”
che c’è tempo fino al 2099 per rimettere le cose a posto: un altro sberleffo ai
cittadini e alla loro intelligenza; ma di riflesso anche alla sua, di
Lui/Papa/Papà, che, da buon Professore di economia, ha la certezza (o la
speranza?) che i poverelli non sappiano che questo titolo non aveva affatto “tutti i crismi
per essere più che idoneo per un investimento istituzionale come la nostra (o
sua?) Fondazione”.
Il
Chiar.mo Prof. Paci “non sa che noi sappiamo” che il suo titolo “idoneo” altro
non è che un titolo obbligazionario subordinato con pagamento, in caso
di insolvenza del MPS, solo se ed in
quanto rimanga qualcosa dopo avere pagato al 100% tutti gli altri creditori. Si
ripete: tutti. Inoltre la cedola (interessi) viene corrisposta solo se ed in
quanto il Monte dei Paschi di Siena distribuisca il dividendo ai propri
azionisti.
Ci
risulta che il dividendo non sia stato corrisposto, onde… possiamo ben dire di
trovarci di fronte a un vero e proprio titolo
speculativo, assolutamente inadatto a una Fondazione. Se però la Fondazione
diviene una immobiliare o una ditta individuale, le cose cambiano.
Forse
ci comprendiamo, vero? O no?
Inoltre
mi verrebbe da pensare, ad essere sommamente malizioso, che i tre temerari
Bujani, Pieraccioli e Turco (in ordine anagrafico e senza alcun riguardo alle “quote”
rosa che mi hanno già sballato), nel proporre la fatidica domanda sui
titoli, nel Conclave del 28 febbraio scorso, abbiano giocato “di sponda” per
prevenire qualche “incursione incontrollata” sul tema.
Se
non conoscessi personalmente tutti e tre i lor Signori, assicuro che
porrei questa malizia quasi come certezza, ma poiché ho veramente il piacere
della loro conoscenza, specie con due e soprattutto con uno, penso che abbiano
correttamente inteso il senso della risposta loro fornita nella forma del “ne riparliamo”.
Per
confermare questo mio sentire come senso di rispetto verso le persone sopra
citate, posso dire, invece, che gradirei sapere il nome del
costruttore/restauratore del Palazzo De’ Rossi, perché i maligni dicono che sia
o sia stato un cliente del Chiar.mo Prof. Paci.
Se
ciò fosse, allora, il Berlusconi, quello del conflitto d’interesse, potrebbe
avere trovato un compagno di cammino. Non ci sfugge la differenza fra cosa
pubblica e Fondazione, e a chi vorrebbe fare notare la differenza, noi
rispondiamo che anche la Fondazione è, per noi, cosa pubblica.
Ma,
in conclusione, sia nella gestione della cosa pubblica che in quella privata
esiste un fattore che è incontrollabile: il tempo, quello che non fa sconti a
nessuno e che, seguendo un vecchio detto delle nostre parti, si dice essere
galantuomo. Al punto da averci tolto dai piedi il versipelle Fini e lo stantio
Buttiglione.
È
vero, ci ha lasciato la Rosy Bindi, ma non si può avere tutto e subito.
Nel
frattempo, prima che ci pensi il tempo (scusate la cacofonia) o qualche
congiurato della sua corte, perché non li previene entrambi, Chiar.mo Prof.?
Bene
o male, Lei ha dato. Si accomodi, per cortesia. Grazie.
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[Mercoledì 13 marzo 2013 | 09:52 - © Quarrata/news]
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