martedì 5 marzo 2013

MISERICORDIA DI AGLIANA: DA ONLUS A FINI DI CARITÀ A AZIENDA COMMERCIALE CON SCOPI DI LUCRO


di EDOARDO BIANCHINI

Il percorso di Artioli verso l’Unimise Srl di Vono – La mail di un volontario molto deluso

AGLIANA. Tutti coloro che fossero attaccati all’idea che Agliana poteva disporre di una Confraternita ispirata a valori cristiani e caritatevoli, dovranno farsi una ragione del fatto che, tutto questo, pur risalente all’inizio del secolo scorso e con un glorioso trascorso, è ormai acqua passata.
La cosiddetta Misericordia di Agliana (ma si può ancora chiamare in questo modo?) è, oggi, a far data dal 1° gennaio 2013, un guscio di cicala che ha ceduto se stessa a una Srl con dichiarati scopi di lucro (carta canta) e quindi, un’azienda commerciale a tutti gli effetti e, per questo, assolutamente estranea ad ogni buon fine di… misericordia cristiana. Ecco, forse, perché anche la figura del ‘correttore morale’ non serve più e don Paolo Tofani può dimettersi liberamente.

Tutto il percorso storico-benefico della Misericordia di Agliana in cento anni di vita, è stato passato, dal geometra Artioli, all’ingegner Vono e alla sua Unimise (Uni non sta, come dovrebbe, per Università, ma per unificazione dei servizi della fu Misericordia).
Siamo insomma – a quanto pare – dinanzi a una serie di scatole cinesi (o davanti a una matrioska russa) in cui il guscio esterno, di sola carta velina, è ancora presentato come una ‘Misericordia’, ma il resto è fatto da veri e propri contenitori produttivi di proventi, profitti e guadagni che finiscono… e dove finiscono ce lo dirà la stessa Unimise di Vono alla fine del 2013 quando il suo bilancio sarà inviato alla Camera di Commercio e, da lì, chiunque lo voglia potrà vederlo, osservarlo, studiarlo e controllarlo a suo libero piacimento. In tutta trasparenza e senza possibilità di divertirsi a nascondere come ha fatto Artioli con i bilanci della defunta Mise.
Abbiamo avuto – noi giornalisti cattivi, scorretti, depistanti, insinuatori – la colpa di aver turbato l’assestamento del nuovo corso progettato e preordinato dal Presidente Artioli: un nuovo corso che cominciava a muovere i suoi passi proprio nel momento in cui, da veri diavoli, noi cronisti abbiamo aperto l’indagine sul versante del mezzo milione di euro sprecati dal Presidentissimo con delle cause civili inimmaginabili e inammissibili che hanno tagliato, alla vera e ormai fu Misericordia (quella, cioè, non ancora transgenica creata con la cessazione del 31.12.2012) un fottìo di quattrini (circa mezzo milione di euro) che le sarebbero potuti essere più che utili: soldi dovuti e da ben amministrare.
Spiacenti per i volontari della ex-Misericordia e per i soci, se non sono stati avvertiti da Artioli di quello che il Presidente stava facendo!
Spiacenti ancora di più se, essendo, volontari e soci, stati pienamente avvertiti (come qualcuno di loro potrebbe dire), non hanno capito, o voluto capire, che questa mossa della cessazione era – e resta – un percorso anomalo e che niente ha a che fare con i veri fini e scopi di una Confraternita che si rispetti e che sia ligia alle sue origini, ai suoi fini, ai suoi scopi e agli alti ideali a cui dovrebbe ispirarsi.
E a proposito di questo terremoto che ha cambiato la “mappa misericordiosa” della non più esistente onlus, ecco cosa scrive un volontario che intende rimanere anonimo e al quale – per i principi giuridici che ci vincolano come giornalisti rispettosi della professione – dobbiamo garantire un’assoluta protezione.
Il volontario deluso dice:

From: ***
Sent: Monday, March 04, 2013 11:39 AM
To: romitilegno@***

Le notizie di ieri sono di una gravità estrema, anche se ormai non ci si debba meravigliarsi di niente avendo a che fare con un vulcanico manager e CD.
Alcune domande su aspetti apparentemente piccoli ed estranei ma molto esemplari, proprio perché riguardano la modalità e considerazione dei volontari nei confronti dei volontari e dei cittadini.
Come mai in questi anni, la Misericordia di Agliana non ha MAI promosso un solo progetto rivolto al sociale (coperto da autofinanziamento esclusivo)? Come mai nel locale ove – per decisione di tutti – doveva essere realizzato un cucinotto per i volontari in servizio, è oggi presente un distributore bancomat di BPV?
Come mai in Misericordia esistono dei distributori per snack (unico sollievo per i volontari impegnati) con bevande a prezzi alti e peraltro affidati alla gestione del barista che li regola a suo piacimento e tornaconto?
Come mai la sala convegni è intitolata a una fondazione bancaria e non a una figura “misericordiosa” qual è stata Madre Teresa?
Sono solo tre domande di apparente poco conto, ma le risposte che potrebbero essere date saranno di grande comprensione.

Ci fermiamo qui e lasciamo a tutti il tempo di scaricare la visura camerale da cui si potrà capire di più su quello che è successo.
Nel frattempo stiamo scansionando i bilanci della fu Misericordia di Agliana, che metteremo in linea con calma e su cui faremo le nostre impertinenti, ma legittime riflessioni perché tutti siano informati.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 5 marzo 2013 | 10:44 - © Quarrata/news]

1 commento:

  1. In teoria non dovrebbe esistere ambiente più trasparente di una Misericordia. A occhio e croce (e spero di sbagliarmi) la dirigenza della Misericordia di Agliana - invece di temere i giornalisti che fanno il loro dovere - avrebbe potuto e dovuto dare tutte le informazioni richieste: a maggior ragione per la natura stessa di una Misericordia e per la sua "mission" di servizio a chi ha bisogno. E una maggiore trasparenza, forse, sarebbe utile anche a proposito di quanto si legge nella visura Camerale.

    Coraggio, blogger: andate avanti a raccontare quello che succede ...

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