Legambiente critica con il mondo
politico che non sembra fare niente per risolvere i problemi dell’aria e dei
trasporti pubblici
PISTOIA. È stato approvato
con delibera di Consiglio Regionale n. 3 del 24/1/2012 il Piano Regionale
Agricolo-Forestale per la Toscana ,
valido per il periodo 2012-2015.
Si tratta di un documento composto da quattro allegati:
a) Piano Regionale Agricolo-Forestale 2012- 2015 p.d.;
b) Rapporto Ambientale;
c) Sintesi non tecnica;
d) Proposta di dichiarazione di sintesi di cui agli artt.
24 e segg. della L.R. n. 10/2010.
L’allegato A costituisce un documento completo ed
esauriente di tutte le tematiche agricole, forestali, della pesca marittima e
nelle acque interne, dell’acquacoltura e del settore faunistico-venatorio, che
possano essere di interesse di un territorio vasto e complesso come quello
toscano; esso stabilisce modalità e priorità di intervento, coordinandosi ed
armonizzandosi con tutti gli altri livelli di pianificazione esistenti.
All’interno di questo, in particolare, sono presi in
considerazione i seguenti settori:
a) tutela dell’ambiente;
b) promozione dell’uso sociale del bosco;
c) le produzioni vegetali ed animali;
d) l’agricoltura biologica ed integrata;
e) la agrobiodiversità;
e svariate altre ancora.
Detto quanto sopra
e
sottolineato che
il
P.R.A.F. costituisce
un lavoro condotto in maniera pressoché
impeccabile dal punto di vista tecnico-organizzativo, e ciò va ad onore di chi
lo ha coordinato, assemblato, ed ha contribuito in qualche modo alla
formazione del medesimo, si devono sottolineare i punti discutibili in esso
contenuti.
Innanzitutto, sempre all’interno del documento di piano
propriamente detto, non può non balzare all’occhio l’enorme spazio, comprensivo
di puntualissime e dettagliatissime tabelle, che viene dedicato all’argomento
faunistico-venatorio (soprattutto venatorio), con le più svariate tabelle
indicanti la suddivisione del territorio; l’utenza venatoria suddivisa per età
e tipologia di caccia praticata; il numero di animali immessi sul territorio
per anno e per specie, e tante altre cose ancora; e successivamente, per quanto
riguarda l’aspetto gestionale di questo comparto, con una dettagliata
descrizione del territorio ai fini venatori, gli abbattimenti per specie, per
anno, per ambito, i danni alle colture provocati dalla fauna selvatica e
risarciti, gli incidenti stradali causati dalla fauna selvatica medesima.
Si ha l’impressione che, in termini di spazio ed
importanza dedicati all’argomento, (75 pagine su 392) si esageri alla grande;
quando poi altri settori di carattere agricolo-forestale, ben più importanti
per l’economia, specie montana, e per la conservazione ambientale, in
confronto, si possono definire senz’altro trascurati, anche dal punto di vista
della disponibilità finanziaria.
Passando all’allegato B al Piano “Rapporto Ambientale di
Valutazione Ambientale Strategica”, un altro punto critico preso in esame è
quello legato alla qualità dell’aria ed alle ragioni delle alterazioni in essa
presenti.
Nel documento si parla di emissione di gas climalteranti
e si ammette candidamente che per quanto riguarda la produzione di anidride
carbonica uno dei responsabili è il settore dei trasporti (quello privato e su
gomma, ovviamente). Di conseguenza, si ammettono criticità della qualità dell’aria
per quanto riguarda i contenuti di Pm10 e di ozono; inoltre, e questo è quasi
buffo, nel documento si ritrova un box che, sempre in tema di gas
climalteranti, esamina la produzione di polveri sottili ed afferma che la loro produzione
proviene dalla mobilità delle famiglie.
Considerando che quanto affermato nel documento si può
ritenere grosso modo esatto, in quanto derivato da misurazioni di carattere
tecnico-scientifico, il problema si sposta altrove, cioè sull’uso che il mondo
politico toscano intende fare di questi dati.
Appare evidente che le criticità riscontrate devono
essere poste in gran parte a carico delle varie amministrazioni che, in maniera
miope hanno nel tempo sottratto risorse al trasporto pubblico. Basti pensare,
soltanto per riferirsi ai problemi presenti nell’area pistoiese, alle vicende
che hanno interessato i tagli alla ferrovia “Porrettana”, al servizio delle
autolinee Lazzi per Firenze, da diciotto anni ridotto al lumicino; al fatto che
da quaranta anni si parla a vuoto di raddoppiare la ferrovia da Pistoia a
Viareggio senza ancora avere posto un metro di binario; all’ultima notizia in
ordine di tempo secondo la quale esiste un progetto, caldeggiato nei documenti
congressuali del PD, ma, riteniamo, non solo, volto alla costruzione della terza
corsia autostradale sulla A11, quantomeno da Firenze a Pistoia, unitamente alla
predisposizione di nuovi caselli di uscita.
Viene allora da pensare, a conclusione di tutto, a cosa
serva un documento come il P.R.A.F., e certamente non solo quello, quando poi
il mondo della politica, che dovrebbe recepirne le indicazioni, va in tutt’altro
senso.
Legambiente Pistoia
[comunicato]
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[Domenica 15 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]
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