di
Lorenzo Cristofani (*)
PISTOIA. Con queste semplici immagini si vuole solo svelare l’arcano
che avvolge il tanto dibattuto e (giustamente) vituperato parcheggio di via
degli Armeni.
Spesso, a Pistoia, si può leggere di qualche invocazione o
appello alla realizzazione di parcheggi. Raramente si entra nel merito relativamente
a dove ubicarlo e quale bisogno di sosta debba soddisfare. Si confonde
viabilità con mobilità e si tenta di pianificare la mobilità in funzione dei
parcheggi quando in tutta Italia si fa il contrario.
Per la cronaca il Pum (piano urbano della mobilità) di
Pistoia, quello che consente l’attraversamento selvaggio e irrazionale del
centro, è del 2006: già allora fu considerato obsoleto e ricorderemo quindi alla
prossima amministrazione che averne uno nuovo è sicuramente una priorità.
Nel caso in questione, cioè in quest’area prevalentemente
verde con suolo vergine – di
proprietà del comune e adiacente a una scuola materna –, situata sotto al parcheggio dell’Esselunga,
tra via degli Orti, via Trinci e via degli Armeni (qui nella foto, dove è
inquadrata la chiesa di san Francesco di Paola), l’esigenza avvertita da molti
pistoiesi è diametralmente opposta a quella di un parcheggio.
Infatti in viale Matteotti, a ridosso delle mura, c’è un
parcheggio per le auto per tutto il tratto nord delle mura medicee, cioè per
circa due km (dalla rotonda di porta San Marco al semaforo di via dei
Pappagalli).
Tenendo poi presente che, sempre su viale Matteotti, c’è l’
ospedale prossimo al trasferimento e saranno liberati centinaia di posti auto,
con possibilità di aggiunta, è ovvio che in questa zona di Pistoia i parcheggi
sono in eccesso, semmai.
Le ultime tre foto mostrano appunto l’uscita in piazza del
Carmine dall’area Ceppo. Una uscita, auspichiamo noi, pedonale, in una zona
centralissima come era stato detto (http://quarratanews.blogspot.it/2012/04/legambiente-area-ceppo-che-punto-siamo.html?spref=fb)
per chi entra in auto da viale Matteotti. Si nota infatti la possibilità di
sosta già ora esistente, sotto i pini e altrove, ma prerogativa dell’ospedale.
Nell’ultima
foto la struttura con le coperture in colore acquamarina-verde primavera è il
padiglione di emodialisi e la chiesa è quella di Santa Maria del Carmine,
conosciuta dai pistoiesi come chiesa del Carmine.
In definitiva, considerando l’antica vocazione di Pistoia
città dell’infanzia, sarebbe auspicabile la sperimentazione di quegli orti
didattici e kitchen garde che tanto successo hanno trovato e trovano nei
servizi all’infanzia di molte città italiane e americane. Dove in piccolo,
filiera corta e prodotti biologici diventano realtà. Per non parlare poi della
possibilità di sperimentare, per una città del verde quale è definita Pistoia,
innovativi modi di fruire e realizzare simili luoghi. Spazi di inclusione e
integrazioni, spazi che qualificano la stressante vita in una città sempre meno
a misura d’uomo e di bambino.
Per cambiare però non è mai troppo tardi.
(*) Direttivo Legambiente PT.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 14 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]
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