di Luigi
Scardigli
Sono sulle Dolomiti, posto incantevole. Nella Valle del
Cadore, per l’esattezza. Volevo far vedere, a Francesca – che qui non era mai
stata – le Tre Cime di Lavaredo, una delle tante innumerevoli perle di questo
posto incantato, fuori dal tempo e dalle cose, ma non dagli uomini, perché per
arrivarci, fin sulle pendici, bisogna pagare un pedaggio di 22 euro, a bordo di
un’autovettura; 11 se si è dei motociclisti.
Ho guardato Francesca negli occhi e le ho fatto capire, per
principio, che si sarebbe dovuta accontentare delle tre Tofane, del Sorapis,
dell’Antelao, del Pelmo, del lago di Misurina, ma che alle Tre cime di Lavaredo
avrebbe dovuto rinunciare.
Capisco che da queste parti, separatisti nati, i soldi fanno
gola (pecunia non olet non si
riferiva alle latrine, forse), ma sarebbe bastato un ticket decisamente più
modesto per rimpinguare le casse, non più floride come un tempo, della vallata:
22 euro per vedere qualcosa che millenni di anni fa, la fisica o Dio, scegliete
voi, decisero di issare, mi sembra un’esagerazione.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 8 agosto 2012 - © Quarrata/news 2012]
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