mercoledì 8 agosto 2012

ILVA-TARANTO/VIVAISMO-PISTOIA. FACCIAMO LE DOVUTE DISTINZIONI


«Vorrei che i cittadini e i politici facessero una riflessione/comparazione sui problemi che vivono queste due diverse realtà» – «Mi dispiace sentire spesso accuse gratuite sul settore che forse rende la nostra città assai più vivibile di altre»

PISTOIA. Un vivaista pistoiese, che ci chiede di rispettare la riservatezza dei suoi dati al fine di evitare qualsiasi tipo di strumentalizzazione, ci scrive:

Caro blogger,
in questi caldi giorni di crisi non ho potuto fare a meno di notare una similitudine fra l’Ilva di Taranto ed il vivaismo Pistoiese. Due realtà molto differenti con due punti in comune: 12 mila occupati ed il pericolo che la crisi getta su questi posti di lavoro.
Il punto che le vorrei segnalare però è il seguente, la differenza d’impatto ambientale fra due realtà così diverse ed appunto il territorio in cui si trovano.
Assisto spesso alle polemiche sul vivaismo, padre di ogni disgrazia pistoiese, uccisore di merli (per poi scoprire la fuga di gas di un’industria del Bottegone), sterilizzatore di corsi d’acqua (per poi scoprire che la causa era dovuta ad oli solubili versati a monte, oli stranamente usati per le condotte dei freni di treni), prosciugatore di falde acquifere (da quando la Pubblica Amministrazione ha smesso di prendere acqua dai bacini collinari ed iniziato a pescarla nelle falde che i vivaisti usavano da un secolo e mezzo).
Potrei proseguire con le accuse di qualche anno fa relative al freno per lo sviluppo industriale che l’occupazione del territorio agricolo ha provocato e con tante altre accuse, a volte vere, spesso di comodo, mosse nei suoi confronti. Poi guardo i Tg e leggo i giornali, non vedo solo un esercito di operai in piazza a difesa del loro lavoro, vedo le polveri che si depositano sulla città, leggo dei morti e delle malattie e non posso fare a meno di confrontare le due realtà.
Amo camminare la domenica mattina e rimango sempre colpito dalla quantità di aironi che vedo nelle fosse, giorni fa, vicino ad un vivaio ho visto correre due lepri.
Viaggio spesso per lavoro e quando rientro a Pistoia sento la differenza di qualità nell’aria che respiro. Guardo la città dalle immagini del satellite su Google e vedo tanto verde, in netto contrasto col termine “metropoli” che leggo ultimamente sulle cronache di questi giorni.
Mi dispiace sentire spesso accuse gratuite su questo settore che forse rende la nostra città assai più vivibile di altre, odio la parola pesticidi sia perché non esiste (il termine giusto è antiparassitari) sia perché pochi hanno idea dei controlli che vengono fatti dalla Forestale sul corretto impiego di questi prodotti, con multe davvero salate.
Non dico che il vivaismo sia da santificare, di imbecilli ce ne sono in ogni settore, e neppure che sia stato al 100% un toccasana per il territorio, di furbi ce ne sono stati e forse ce ne sono ancora, vorrei solo che i cittadini pistoiesi riflettessero sul confronto con l’industria tarantina.
Una grossa fetta di vivaismo è in crisi ma non si può dire apertamente perché sennò le banche si spaventano ed il serpente si morde la coda ed i cocci sono nostri.
Vorrei che i cittadini pistoiesi, ed i politici, facessero una riflessione/comparazione sui problemi che vive una città come Taranto e quelli che vive Pistoia.
Vivaista Pistoiese

P.S. – Voglio complimentarmi per la professionalità con cui gestite il blog, una voce sincera ed obiettiva sul panorama pistoiese, libera da vincoli politici e di potere, una vera forma di giornalismo come ormai non si vede più da troppi anni.
Vi seguo da tempo, continuate così, e grazie per il vostro lavoro.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 8 agosto 2012 - © Quarrata/news 2012]

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