«Vorrei che i cittadini e i politici facessero una
riflessione/comparazione sui problemi che vivono queste due diverse realtà» – «Mi dispiace sentire spesso accuse gratuite sul settore
che forse rende la nostra città assai più vivibile di altre»
PISTOIA. Un
vivaista pistoiese, che ci chiede di rispettare la riservatezza dei suoi dati
al fine di evitare qualsiasi tipo di strumentalizzazione, ci scrive:
Caro blogger,
in questi caldi giorni di crisi non ho
potuto fare a meno di notare una similitudine fra l’Ilva di Taranto ed il
vivaismo Pistoiese. Due realtà molto differenti con due punti in comune: 12
mila occupati ed il pericolo che la crisi getta su questi posti di lavoro.
Il punto che le vorrei segnalare però è il
seguente, la differenza d’impatto ambientale fra due realtà così diverse ed
appunto il territorio in cui si trovano.
Assisto spesso alle polemiche sul vivaismo,
padre di ogni disgrazia pistoiese, uccisore di merli (per poi scoprire la fuga
di gas di un’industria del Bottegone), sterilizzatore di corsi d’acqua (per poi
scoprire che la causa era dovuta ad oli solubili versati a monte, oli
stranamente usati per le condotte dei freni di treni), prosciugatore di falde
acquifere (da quando la Pubblica Amministrazione ha smesso di prendere acqua
dai bacini collinari ed iniziato a pescarla nelle falde che i vivaisti usavano
da un secolo e mezzo).
Potrei proseguire con le accuse di qualche
anno fa relative al freno per lo sviluppo industriale che l’occupazione del
territorio agricolo ha provocato e con tante altre accuse, a volte vere, spesso
di comodo, mosse nei suoi confronti. Poi guardo i Tg e leggo i giornali, non
vedo solo un esercito di operai in piazza a difesa del loro lavoro, vedo le
polveri che si depositano sulla città, leggo dei morti e delle malattie e non
posso fare a meno di confrontare le due realtà.
Amo camminare la domenica mattina e rimango
sempre colpito dalla quantità di aironi che vedo nelle fosse, giorni fa, vicino
ad un vivaio ho visto correre due lepri.
Viaggio spesso per lavoro e quando rientro
a Pistoia sento la differenza di qualità nell’aria che respiro. Guardo la città
dalle immagini del satellite su Google e vedo tanto verde, in netto contrasto
col termine “metropoli” che leggo ultimamente sulle cronache di questi giorni.
Mi dispiace sentire spesso accuse gratuite
su questo settore che forse rende la nostra città assai più vivibile di altre,
odio la parola pesticidi sia perché non esiste (il termine giusto è
antiparassitari) sia perché pochi hanno idea dei controlli che vengono fatti
dalla Forestale sul corretto impiego di questi prodotti, con multe davvero
salate.
Non dico che il vivaismo sia da
santificare, di imbecilli ce ne sono in ogni settore, e neppure che sia stato
al 100% un toccasana per il territorio, di furbi ce ne sono stati e forse ce ne
sono ancora, vorrei solo che i cittadini pistoiesi riflettessero sul confronto
con l’industria tarantina.
Una grossa fetta di vivaismo è in crisi ma
non si può dire apertamente perché sennò le banche si spaventano ed il serpente
si morde la coda ed i cocci sono nostri.
Vorrei che i cittadini pistoiesi, ed i
politici, facessero una riflessione/comparazione sui problemi che vive una
città come Taranto e quelli che vive Pistoia.
Vivaista Pistoiese
P.S. – Voglio complimentarmi per la professionalità con cui gestite il
blog, una voce sincera ed obiettiva sul panorama pistoiese, libera da vincoli
politici e di potere, una vera forma di giornalismo come ormai non si vede più
da troppi anni.
Vi seguo da tempo, continuate così, e grazie
per il vostro lavoro.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 8 agosto 2012 - © Quarrata/news
2012]
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