di FELICE DE MATTEIS
SAN
MARCELLO-MONTAGNA.
Comune unico o Unione dei Comuni? È un falso problema, tanto più se alla base
di questo dilemma incombe il solito ritornello del risparmio e degli eventuali
bonus annuali che sembra più una elargizione che non una parte di un progetto
condiviso e accettato.
Prima
di tutto questo ragionamento, però, un altro, a parere di chi scrive, andrebbe
fatto: è lecito “sopprimere” entità locali che affondano nella storia, usi,
costumi e mentalità che trovano, nonostante la vicinanza territoriale,
diversità speculari che giustificano l’esistenza dei singoli Comuni, la loro
sopravvivenza e il loro giusto diritto a migliorare non in virtù di elemosine
ma di accertate necessità?
La
domanda ci riconduce al quesito di fondo, se siamo o no disponibili di
diventare goccia di quel mare che si chiama globalizzazione, economica, etnica,
storica e territoriale.
Pur
nell’allora contesto storico, l’età dei Comuni in Italia ha segnato l’azimut di
una età vivida in tutti i campi dell’esistenza, perché le forze impiegate si
riflettevano nelle comunità di appartenenza e la mutualità si esprimeva senza
necessità di leggi “a priori”, ma solo in base alla necessità del momento e
della situazione, e alla illuminata preveggenza dei Signori del tempo. Ma oggi,
in un mondo nel quale domina l’economia sulla politica e l’interesse indistinto
dei pochi sul vivere civile delle comunità, questo guazzabuglio che si chiama
Comunone o Comune Unico appare come la panacea di tutti i mali e l’unico
rimedio accettabile per un futuro dignitoso? E se anche fosse, non sarebbe
forse un futuro scelto e imposto da altri per tutti noi?
E
se invece di raggruppare i Comuni eliminassimo il cancro delle Regioni? Nessuno
ci ha mai pensato?
Da
dove nasce il disfacimento e l’allontanamento di appartenenza al proprio
territorio se non da questi enti succhiasoldi, impersonali e lontani dai
bisogni reali, che partoriscono progetti generali, leggi che valgono per tutti,
senza valutazioni di principio e di metodo, in forma asettica, senza cuore e
senza attenzione al singolo territorio?
Valga
per tutti l’esempio dell’Ospedale Pacini di San Marcello Pistoiese: un ospedale
al servizio di quattro Comuni, nato per quei territori, cresciuto, sviluppatosi
e parte integrante di quel corpo che si chiama Montagna. Ecco l’esempio di un
servizio generale per la Montagna che viene sacrificato da chi il territorio
non lo conosce se non per qualche abbuffata preelettorale.
Per
ragioni che si vuol fare passare – e non è vero – di carattere economico, i
centri di potere e quindi di intrallazzo e di interesse debbono essere creati e
mantenuti in poche mani, là dove il principio della distribuzione delle risorse
può molto più agevolmente essere usato per mantenere ed accrescere un potere
politico che altro non è che la vergognosa spartizione di una torta che non
conosce colori ma solo profitti e personali guadagni.
Quando
i cittadini della Montagna saranno chiamati, da ultimo e per forza, ad
esprimere il loro consenso, fra l’altro non vincolante, fra Comune Unico o l’Unione
dei Comuni, tengano bene a mente che, pur facendo salva la buona fede dei
proponenti, ipotecheranno il loro futuro prossimo e quello dei loro figli.
La
rappresentanza politica che, sempre in buona fede, i cittadini hanno delegato
ai vari politici affinché tutelassero i loro interessi, ha prodotto l’attuale
disastro in termini di occupazione, viabilità e progresso sociale in generale. È
un dato di fatto e non una semplice, sterile polemica.
Molte
volte, con il cuore e tutti insieme, gli ostacoli si possono superare e le aspettative
di una migliore esistenza, coltivare. Se anche questo verrà delegato al “grande
fratello” che tutto vede, tutto sa e per tutti dispone, anche l’anima che, per
il momento, non sono riusciti a prenderci, diverrà “roba loro”.
Pensiamoci.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 12 marzo 2013 | 12:51 - © Quarrata/news]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.