Non è il caso di prendere per ‘oro
colato’ quanto ha dichiarato la Repower alla Regione, ma pensare (con Pasolini)
che “la verità non sta in un solo sogno, ma in molti sogni”
PISTOIA-PIANA. L’8 marzo scorso abbiamo pubblicato il post Repower,
una onesta riflessione personale a firma di Giuliano Ciampolini, membro
dell’Assemblea pistoiese e toscana di Sinistra Ecologia Libertà.
Su quel testo era intervenuto, con un
lunghissimo commento in quattro parti (vedi),
un lettore, Francesco A., a cui stamattina Ciampolini risponde.
Ecco le osservazioni dell’esponente del
Sel:
Signor Francesco,
il nome esteso di Sel è ‘Sinistra Ecologia
Libertà’. Lei ha cambiato la parola “Sinistra” (intesa come giustizia sociale)
con “Sviluppo”, ma non siamo per lo ‘sviluppismo quantitativo’ (anzi riteniamo
che sia una delle cause del disastro ecologico che minaccia un futuro degno di
essere vissuto); siamo per ‘uno sviluppo qualitativamente diverso’, che abbia
come riferimento la ‘sostenibilità ecologica dell’economia e degli stili di
vita’ (in questo senso, pensando all’energia, in Italia si potrebbero ridurre
almeno del 30% le necessità quantitative, limitandosi a fare scelte di
riduzione degli sprechi di energia).
Inoltre, ci guardiamo bene dall’associare
l’economia di mercato alla libertà: pur accettando l’economia del libero
mercato (nel senso che il superamento non rientra in un orizzonte vedibile),
pensiamo che i diritti, l’ambiente, la salute, la democrazia, il bene comune...
sono realizzabili solo dalla politica, da un’altra politica (non subalterna
agli affari, ai profitti e agli egoismi individuali) che deve avere come
finalità la piena attuazione della nostra bellissima Costituzione Repubblicana.
Sono in difficoltà a risponderle, perché
vedo che lei ha preso per “oro colato” quanto ha dichiarato Repower, mentre io
ho sempre pensato e penso che – come diceva Pasolini – “la verità non sta in un
solo sogno, ma in molti sogni”, o per meglio dire... anche su questo tipo di
centrali a gas, la “verità non sta in un solo studio di parte, ma in molti e
diversi studi”: insomma penso che abbiano un fondamento anche le osservazioni
critiche elaborate dal Comitato Ambientale di Bottegone, lo studio fatto da
esperti incaricati da Coldiretti e tanti altri studi realizzati in varie parti
d’Italia, a cui io non mi sento in grado di aggiungere niente, ma penso che –
tutti gli studi sulle conseguenze ambientali della centrali a gas – vanno
tenuti in considerazione, convinto che in ciascuno c’è almeno un pezzo di
verità.
Per queste ragioni affido le risposte a
Repower a persone che hanno la capacità professionale per darle (infatti avevo
precisato che la mia riflessione si basava su una lettura di alcuni di questi
studi sulle centrali a gas a tipo combinato) e mi limito a poche osservazioni
alla mia modesta portata.
Certo la centrale che Repower vuole
costruire nell’ex Radicifil è meno inquinante delle centrali a olio
combustibile o a carbone: proprio per questo sono da realizzare riconvertendo
quel tipo di centrali (ce ne sono due anche tra Livorno e Piombino) e se
venissero riconvertite... non solo Sel ma anche Associazioni ambientaliste come
il Wwf e Legambiente sarebbero favorevoli.
Sul progetto Repower a Pistoia, la
prima domanda che bisognerebbe porsi, a mio parere, dovrebbe essere: a cosa
serve questa centrale?
Quale domanda di energia oggi non
soddisfatta dovrebbe soddisfare ? Sarà utile al sistema energetico di cui ha
bisogno il nostro Paese ?
Come può leggere sul blog ‘Quarrata
News’, venerdì a Pistoia c’è stata una conferenza stampa con due autorevoli
esperti nel settore energetico e la loro risposta è stata che non è necessario
aumentare la potenzialità impiantistica finalizzata a produrre energia
elettrica (ne abbiamo il doppio degli attuali consumi); inoltre hanno risposto
che è necessario continuare a costruire ‘un diverso e moderno modello
energetico’, che consenta di ridurre la dipendenza dell’Italia dai combustibili
fossili (quello basato sulle fonti energetiche rinnovabili, che non sono
esauribili e che consentono una diffusione “democratica” in tutti i territori).
Può darsi che i due autorevoli esperti
energetici della conferenza stampa siano un po’ troppo utopistici, ma quanto
segue lo può verificare in qualunque documento recente sul sistema energetico
nazionale:
In Italia c’è una sovracapacità
produttiva di elettricità
• Totale capacità produttiva 123
mila Mw
• Consumi max richiesti dalla rete
57 mila Mwh
La stessa Repower, tramite il signor
Jochum, responsabile del settore commerciale (il 6 febbraio 2013), ha
dichiarato «l’Italia ha il problema che è troppo sbilanciata sul gas, tant’è
vero che il 48% della corrente elettrica in Italia è generata dal gas metano,
un vettore energetico oggi molto caro. Anche per questo motivo, molte centrali
in Italia sono ferme, in quanto non concorrenziali».
Inoltre, mi sembra innegabile che quel
progetto Repower nell’ex Radicifil non ha una soluzione per l’utilizzo del
calore residuo che produce e basterebbe questo per dare una risposta negativa
alla realizzazione.
Anche sulle emissioni, mi sembra che
Lei ha preso per “oro colato” quanto dichiara Repower, cioè che l’emissione di
ossidi di azoto sarà di 30 mg/Nmc e rientra nella normativa (non poteva essere
altrimenti): ma anche questo conferma che ci saranno significative emissioni
aggiuntive (ossidi azoto: circa 180 t/anno; C0: circa 180 t/anno), in un
territorio – quello dell’area metropolitana da Firenze a Serravalle P.se – dove
“l’aria è già oggi di pessima qualità” e anche l’Asl di Pistoia ha detto
chiaramente che non devono essere fatte scelte che porteranno ad un ulteriore
aggravamento, perché avrebbero pesanti conseguenze sulla salute delle persone.
Sulla dispersione a livello di area
vasta c’è persino una conferma della mia opinione in quello che dice Repower:
la modalità di ricaduta del particolato primario – che non è nullo – e ancor
più di quello secondario (nonché le modalità di emissione) indicano che l’area
di ricaduta è molto più estesa di quella limitrofa all’impianto e dunque le
possibili conseguenze sanitarie e gli effetti “cumulo” vanno valutate su una
popolazione ampia.
Se l’atteggiamento è quello che si può
realizzare qualunque impianto purché le emissioni siano adeguatamente diluite,
evidentemente non si è capito il senso e le finalità della procedura di VIA.
Inoltre, gli effetti sulla salute non sono connessi semplicemente ad
esposizioni “medie” su base annua ma anche alla presenza di picchi anche brevi
(di pochi giorni) come gli studi epidemiologici sull’inquinamento ambientale
dell’atmosfera da anni evidenziano.
Una criticità nota, per gli ossidi di
azoto in particolare, è che la concentrazione di inquinante emessa è
sensibilmente maggiore nelle fasi di funzionamento non a regime (avviamento,
spegnimento, funzionamento al di sotto del 70 %).
Inoltre , sulle Pm10 – Pm 2,5 – Pm 0,1 l’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) “non fornisce un valore guida di riferimento per
le particelle ma indica delle funzioni di rischio per i diversi effetti sulla
salute” perché dichiara che non è possibile fissare una soglia minima al di
sotto della quale certamente le Pm 10, Pm 2,5 e Pm 0,1 non esercitino degli
effetti negativi sulla popolazione. Oltre a quanto dichiarato dal prof. Foà,
consulente della società Repower, si deve considerare anche quanto riportato
nel documento dell’Asl 3, datato 26 giugno 2012 «Per quanto attiene il
valore dei limiti tabellari si fa presente come questi non riflettano
puntualmente e/o tempestivamente l’effettivo stato delle conoscenze
scientifiche, anche autorevoli, già disponibili...».
Infine tengo a rassicurarlo che in
Sel Pistoia abbiamo un punto di vista responsabile (sul ruolo
economico/occupazionale del vivaismo e anche per evitare chiusure immediate di
impianti con conseguenti situazioni di “emergenza rifiuti”), ma anche
critico nei confronti di ogni tipo di inquinamento, compreso quello
provocato dal vivaismo: prima della nascita di Sel molti di noi erano impegnati
nell’Associazione per la Sinistra ed è proprio sul vivaismo e su altre
tematiche ambientali che nel 2007 ci presentammo in una coalizione alternativa
al centrosinistra che candidava Renzo Berti a Sindaco e nel 2009 facemmo
altrettanto perché Federica Fratoni non ci dette sufficienti garanzie di
attuazione del Documento Programmatico che avevamo concordato e firmato il 30
dicembre 2008 nella coalizione di centrosinistra per la Provincia di Pistoia
(purtroppo ne abbiamo avuto ampia conferma nei successivi tre anni, fino al
punto che il 17 dicembre 2012 la Provincia di Pistoia ha approvato un Piano
Interprovinciale Rifiuti che prevede la quintuplicazione dell’incenerimento
(quindi anche una quintuplicazione delle emissioni derivanti da questa
fonte sempre nella stessa area metropolitana a forma di conca dove
svolazzerebbero le emissioni della Repower di Ponte alla Pergola), destinando a
questa scelta irresponsabile oltre 300 milioni di euro (anche questi a carico delle
tariffe dei cittadini nei prossimi 20 anni, come sono a carico dei cittadini le
compensazioni economiche date alle centrali elettriche nei periodi di
inattività per assenza di domanda).
Il nostro impegno continuerà contro
tutti gli inquinamenti e le porte di Sel sono aperte a tutte le persone che
vogliono aiutarci a realizzare le nostre, serie e responsabili, proposte
programmatiche per uno sviluppo qualitativamente diverso.
Cordiali saluti.
Giuliano Ciampolini
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 10 marzo 2013 | 08:33 - ©
Quarrata/news]
il "comitato ambientale di Bottegone" non esiste, si chiama "comitato badia-bottegone-agliana".
RispondiEliminaa parte questo , le riflessioni di ciampolini sono condivisibili e di buon senso.
ammirevole il suo interessamento e documentazione.
FRANCESCO A. RISPONDE A CIAMPOLINI – PARTE PRIMA
RispondiEliminaSalve, intanto la ringrazio della risposta, alla quale mi permetto di fornire ulteriori delucidazioni. So benissimo che la S sta per sinistra (sono un vostro elettore), solo che io non credo debba esistere né una sinistra né una destra, ma bensì una giusta convergenza degli interessi sociali, indi ho volontariamente idealizzato un più utile Sviluppo, perché credo che dobbiamo giocoforza rinnovarci e sviluppare un’economia sempre più stagnante.
Le porgo umilmente alcune considerazioni, intanto non sposo l’idea Repower, ma nemmeno la escludo per partito preso, inoltre i due “autorevoli esperti energetici”, a quanto pare così esperti non lo sono, dal momento che la frase: “In Italia c’è una sovracapacità produttiva di elettricità
• Totale capacità produttiva 123 mila Mw
• Consumi max richiesti dalla rete 57 mila Mwh”, è una frase palesemente faziosa ed invito sia lei che il mio partito a detta riflessione: – in Italia esiste sovracapacità produttiva in termini di strutture, ma non in termini di fattibilità, detta producibilità rappresenta quello che la nostra nazione potrebbe produrre se fossero azionati tutti gli impianti, compresi quelli più vecchi e costosi.
Abbiamo centrali vecchie di 50 anni, che hanno rendimenti del 20% ed inquinano da soli quanto 100 centrali nuove, questo è uno dei motivi, per cui l’energia elettrica è così costosa nel nostro paese, ad avvalorare il tutto, le invio un link (http://www.ternait/default/Home/SISTEMA_ELETTRICO/mercato_elettrico/ImportExport.aspx) dove la stessa TERN, indica il nostro paese, come il maggiore importatore europeo di energia elettrica, comprenderà quindi, che se fossimo in grado di iperprodurre (o solo produrre) detta energia, non ricorreremmo ad importarla da paesi esteri, con aggravi finanziari e di scorie radioattive, che come lei ben saprà, importiamo assieme all’energia elettrica prodotta dal nucleare, scorie il cui smaltimento non è proprio un “sogno ecologico”.
Riguardo ai proclami della stessa Repower, non so che dirle, se non che io da cittadino, mi auguro si produca energia dal metano e non dal carbone, il quale ha però dalla sua, convenienza economica per le multinazionali (ma maggiori preoccupazioni per noi).
Anche io mi auguro una soluzione, per il calore residuo della suddetta centrale, ma mi guardo bene dal bocciarla per questo, dal momento che attualmente produciamo energia con centrali che hanno rendimenti del 30% se va bene (il progetto REPOWER prevede il 60% escluso calore residuo) ed hanno calore residuo ben più ingente.
La riconversione delle centrali di Livorno e Piombino è cosa che approvo, ma che è economicamente disastrosa, in quanto la riconversione di centrali così obsolete, sarebbe più costosa e meno performante di una costruzione nuova come quella proposta, tanto è vero che le proprietà di dette centrali rifiutano il repowering, quindi io da cittadino, non solo di Pistoia, ma dell’intera Toscana, mi domando con che coraggio rifiutiamo costruzioni nuove come quella proposta, a discapito di altre persone, perché al momento noi usiamo energia, che viene anche in parte prodotta, da centrali altamente inquinanti come quelle di Livorno e Piombino, i cui abitanti sì che avrebbero di che lamentarsi! – SEGUE –
FRANCESCO A. RISPONDE A CIAMPOLINI – PARTE SECONDA
RispondiEliminaQuesto sarebbe sano egoismo, da cui mi dissocio e da cui sono certo anche lei si dissocerà.
Io vorrei che si producesse energia, escludendo il più possibile le fonti fossili ed al tempo stesso tenere conto del bilancio economico, anche perché ci sono 3 constatazioni da fare:
1) Nella bolletta dell’Enel viene preso il 7%, per essere destinato ad incentivare le rinnovabili, che al momento costano molto di più di quello che producono, insomma se ottenessimo il 100% di energia dal fotovoltaico, oltre a distruggere l’Italia dal punto di vista ambientale e visivo, visti i costi andremmo in fallimento.
2) Quali sono veramente le energie rinnovabili? A parer mio solo l’eolico, lo sfruttamento delle maree, l’idroelettrico e il geotermico, infatti le BIOMASSE sono una truffa ecologica (http://www.epiprev.it/articolo_scientifico/impatti-ambientali-e-sanitari-prodotti-dalla-combustione-di-biomasse-legnose-la) (https://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:hIj_RXXU1SQJ:files.meetup.com/689939/Prof%2520Federico%2520Valerio%2520sulle%2520biomasse.pdf+&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEESidwfUOqVdPUXRaxq_sPe88opZft4vdNj8cAaKiSkM9Sn-3YRQkKBq3_AWIleguclp4qv2FLXzMZ7x9Uhx_vyGP1FfKko9LJcLneQjr1zORRpjA2r6778MEBJidBdma9eF9-DQz&sig=AHIEtbS5szxA5sRvRAJwqKDciOstQSCvhg)e grossi dubbi anche per il FOTOVOLTAICO (http://www.greenstyle.it/fotovoltaico-produce-rifiuti-tossici-allarme-dalla-california-15111.html)(http://www.ilgiornale.it/news/quanto-inquina-l-energia-pulita.html).
3) Non potendo ottenere il totale dell’energia richiesta dalle rinnovabili (il loro contributo non sarà mai preponderante), dobbiamo giocoforza ricorrere al fossile (almeno per diversi anni), di cui la migliore scelta è il METANO.
Non ho ben compreso la sua al riguardo ai particolati primario e secondario (in realtà si evince un primario nullo ed un secondario ininfluente nelle indicazioni che le ho esposto in altro articolo).
Centrale REPOWER, vi sono le ragioni del progetto e quelle delle opposizioni, come lei giustamente afferma non si può prendere per oro colato quelle del proponente, ma se mi permette, nemmeno quelle di chi si oppone, per questo io da cittadino, prendo per vere le constatazioni, di chi è deputato a controllare il tutto, anche perché non possiamo sostituirci agli enti preposti, pena il caos, indi giuste le valutazioni e le opposizioni, ma operando una scelta tra i primi ed i secondi, io mi fido dei terzi.
Non sono d’accordo, su quanto sia fatto a controllo dell’ambiente nel nostro territorio (vi ho votato per questo, anche se vedo tenete posizione solo su alcuni, disinteressandovi di altri), perché vedo un territorio privo di industrie, ma inquinato anche più di altri a vocazione industriale, abbiamo una rete stradale meno intasata di realtà come Firenze, Livorno e Prato, eppure abbiamo più inquinamento, non so chi di sia, ma di qualcuno sarà la colpa! Forse è cercando le vere responsabilità, che possiamo arrivare alle giuste soluzioni ed è quello che mi auspico per il futuro prossimo.
Spero che questa mia lunga lettera, che non è altro, che il frutto di ponderate riflessione di un umile cittadino, sia utile per comprendere un poco di più in questa intricata situazione.
Con rispetto Francesco A.