Amministrare
in nome del popolo: arriva il Tar e… le case vanno restituite – Una nuova
incredibile vicenda di ‘espropri andati a male’ per il Sindaco Eleanna
AGLIANA. È primavera, sono tornate le rondini.
Una di queste mi
ha cinguettato di un’incresciosa vicenda dell’ennesima sentenza del Tar della Toscana
che rièsuma un lontano caso dimenticato, ambiguo e preoccupante, non per i
contenuti (riguarda infatti materia d’espropriazione di terreni), ma perché
potrebbe veder attuata la massima del costituzionalista Calamandrei: “...una sentenza del Tribunale può far diventare
nero, il bianco e bianco, il nero”.
Sembra, infatti,
che la controversia tra il Comune di Agliana e i sigg. G. e A.
sull’espropriazione di un loro terreno sia stata definita da una recente sentenza
con vittoria di questi ultimi e piena soccombenza del Comune.
La vicenda
riguarda – per riflesso - tutte le case che insistono sul fazzoletto di terreno
di circa 520 metri quadrati, posto in angolo tra via E. Colzi e via delle Lame,
originariamente espropriato dal Comune per costruirvi delle residenze
economiche e popolari, mai costruite, peraltro.
Sembra
- che la sentenza abbia
riconosciuto l’illegittimità del provvedimento d’espropriazione, mai concluso e
formalizzato, statuendo il risarcimento del danno patrimoniale e non
patrimoniale;
- che il Tar abbia
riconosciuto l’invalidazione piena dell’atto d’esproprio e quindi, l’illegittimo
trasferimento della proprietà del terreno che non è mai stata effettuata e
conclusa;
- che anche gli
atti rogati per gli acquisti delle residenze da parte di terzi (sicuramente ignari)
siano possibilmente inficiati e invalidati ab
origine, mancando il presupposto originario del titolo di proprietà di chi
ha costruito le residenze;
- anche che, in
questi giorni, la parola passerà al Genio Civile, chiamato dal Tribunale alla
stima del terreno per la determinazione del risarcimento necessario alla
soddisfazione dell’abuso nella misura di Giustizia;
- infine, che la
proprietà di tutto ciò che insiste sul terreno, potrebbe essere trasferita agli
originari proprietari dell’appezzamento: gli attuali proprietari-residenti
potrebbero veder precipitare la loro agognata abitazione nel baratro aperto dalla
sentenza.
Un nuovo terremoto
starebbe per arrivare, dunque, per la Giunta Aglianese, chiamata a render conto
ai cittadini di gravi illeciti dovuti a iniziative svolte quando la signora
Ciampolini era appena adolescente, un sindaco che, se potrà non sentirsi moralmente
responsabile delle conseguenze, non sarà sollevato dalle responsabilità
politiche conseguenti e dall’onere del risarcimento dei danni da parte della
sua Amministrazione, perpetuata in continuità di partito politico da oltre sessant’anni.
La notizia ‘soffiàtami’
dalla rondine, aggrava il già pesante fardello del caso “Capitini”, l’affair-Gentili, il concorso Nesti-Goduto
e altre amene vicende giudiziarie che pesano con risarcimenti milionari sulle stremate tasche degli
aglianesi e dunque – ahimè - anche dello scrivente.
Questa è la
dimostrazione – per chi
preferisce i fatti alle chiacchere –
di cosa sia un governo monocolore che regna indisturbato per e da
decenni su un territorio, grazie al sostegno di maggioranze bulgare.
È solo con
l’alternanza che si possono impedire situazioni di questo genere, vòlte all’attuazione
di clamorosi impicci in spregio a certi essenziali diritti degli amministrati,
da sempre trattati come dei sudditi e non come cittadini.
Ma la domanda ghiotta
è davvero un’altra: i signori G. e A., così improvvisamente resi capaci di rientrare
nella proprietà del fondo grazie alla sentenza del Tar, andranno a esercitare la
stravolgente azione di revocatoria per
la restituzione dei terreni comprensivi delle residenze indebitamente costruite
e lì solidamente comprese?
Ai posteri
l’ardua risposta.
Il semplice cittadino giornalista
Alessandro Romiti
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 10
aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]
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