PISTOIA. Nel paese delle barzellette, non è più
inverosimile niente.
Nemmeno che dei
cittadini denuncino da ben 28 anni l’emissione di polveri da parte di un
deposito di materiale edile, lamentando disagi di grande rilievo nella vita di
tutti i giorni, e che ancora la situazione sia irrisolta.
È il 29.09.1984
quando un gruppo di pistoiesi, dopo mesi di sopportazione, fa presente all’Amministrazione
comunale come l’attività svolta da una ditta edile produca una grande quantità
di polveri nell’area del c.d. “Fagiolo”, arrecando fastidio ai residenti. Gli
abitanti segnalano anche rumori fastidiosi provocati dal movimento dei mezzi
per tutta la giornata.
Passano cinquanta giorni e, visto che il Sindaco non si
degna di rispondere, i cittadini chiedono un tavolo di incontro con l’Amministrazione.
Peccato che il Comune risponda (e questa volta perlomeno risponde!) comunicando
di aver già fatto i necessari accertamenti sul sito e mostrando la più completa
indisponibilità al dialogo.
È il 1984,
dicevamo. E fin da subito appare chiaro sotto quale cattiva stella si evolverà
la vicenda.
Passano quasi venti
anni e con loro si sussegue una serie ininterrotta di esposti, note di protesta,
interpellanze, richieste, polemiche sulla cronaca locale. Nel 2000, al posto
della ditta presente fino a quel momento, arriva l’impresa “Solai Giusti”, una
colonna delle attività economiche pistoiesi. Cambia la ditta ma non mutano i
disagi.
Il 21.02.2004 l’Autorità
sanitaria invia una nota al Comune e alla Provincia esponendo i risultati conseguenti
ad un accertamento tecnico: il deposito presenta tutte una serie di carenze
strutturali e gestionali che possono essere ritenute la causa delle emissioni.
L’Autorità sanitaria contestualmente indica le misure attraverso le quali le
problematiche di natura ambientale ed igienico-sanitaria possono finalmente
essere risolte: dovranno essere realizzati un’idonea recinzione ed un impianto
di irrigazione adeguato; dovrà essere garantita la pulizia e la sicurezza della
viabilità interna; si dovrà procedere ad una riorganizzazione dell’area.
Finalmente un’ordinanza comunale, sempre nel 2004, intima all’impresa “Solai Giusti”
di realizzare entro 15 giorni dalla ricezione dell’atto gli interventi prescritti
dall’Autorità sanitaria. Pare essere arrivati ad un punto di svolta. Invece
niente. L’Autorità sanitaria stessa accerta poco dopo che l’ordinanza mai è
stata messa in pratica.
Nel marzo del
2005 alcuni cittadini presentano una denuncia-querela dove si evidenziano i disturbi
creati dall’emissione di polveri causata dall’attività di deposito di materiale
edile gestite della ditta “Giusti”. Coloro che abitano nei pressi del deposito
sono esasperati ed è comprensibile che lo siano. Immaginatevi la casa piena di
polvere. I mobili pieni di polvere. Immaginatevi così l’esterno della vostra
autovettura, i panni stesi ad asciugare. Immaginatevi di non poter aprire le
persiane, di dover tenere le finestre chiuse per non essere inondati dal
pulviscolo.
Nel 2010 comincia
il procedimento penale. Ciò che non è stato risolto con le buone, verrà risolto
con le cattive. Legambiente Pistoia si costituisce parte civile. Sono passati
due anni, il processo è cominciato. Il 2 di maggio dovrebbe iniziare l’istruttoria
dibattimentale e dovrebbero essere così sentiti i testimoni. Un nuovo pericolo,
tuttavia, incombe sulla risoluzione della questione. È infatti cambiato il
giudice che fino a questo momento aveva proceduto ed è probabile che i
difensori degli imputati non diano il consenso alla utilizzabilità degli atti
fino ad ora compiuti in giudizio, dovendosi dunque procedere ad una
rinnovazione dell’istruttoria.
Aleggia così,
come insegna la migliore tradizione italiana, il rischio della prescrizione (i
reati contestati sono contravvenzioni e perciò si prescrivono in termini
relativamente brevi). Aleggia il rischio che non sia fatta giustizia. È più che
altro continua ad aleggiare della polvere. Da almeno 28 anni.
Legambiente
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[Martedì 10
aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]
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