di Luigi
Scardigli
È una realtà ingombrante, seppur invisibile; soprattutto non
ignorabile, anche se innocua, ma pericolosissima. È il manufatto dello Spazio liberato, quell’area appartenente
all’ex Breda che sembra non volersi arrendere al nuovo e alle ruspe che
avanzano.
In questo microcosmo letteralmente scollegato dalla
quotidianità – così straniero alle dinamiche di movimento che potrebbe
risultare miracoloso alle loro sopravvivenze – si muovono, immobili, una serie
di personaggi che vivono abitualmente altrove e che ogni tanto, per necessità,
come elegantissimi lupi della steppa,
scendono a valle per rifocillarsi e urlare ai residenti i pericoli incombenti.
Giovedì, a partire dalle ore 21:25 – anche l’orario è
semplicemente provocatorio – all’interno
della struttura di viale Pacinotti, sarà rappresentato, punta di diamante dello
STIC Festival (Stagione Teatrale di Impegno Civile), La Cisterna, spettacolo teatrale scritto e diretto da Salvatore
Arena e interpretato da Massimo Zaccaria, che è un uomo abbandonato al suo
destino dalla moglie e dal figlio e attende, inutilmente, un miracolo non
richiesto, ma contemplabile e contemplato da un arto superiore che non c’è; ma
anche Pinuccio, ex dipendente di una
rimessa di lavaggio che vorrebbe poter fermare il tempo, il suo e quello di
suoi quattro compagni di sfruttamento, morti nella cisterna ricca di letali
vapori di zolfo.
È una delle tante storie minori, consumata il 3 marzo 2008 a
Molfetta e poi raccontata in località impervie, dove si arriva male con le
autovetture e soprattutto con la sensibilità, una leggenda, quella di Salvatore
Arena, che somiglia quella raccontata da Lorenzo Gori: due saggi minori, due
inquietitudini industriali, due inconsapevoli dolori, con vittime e trasporti
funebri.
Dalle 23 poi, sempre nello stesso identico sito, arriverà la
musica di Lorenzo Del Pero, senza alcuna soluzione di continuità, anche se
tutto apparirà diseguale.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 10 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]
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