di Mauro Banchini (*)
Caro Edoardo: a San Marcello e
dintorni, so di aver creato qualche maldipancia non nascondendo le mie
perplessità sull’operazione “Dynamo Camp”.
Devi sapere che nella cameretta della
casa di San Marcello ho una bella pergamena, attaccata al muro, con un
attestato che i vecchi Orlando (padroni SMI) dettero a mio nonno Olinto (il
babbo della mi’ mamma) dopo 60 (sessanta!!!) anni ininterrotti di lavoro alla
Smi. Faceva l’operaio. E fu uno dei fondatori dell’antico PPI (quello di don
Sturzo) sulla Montagna Pistoiese. Fu anche grazie al suo lavoro (e al lavoro di
tanti come lui) che gli Orlando si arricchirono a far pallottole.
Poi, dagli anni Ottanta dello scorso
secolo, i “padroni” scoprirono che Limestre e Campo Tizzoro (i due stabilimenti
storici della Montagna Pistoiese) non avrebbero potuto più garantire un certo
tipo di produttività e pian piano li chiusero. Con proteste di facciata (sempre
più flebili) di chi stava al comando nelle istituzioni pubbliche. La nostra
Montagna si impoverì ancora di più.
E qualcuno cominciò a ipotizzare l’operazione
filantropia che poi trovò sublimazione con il bel volto del grande attore USA
arrivato fra i montanini nientemeno che in elicottero. Qualcuno, all’inizio,
definì l’operazione una sorta di “lavatrice”. Anche nel senso di lavaggio delle
coscienze. Oltretutto si lessero sui giornali (poi scomparse e dunque mai del
tutto chiarite) ipotesi, decisamente prosaiche, su destinazioni urbanistiche,
ristrutturazioni edilizie, resort di lusso…
E così, dietro ai bambini malati (chi
non si intenerisce davanti a un bambino malato di tumore?), ospitati per
qualche settimana l’anno (e nelle restanti settimane che accade?) tutti sono
contenti: i potentissimi filantropi, i debolissimi politici locali (e non
solo), i montanini che non hanno più lavoro (e certo non ne avranno con questo
tipo di operazioni) però hanno visto, una volta, un mito del cinema scendere
dall’elicottero. Ipercontenti anche i media, locali e non solo, abbondantemente
aiutati da comunicati stampa e paginate pubblicitarie con una informazione dai
buoni sentimenti, dalla lacrima facile e, certo, destinata a non “scavare”.
Unico dubbioso resto io, nemico della
filantropia e dunque assolutamente estraneo al mondo d’oggi, nel pensare che se
anche i grandi filantropi pagassero le tasse che pago io, allora potrebbe
essere il servizio pubblico a garantire certi servizi …
Un abbraccio.
Mauro
Banchini
(*) - Penso che Mauro sia stato
stimolato a questo intervento dal post Lions Club. «La Mortella» per la Dynamo
Camp (vedi).
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Mercoledì 4 aprile 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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