lunedì 16 aprile 2012

FORSE LE RISPOSTE LE DÀ IL GRANDE SCHERMO


di Luigi Scardigli

In dubio pro reo. Sempre. E andrebbe scritto maiuscolo perché la libertà è il bene più prezioso, ancor prima e ancor più della salute. E anche al cospetto dell’evidenza, se non comprovabile e comprovata, è sempre meglio che un delinquente, anche se trattasi di un efferato e spietato assassino, trascorra ingiustamente la propria esistenza in libertà piuttosto che un innocente debba albergare, anche se per un giorno solo, in carcere. (*)

È vero, perché sulla mattanza di piazza della Loggia, una delle tante pagine scure, non oscure, di questa Repubblica deviata, venga apposta la parola fine, bisognerà attendere l’ultimo grado della Cassazione, ma a questo punto e dopo 38 anni di contaminazioni, non c’è da aspettarsi nulla di trascendentale, con una prevedibile assoluzione, a vario grado e titolo, per tutti gli imputati. Che ripeto: sono innocenti, almeno fino a prova contraria.
Uno Stato democratico infatti, uno Stato che possa vantare l’onore di essere chiamato tale, deve avere la forza, il coraggio, la dignità e l’onestà di riuscire a dimostrare le prove con le quali si è compiuto il delitto.
La bomba di piazza della Loggia a Brescia, che fece boom cinque anni dopo quella fatta esplodere a piazza Fontana a Milano, infatti, ha tutta l’aria di essere stata ordita dalle stesse menti, le stesse che questo Stato, che dovrebbe vergognarsi un po’, non è riuscito a condannare, consentendo a tutta la melma di sporcare e infangare ogni atto processuale, fino a trasformarlo in un inestricabile ginepraio e chiuderlo con l’agghiacciante beffa di far pagare le spese processuali ai parenti delle vittime, che si son permesse il lusso di costituirsi parte civile.
Oggi vado al cinema a vedere Diaz, un’altra pagina schifosa (il pestaggio fuori da ogni ragionevole umanità nella Caserma di Bolzaneto, a Genova, nel 2001, dopo l’uccisione di Carlo Giuliani) di questo Stato che qualche volta farebbe meglio a vergognarsi e anche in questa circostanza uscirò dalla sala cinematografica – come mi è già successo altre volte: Piazza delle cinque lune, Storia di una strage – con la sensazione che qualcosa di perverso aleggi su ognuno di noi e che le risposte a certi crimini, in questo Paese, che ogni tanto farebbe bene a vergognarsi, le diano i grandi schermi e non le aule del Tribunale.

(*) - Come spesso accade in questo Paese (n.d.r.).

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì 16 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]

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