di Luigi
Scardigli
Forse non riusciranno a fare nulla di importante, ma non
dovranno rimproverarsi nulla, soprattutto di non averci provato. Italia
Carroccio, la veterana della compagnia, quella che stamani, al piccolo teatro
Bolognini di Pistoia, darà vita alla terza replica di Gli alti e bassi di Biancaneve, è una siciliana purosangue, che
dodici anni fa circa ha incontrato Emma Dante, la regista di questa favola
vecchia e nuova riservata ai bambini, ma anche ai loro genitori.
«A Palermo quasi tutto è una scommessa – racconta Italia,
dopo essere stata bendisposta alla conversazione da un buon calice di rosso –. La
nostra poi è forse epocale. Ma non ci sentiamo pionieri di nulla e di nessuno,
se non della nostra esigenza e voglia, incontenibili, di raccontarci e
raccontare, per capire se prima che sia troppo tardi, qualcuno, tra noi, o tra
il pubblico, sia riuscito a capire qualcosa».
Con lei, a dividere e condividere palco e velleità, ma anche
rosso e spuntini da apericena, ci sono gli altri due attori, Davide Celona e
Daniela Macaluso e il tecnico che ha deciso di accettare questa sfida, Gabriele
Gugliara.
«Probabilmente hai ragione – aggiunge –. La mia maternità,
realizzata dieci anni fa e che mi ha portato in dote Giuliano, mio figlio, ha
notevolmente accentuato la nostra resistenza
creativa, che è diventata un modo di vivere, più che un percorso teatrale.
A Palermo, nell’ex fabbrica di scarpe che oggi si chiama Vicaria, ci siamo
immersi anima e corpo e senza alcun sostentamento, sponsor, agevolazioni, siamo
riusciti a costruire il nostro piccolissimo meraviglioso universo, dal quale,
spesso, riusciamo a traghettare altrove le nostre sensazioni, che sono le cose
e i colori che ci accompagnano tutti i giorni nella nostra Sicilia, terra di
contraddizioni e ricchezza, rabbia e rassegnazione».
«Tre giorni fa è stato occupato il teatro Garibaldi, a
Palermo – interviene Gabriele, che da come si relazionano a lui, parrebbe
essere qualcosa di più di un semplice supporto tecnico –, ed è stata una cosa
sensazionale. Riuscire a fare una cosa del genere, dalle nostre parti, è
qualcosa di meraviglioso, che soffre più le ritrosie generali che l’entusiasmo
dei pochi convinti. Siamo riusciti a (ri)impossessarci di qualcosa che sembrava
dovesse cadere nel dimenticatoio degli sprechi: organizzeremo eventi; anzi,
essere riusciti ad occuparlo è già un evento».
«È ovvio che crediamo in Emma Dante e nei suoi progetti – ci
tiene a dire la sua anche Daniela Macaluso –, che sono anche i nostri: sono
spettacoli che nascono dall’improvvisazione, ma che si metabolizzano nel tempo,
divenendo un veicolo fisico, con il quale cerchiamo di sintonizzarci con il
pubblico, portando le nostre esperienze, come se fossimo narratori, non
traduttori».
Il pubblico spontaneo, quello della prima domenicale di
pomeriggio, ha gradito; quello accorso ieri e oggi è decisamente meno
attendibile, perché è quello scolastico, che benedice tutto ciò che lo
sottragga dalla aule.
Forse non riusciranno a fare nulla, Italia, Daniela, Davide
e Gabriele, ma il biglietto per Godot,
in tasca, ce l’hanno e di sola andata.
Nella foto (di Luigi Scardigli) da sinistra a destra: Davide
Celona, Daniela Macaluso, Gabriele Gugliara e Italia Carroccio.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 17 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]
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