venerdì 9 novembre 2012

CONSERVATORIO DI SANTA CATERINA. TANTE PROMESSE DA ASL E COMUNE, MA ALLA RESA DEI CONTI NIENTE DI FATTO

Santa Caterina... cadens

Il Presidente Sauro Romagnani risponde alle nostre domande – La soluzione finale è vendere la struttura alla Fondazione Conservatori Toscani come previsto dalla legge?

SAN MARCELLO. Dopo aver consultato i componenti del consiglio della Fondazione, ben volentieri rispondo alla voluta dichiarata provocazione di Felice De Matteis.
È mio dovere precisare, perché non ci siano equivoci, che i componenti del Conservatorio prima e della Fondazione Conservatorio di Santa Caterina dopo, hanno ed operano a titolo gratuito.

Fino dal 2001, quando il sottoscritto è stato nominato presidente del Conservatorio, l’obiettivo è stato di recuperare l’immobile per destinarlo ad un uso pubblico. Per questo motivo sono state aperte fino da allora trattative con il comune di San Marcello e con l’Usl. Il comune aveva avanzata l’ipotesi di realizzarvi servizi destinati al pubblico, come biblioteca, archivi ed altro, mentre l’Usl ipotizzava un ampliamento dell’ospedale con relativa chiusura dei servizi che lo stesso ente ha nella sede distaccata di via Roma.
Insomma una razionalizzazione dei servizi a tutto vantaggio della popolazione. Questa soluzione, peraltro suggerita dal Conservatorio, aveva trovato l’accodo unanime dei comuni montani e dei diversi direttori, che si sono succeduti. A sostegno e dimostrazione, di queste affermazioni, la Fondazione dispone di documenti inconfutabili, come ricordava un comunicato stampa della Fondazione, del 26.04.2012, inviato a Il Tirreno e a La Nazione. Nel comunicato era citata:
1. Una lettera inviataci dal sindaco di San Marcello, data 4 aprile 2011, in cui egli riconfermava l’interesse dell’amministrazione per una parte di locali, ma poi testualmente diceva: “anticipando peraltro che, ad oggi, il Comune non dispone delle risorse necessarie per un eventuale acquisto o ristrutturazione”. A questa lettera avevamo risposto: “I locali sono tuttora a disposizione del Comune, Sindaco ci faccia sapere come vuol risolvere il problema, perché il Conservatorio non è certo in grado di offrire al comune locali gratuitamente”.
2. Una lettera all’Asl, datata 31 gennaio 2012, nella quale, dopo lunghe trattative, l’ultima delle quali con il Dott. Scarafuggi, il 18 ottobre 2011, la Fondazione richiedeva una risposta definitiva e concreta circa le intenzioni dell’Ente per l’eventuale acquisto di una porzione di edificio. La risposta è giunta il 26 aprile di quest’anno e chiudeva la trattativa in corso con queste parole: “La situazione economico-finanziaria, relativa al nostro piano degli investimenti per l’anno in corso, non consente alcun acquisto immobiliare se non assolutamente indispensabile per garantire l’erogazione dei fondamentali servizi socio sanitari. Questa situazione potrebbe variare solo qualora pervenissero specifici finanziamenti di cui, ad oggi, non ne abbiamo conoscenza”. Fine della trattativa, con un ipotetico spiraglio aperto.
Il 5 luglio si è verificato il crollo di una parte di tetto e la situazione è precipitata. Immediatamente la Fondazione si è mossa per mettere in sicurezza l’edificio. Il comune ha provveduto a transennare ed apporre i cartelli richiesti dalla legge. Ora in mancanza di interventi di enti pubblici, di società o privati interessati all’acquisto, anche dopo la pubblica dichiarazione della Fondazione della volontà di vendere a privati, la Fondazione si vede costretta ad esaminare la possibilità di cedere l’intera struttura alla Fondazione Conservatori Toscani, come previsto dalla legge.
Vorrei aggiungere, perché è giusto che si sappia, che in questi anni ci sono stati anche degli interventi a favore del Conservatorio.
Nel 2002 il Conservatorio ha sottoscritto un comodato per realizzare all’interno dell’edificio l’ufficio per il turismo (Apt), che ha comportato investimenti da parte del comune di San Marcello, la provincia di Pistoia e la Regione Toscana.
Nel 2003 la Soprintendenza per i beni architettonici di Firenze, Pistoia, Prato è intervenuta con un sostanzioso contributo per il rifacimento del tetto della chiesa di Santa Caterina che altrimenti avrebbe corso seri rischi.
Nel 2009 La Fondazione CRPP (Caripit – n.d.r.) e la provincia di Pistoia hanno dato un contributo perché si potesse redigere l’inventario del conservatorio e la relativa pubblicazione degli atti.
Cordiali saluti.
Dott. Sauro Romagnani
Presidente Fondazione Conservatorio di Santa Caterina
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 9 novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

2 commenti:

  1. Ringrazio personalmente, per la vecchia e mantenuta amicizia, Sauro Romagnani.
    Però, una domanda alla sua esauriente risposta - in primis che tutto è fatto, finalmente, a titolo gratuito - debbo continuare a porgliela. La mia proposta di vendita del Villone, la "mossa di schiena" della sig.ra Aschieri - leggi Fondazione Cassa di Risparmio - e l'impegno eventuale del Sindaco Cormio per accellerare le eventuali pratiche connesse al salvataggio di Santa Caterina, sono percorribili o no? A questa domanda corrisponde una non risposta, che poi è il cuore del problema.Conoscendo Sauro Romagnani, gli sarà rimasto "nella penna". Questo io chiedevo ed a questo non mi è stato risposto. Senza alcuna vena polemica, perchè, talvolta l'unione fà la forza! Se poi l'ipotesi e sconclusionata, si dica.

    RispondiElimina
  2. Sarebbe interessante verificare come le altre Fondazioni, costituite in Toscana dopo la legge Gelmini del 2006, hanno in effetti funzionato. Come si sono messe per rilanciare (appunto tramite lo strumento della Fondazione) questi - talora eccezionali - immobili pieni di storia. Oppure son tutte a lamentare fallimenti come quella di San Marcello?

    Che lo spazio del Santa Caterina dovesse crollare (e che sia destinato a crollare ancora di più) era abbastanza chiaro, in assenza di interventi seri di manutenzione e di rilancio. Così come la prospettiva che qualcuno si prenda gratis(o quasi) il rudere per poi abbatterlo e costruirci ex novo, appartiene purtroppo all'ordine delle cose. Ma in questo modo, privatizzando un bene da sempre comunitario, la comunità ci perderebbe di sicuro.

    In tutti questi anni, al di là della buona volontà di chi si è impegnato e al netto di una questione non certo semplice, a essere mancata è forse la progettualità e (forse) pure la capacità di bussare alle porte giuste per trovare, in Italia o altrove, linee di finanziamento peraltro comunque e sempre basabili su progetti.

    Oggi è tutto più difficile, nella crisi in cui siamo immersi. Ma possibile che non si possa più fare nulla? Chi sono i dirigenti della Fondazione Conservatori Toscani (di cui, sul web, non si trova traccia)? Possibile che sulla Montagna Pistoiese alcuni grandi "contenitori" di storie comunitarie (penso al fallimento del progetto di reindustrializzazione a Campo Tizzoro) siano destinati solo a fallire? Dove sta il baco?

    E se è vero che dalle finanze della CM sono spariti, nel silenzio generale e senza che alcuno se ne fosse accorto, milionate di euro, come non pensare alle tante occasioi perse per un rilancio effettivo?

    RispondiElimina

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.