di FELICE DE MATTEIS
Le
fantasiose risposte sulla débâcle dei Fresh del Monte dei Paschi – Se non
riscuotono oggi, i pistoiesi lo potranno fino al… 2099 – E il potere del Prof.?
«Al massimo (!) è quello
di dire sì o no ai progetti che vengono presentati alla Fondazione»
PISTOIA. Poi, magari, si offende
se qualcuno osa dirgli: «Ma chi crede di prendere in giro?».
Ci
riferiamo ovviamente a Lui, il Chiar.mo Prof. Paci/ Papa/ Papà della Fondazione
Caripit, che alla preconfezionata domanda di un articolista della Nazione,
che ha per lo meno il buon gusto di non firmarsi, su chi siano i “poteri forti”
in Pistoia, risponde testualmente: «Il Sindaco, per esempio,
quando mi obbliga a un determinato percorso in auto mettendo sensi unici e
divieti».
PROFESSORI
CATTEDRATICI
Lo sanno tutti che cattedratici, in
Italia, si diventa per cooptazione: cioè c’è qualcuno che ti fa diventare,
punto e basta.
C’è però da chiedersi come sia possibile
in certi casi, perché a leggere le risposte di Paci alla Nazione,
nasce il dubbio che, alle spalle, vi sia una logica, un ragionamento, un consilium,
come avrebbero detto i latini: cioè un piano.
C’è solo un ruota libera di
esternazioni che vengono giù come un Te, deum a sé stesso, che
testimonia una carenza di base in strumenti logico-ragionativi sopraffatti da
una “orchite spirituale di autostima”, ma di quelle evidentemente
autoesaltate e, perciò, prive di qualsiasi segno di degna credibilità.
Tra il comico e il grottesco, si direbbe:
un intervento che viene sparato su La Nazione solo perché Paci,
fin da quando fu preso a frustate da questo blog, gli girò le spalle come una
vecchia comare che toglie la parola alle compagne che lavano i panni alla
stessa gora.
Ma “lui è un uomo d’onore”, per usare
una famosa frase shakespeariana; e non si sporca le mani a rispondere
direttamente a chi l’interroga: è proprio un Papa, non c’è che dire. E con
una bella tiara in testa. Ma che a noi sembra più che malinconica, triste e
sghemba.
Come blog e come suscitatori di
dibattito – che non è il forte di
questa città e di questa piazza fin troppo provinciale – noi diciamo solo una
cosa: che ci aspettiamo, ora (e sarebbe nostro diritto per dovere d’informazione),
di essere chiamati dalla Nazione a una bella intervista di due pagine fatta
a noi come controvoce e contraltare di Paci. O altrimenti, davvero, qui, in
questa libera città di Bertinelli, si fa parlare (come del resto Tvl sul
parcheggio di San Bartolomeo) solo una campana.
Quella, cioè, che resta più comoda e
consona.
Edoardo
Bianchini
P.S. – Questo di De Matteis è il primo
intervento sull’intervista del secolo (è buona, infatti, fino al 2099…). È il
pezzo, per così dire, a caldo: quello etico-morale.
A breve ci sarà almeno un intervento di
tipo tecnico. Abbiate fiducia.
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Avete
letto bene, dice proprio così e si rende benissimo conto, non forse il
redattore, di continuare a prendere in giro i sempre meno lettori della stampa “organica”
che, nell’occasione, si presta a fare da cassa di risonanza alle curiali
affermazioni e, di fatto, recita il copione del Bollettino della Fondazione.
È
così, purtroppo, ed io mi chiedo chi me lo faccia fare, da cinquanta anni, di
recarmi tutte le mattine a comperare questo quotidiano con l’illusione di
leggere cose interessanti e “fresche”.
Ci
sembra di scorgere, anche un riferimento a questo blog, nella benevola
presentazione del cursus vitae che La Nazione tinteggia benevola,
compiacente e compiaciuta, quando scrive riguardo al Chiar.mo Prof. che «nell’Ultimo
periodo, quasi sempre sotto traccia c’è stata qualche contestazione per la sua
permanenza senza soluzione di continuità alla guida della Fondazione Caripit».
Il
prosieguo delle domande e delle risposte è solo il “corpus” incompleto di
quelle a suo tempo poste da Quarrata/news ed inevase, ad oggi.
In
breve sintesi: la Caripit non ha perso la sua autonomia avendo il presidente
del Cda (che non conta niente – n.d.r.), un
consigliere e il presidente del collegio sindacale. Ma per Papa/Papà va bene
così e le deficienze sopra esposte, nonché il ruolo minimale assunto dalla
Caripit, viene presentato come un successone ed una mirabile opera di
ingegneria bancaria. Grasso che cola!
Specialmente
con un presidente Caripit, homo ridens, che non conta più un fico secco
ed un presidente del collegio sindacale che, se veramente contasse qualcosa, ci
verrebbe a spiegare chi, come e quando sono stati acquistati i dieci milioni di
carta straccia Fresh e quali strategie mercantili e non solo hanno
favorito e prodotto questo disastro.
Un
disastro che il leader maximus dice abbia generato un utile per circa
2,5 milioni di euro, con una resa, dal 2008 a luglio 2012, del 28%.
Il
nostro sta parlando dei titoli MPS acquistati quando nella deputazione della
stessa era presente la sua nobile progenie, alla quale fu dato nome di Eugenio
VII, anche lui professore universitario ordinario come il Padre, che però con
questa operazione, sicuramente, non c’entra nulla.
E
comunque, dice sempre Papa/Papà, dispiacerebbe l’eventualità di una perdita,
che di fatto c’è già, aggiungiamo noi, considerando la quotazione attuale del titolo,
e i 2,5 milioni di euro di interessi già ampiamente “fumati” dalla quotazione
attuale dei titoli stessi.
Questa
domandina è rimasta, però, nella penna dell’intervistatore; può capitare, no?
Tanto i titoli argentini, quelli Parmalat etc., riguardano il Ruanda, mica i
piccoli e medi investitori nostrani!
Ecco
perché alle domande dei tre ardimentosi nell’ultimo consiglio generale del
Conclave del 28 febbraio (Bujani, Turco, Pieraccioli), si è preferito
rispondere non rispondendo e rimandando a tempi migliori: che, come si vede
dalla Nazione, sono arrivati.
Vorrà
la nostra triade di curiosi accontentarsi o, al contrario, vorrà (dando voce
anche a noi, miserevoli utenti) pretendere spiegazioni?
Scusate,
ognuno è libero di farsi prendere per i fondelli, ma c’è qualcuno che non si
sentirebbe preso in giro quando alla compiacente domandina «Adesso
il pagamento della cedole (riferito ai Fresh –
n.d.r.) è stato sospeso, però.», la risposta è: «Solo
in via temporanea. La magistratura sta svolgendo il suo lavoro, ci vorrà un po’
di tempo. Ma d’altronde ne abbiamo a volontà: il titolo scade nel 2099…..» – quando il
Pro(de)f. Ivanhoe sarà ancora… Presidente della Fondazione Caripit?
Da
qui al 2099 riusciremo a comprendere le motivazioni che hanno indotto anche a
comperare una porzione di stabile del Palazzo Sozzifanti, il fabbricato per l’Uniser,
la fontana di Buren, due posti macchina nel parcheggio dell’Avv. Bujani, che
era proprietario del fondo, che non aveva soldi per fare tutto in proprio, che
ha effettuato una caritatevole permuta e che ha favorito la creazione di nove
posti macchina nel suo ex terreno? Se mai ci sia stata speculazione della ditta
esecutrice e non suo, questo lo approfondiremo; non c’è dubbio.
Qualcuno
vorrebbe che aggiungessimo un’altra domanda, già posta a suo tempo: è stato
acquistato nel palazzo Sozzifanti anche un fondo/appartamento per qualche
parente di Papa/Papà? Anche un posto macchina? A chi mi chiede di porre queste domande,
già poste a suo tempo, io rispondo: ma che vi interessa? Se anche fosse, l’ipotetico
ed eventuale conflitto di interesse vale solo per il Berlusca, no?
Spero
che il responsabile di Quarrata/news non mi “tagli”: ne avrebbe ben
donde, ma d’altronde quando si legge in questa intervista/peana la domanda «E
il potere personale di Paci? Qual è?» e la risposta: «Il
mio, al massimo (!) è quello di dire sì o no ai progetti che vengono presentati
alla Fondazione», si comprende che, per quanto il cronista
voglia essere accomodante ed accondiscendente, questa voce dal sen fuggita
non sia altro che il più secco «comando io e faccio come
mi pare», a meno che nell’intervista non sia rimasto nella
penna il prosieguo della risposta, e cioè: «Assieme al consiglio di
amministrazione ed al consiglio generale della Fondazione, come da Statuto»…
E
già che ci siamo, per terminare questa “sbottacciata” di celebri domande e di celebri
risposte, il Chiar.mo Pro(de)f. ci fa sapere che dietro un incarico non ci sono
per forza trame oscure, ma impegno e passione; e sana e cieca ubbidienza,
aggiungiamo noi, unitamente alla Divina Provvidenza, che tende a ispirare
sempre i cattolici in corso legale – come Paci ebbe a dire
anche la sera che ci insegnò il perché il cattolico deve fare politica col Vangelo
in mano, colà, a Montale, in casa di don Firindelli.
Ivanhoe
ci dice anche che, se qualcuno mai gli farà notare di non essere più all’altezza,
lascerà senza problemi.
Ma
dice così perché sa che nessuno avrà l’ardire di dirglielo, pur pensandolo:
eppure i “cardinali” ultraottantenni, Lui – come il suo collega di Roma – li ha
ben messi in un elenco a parte senza diritto di voto o quant’altro. E
zitti.
Lui
che gli ottanta li ha superati, però, può continuare ad esercitare il suo triregno
perché, da buon Professore di economia, ha scoperto che “scorporando” l’Iva dalla
sua età anagrafica, specialmente se si sente “oggetto di lusso”, può arrivare al
41% di diminuzione e quindi prevedere altri lustri di incontrastato Papato. Almeno
fino al… 2099.
In
questo ulteriore lasso di tempo, intanto, e alla faccia dei volteggianti
avvoltoi, che pure – come si dice a Pistoia – c’ènno eccome, un’intervistina
plaudente oggi, una domani, et voilà, il gioco è fatto!
Habemus Papam: et Papa restat.
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sull’immagine per ingrandirla.
[Lunedì
11 marzo 2013 | 12:00 - © Quarrata/news]
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