venerdì 13 aprile 2012

EFFETTO-BARTOLI: 139. SULLE ALI DELLA DIGNITÀ


Lettera-comunicato del Professore che lamenta problemi di democrazia nel Pd – «Una gestione antidemocratica di un Partito comporta antidemocrazia nelle istituzioni. E dove non c’è democrazia non c’è crescita, non c’è stato sociale, non c’è comunità capace di stare in questo mondo trasformato» – Tutti i nomi dei dissidenti

Da La Nazione
Ho letto 139 nomi sulle ali della dignità e ringrazio tutte queste persone che non abbassano gli occhi, non girano la testa, non fingono di non sapere e non sopportano le bugie.
Quello che sta accadendo a Pistoia in questi giorni è una vicenda che accade ormai da anni in tutte le parti d’Italia: il Partito Democratico ha al proprio interno un problema di democrazia interna. Grave problema per un partito che si definisce proprio Democratico.

Non importa andare molto lontano, è sufficiente uscire dai confini del Comune di Pistoia e rimanere nella Provincia. A San Marcello il Partito Democratico decide di non fare le primarie. Un iscritto al Pd, Assessore uscente, David Ulivagnoli, fa ricorso agli organi di garanzia, i quali gli danno ragione. I dirigenti di San Marcello decidono di non ottemperare alla decisione degli organi di garanzia. Le primarie non si faranno. David Ulivagnoli esce dal Partito e dichiara ai giornali: non voterò Pd. Una vicenda che oltretutto, senza dubbio, meriterebbe il commissariamento degli organi dirigenti del Pd di San Marcello.
La mia vicenda è stata definita “personale”. La vicenda di David Ulivagnoli sarà definita “personale”, come la vicenda di 139 iscritti che hanno restituito la tessera a Pistoia e quella di coloro che restituiranno la tessera a San Marcello.
È evidente che ormai di personale e non politico c’è soltanto la gestione di un Partito sempre meno Partito e sempre più congrega. Un tempo i partiti erano al servizio delle istituzioni. Poi si verificò che le istituzioni fossero al servizio dei Partiti. Adesso i Partiti (e il rischio è che lo divengano anche le istituzioni) sono al servizio di gruppi di persone che pensano a sé, né al Partito, né alle istituzioni. Il Partito è solo un marchio da conquistare a colpi di maggioranza, un marchio di cui appropriarsi facendo fuori minoranze e alternative. Sì, perché questo marchio di per sé consente un consenso sufficiente per garantire vittorie o l’ingresso nelle istituzioni. Ciò che sta dietro al marchio non conta assolutamente nulla.
Nonostante l’incredibile diversità che intercorre tra le vicende, esiste tuttavia un nesso tra quanto accaduto qui a Pistoia e le numerose vicende-scandalo connesse al finanziamento dei partiti. In entrambi i casi, pur trattandosi di atti del tutto differenti, si assiste comunque alla negazione dei fondamenti che sono alla base della convivenza in un partito, alla strumentalizzazione delle posizioni di vertice per affermare ciò che non ha nulla a che vedere con interessi dello stesso Partito.
Il punto politico più significativo sta nel fatto che non solo esiste una relazione tra la situazione in cui si trova l’Italia e la crisi dei Partiti, ma soprattutto che esiste un nesso tra l’impossibilità di uscire dalla crisi e la crisi democratica che avvolge i Partiti. In altri termini, soltanto se saremo in grado di riportare democrazia, senso civico, dimensione pubblica e collettiva nei partiti, i partiti torneranno ad essere quello che devono essere e il Paese potrà uscire dalla crisi. Ciò perché la cultura politica che esiste in un Partito è destinata poi a trasfondersi nella cultura politica delle istituzioni. Una gestione antidemocratica di un Partito comporta antidemocrazia nelle istituzioni. E dove non c’è democrazia non c’è crescita, non c’è stato sociale, non c’è comunità capace di stare in questo mondo trasformato.
Io avrei voluto stare nel Pd, avrei voluto votare Pd e non mi è stato concesso. Io che per il Pd ho messo in gioco me stesso, il mio lavoro, la mia famiglia, tutto quello che ho, mentre il Pd fin dall’inizio ha deciso di sostenere un altro candidato, senza mettere in gioco nulla, ma svolgendo solo il suo impiego. E a questo punto sarebbe bello sapere se alla discriminazione politica il Pd ha aggiunto anche quella finanziaria. Per certo Scegliamo Pistoia ha messo in gioco anche le proprie finanze.
139 iscritti si sono collocati sulle ali della dignità. Ali grandi, ali possenti, le ali che permettono di stare al mondo in piedi, a testa alta, di guardare negli occhi la verità dei fatti, di occuparsi di noi, dei nostri figli e dei nostri anziani, del nostro lavoro, delle nostre scuole, della salute. Queste ali, che spuntano tutte le volte in cui la partita in gioco diviene fondamentale, sono immutabili. Il numero di 139 è invece destinato ad aumentare.
Roberto Bartoli
* * *
ELENCO COMPLETO DEI SOTTOSCRITTORI
(E ALTRI STANNO PER AGGIUNGERSI ALLA LISTA)

Scusandoci per il differimento, pubblichiamo l’elenco (per ora) completo dei sottoscrittori del comunicato di questa mattina ( http://robertobartoli.com/2012/04/12/139-militanti-lasciano-il-partito/). A questi sono da aggiungere alcuni altri tesserati (circa 30) che per ragioni varie hanno legittimamente deciso di non esporsi alla stampa e agli altri mezzi di comunicazione pubblica e di fuoriuscire dal partito in forma autonoma. I nomi di altri militanti che avevano comunicato di voler uscire dal partito non compaiono ancora, per correttezza, in questa lista poiché attendiamo di avere una loro ulteriore conferma.

Massimo Alby, Rosanna Angeli, Luigi Angeli, Roberto Antonelli, Anna Baldi, Caterina Baldi, Martino Baldi, Massimo Baldi, Dorando Bargellini, Franca Barontini, Alvaro Bartoli, Maria Bartoli, Renzo Bartoli, Andrea Bartolini, Francesco Bartolini, Giorgio Bartolini, Grazia Batisti, Eugenio Beacci, Giuseppina Beacci, Andrea Becattini, Cecilia Becattini, Chiara Becattini, Eva Bendinelli, Francesco Benedetto, Fernando Benedetto, Maria Celeste Benedetto, Floriano Beneforti, Daniela Bettini, Grazia Biagini, Rossella Biagini, Tamara Bracali, Roberto Braccini, Barbara Brandolini, Franco Breschi, Saverio Breschi, Filippo Buccarelli, Maria Alba Buonaccorsi, Luigina Calistri, Patrizia Calzaretta, Andrea Camuso, Viviana Camuso, Federico Cappelli, Giorgio Cappelli, Nicola Cappelli, Romano Cappelli, Roberto Carifi, Giacomo Carnesecchi, Alfio Casagrande, Algera Casagrande, Alessandro Cenerini, Giovanni Cenerini, Anna Maria Chirchirillo, Michele Cocchi, Giulio Colomeiciuc, Lorenzo Cristofani, Alessandro Dani, Andrea Dani, Emo Danti, Andrea Degli Esposti, Sabina Desi, Graziella Durante, Massimo Durante, Valentino Durante, Carmelo Elia, Romano Fedi, Giovanna Maria Fedi, Fulvia Gaggioli, Maura Gemma Gavalsani, Anna Gemelli, Eloisa Germinara, Franca Ghelli, Gabriella Ghelli, Paolo Gherardelli, Andrea Giacomelli, Samuele Giani, Manuela Gianni, Alessio Giannoni, Cristina Giorgio, Francesco Goffredi, Elena Gori, Silvano Gori, Simone Gori, Ennio Guglielmelli, Silvia Guglielmelli, Lorenzo Ignudi, Massimo Ignudi, Lisa Innocenti, Marcella Innocenti, Margherita Landini, Federica Lenzi, Annalisa Lucarelli, Maria Verena Lucarelli, Carlo Mariani, Andrea Matani, Lorenzo Matani, Anrea Mati, Alessandro Mencarelli, Michele Mengoli, Pierpaolo Minutoli, Andrea Monti, Mario Monti, Mariella Niccolini, Franco Pacini, Matteo Palchetti, Alessia Paolacci Bacialli, Marcello Paolacci Bacialli, Simone Pedri, Valentina Pedroni, Tiziano Pellegrini, Lorenzo Pisaneschi, Alessio Pisaneschi, Mauro Pompei, Aldo Quieti, Sabrina Ragno, Luca Ricci, Lorenzo Santini, Paolo Santini, Francesco Scaglione, Salvatore Scarola, Fabio Scarola, Francesco Scarola, Umberto Sechi, Gualtiero Serri, Giacomo Sguazzoni, Lorena Soldani, Massimo Talone, Ornella Tasselli, Carlo Tilli, Primo Titillo, Sandra Trefoloni, Lorenzo Vagaggini, Valerio Vannini, Marco Vannini, Luciano Vannucci, Annamaria Venturini, Franca Venturini, Massimiliano Vivoli, Sergio Vivoli, Sabrina Zini, Rita Zorzan.

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[Venerdì 13 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]

1 commento:

  1. Ci sono anche io in questa lista (DAVID MARINI) anche se il mio nome, erroneamente, non compare. E ci sono anche moltissimi altri nomi di persone a me vicine che non vogliono comparire (per ragioni loro) pubblicamente, ma basta andare nelle sedi locali e sincerarsene.
    Provo una rabbia impotente enorme per l'insipienza, la faciloneria e l'incapacita' dei nostri politici locali e nazionali. Sara' anche qualunquismo, ma la la situazione di calpestamento della democrazia mi sembra sia drammatica: "il mondo a trista ruina par disposto"...
    David Marini

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