Lettera-comunicato del Professore che lamenta problemi di
democrazia nel Pd – «Una gestione antidemocratica di un Partito comporta
antidemocrazia nelle istituzioni. E dove non c’è democrazia non c’è crescita,
non c’è stato sociale, non c’è comunità capace di stare in questo mondo
trasformato» – Tutti i nomi dei dissidenti
Da La Nazione |
Ho
letto 139 nomi sulle ali della dignità e ringrazio tutte queste persone che non
abbassano gli occhi, non girano la testa, non fingono di non sapere e non
sopportano le bugie.
Quello
che sta accadendo a Pistoia in questi giorni è una vicenda che accade ormai da
anni in tutte le parti d’Italia: il Partito Democratico ha al proprio interno
un problema di democrazia interna. Grave problema per un partito che si
definisce proprio Democratico.
Non
importa andare molto lontano, è sufficiente uscire dai confini del Comune di
Pistoia e rimanere nella Provincia. A San Marcello il Partito Democratico
decide di non fare le primarie. Un iscritto al Pd, Assessore uscente, David
Ulivagnoli, fa ricorso agli organi di garanzia, i quali gli danno ragione. I
dirigenti di San Marcello decidono di non ottemperare alla decisione degli
organi di garanzia. Le primarie non si faranno. David Ulivagnoli esce dal Partito
e dichiara ai giornali: non voterò Pd. Una vicenda che oltretutto, senza
dubbio, meriterebbe il commissariamento degli organi dirigenti del Pd di San
Marcello.
La
mia vicenda è stata definita “personale”. La vicenda di David Ulivagnoli sarà
definita “personale”, come la vicenda di 139 iscritti che hanno restituito la
tessera a Pistoia e quella di coloro che restituiranno la tessera a San
Marcello.
È
evidente che ormai di personale e non politico c’è soltanto la gestione di un
Partito sempre meno Partito e sempre più congrega. Un tempo i partiti erano al
servizio delle istituzioni. Poi si verificò che le istituzioni fossero al
servizio dei Partiti. Adesso i Partiti (e il rischio è che lo divengano anche
le istituzioni) sono al servizio di gruppi di persone che pensano a sé, né al
Partito, né alle istituzioni. Il Partito è solo un marchio da conquistare a
colpi di maggioranza, un marchio di cui appropriarsi facendo fuori minoranze e
alternative. Sì, perché questo marchio di per sé consente un consenso
sufficiente per garantire vittorie o l’ingresso nelle istituzioni. Ciò che sta
dietro al marchio non conta assolutamente nulla.
Nonostante
l’incredibile diversità che intercorre tra le vicende, esiste tuttavia un nesso
tra quanto accaduto qui a Pistoia e le numerose vicende-scandalo connesse al
finanziamento dei partiti. In entrambi i casi, pur trattandosi di atti del
tutto differenti, si assiste comunque alla negazione dei fondamenti che sono alla
base della convivenza in un partito, alla strumentalizzazione delle posizioni
di vertice per affermare ciò che non ha nulla a che vedere con interessi dello
stesso Partito.
Il
punto politico più significativo sta nel fatto che non solo esiste una relazione
tra la situazione in cui si trova l’Italia e la crisi dei Partiti, ma
soprattutto che esiste un nesso tra l’impossibilità di uscire dalla crisi e la
crisi democratica che avvolge i Partiti. In altri termini, soltanto se saremo
in grado di riportare democrazia, senso civico, dimensione pubblica e
collettiva nei partiti, i partiti torneranno ad essere quello che devono essere
e il Paese potrà uscire dalla crisi. Ciò perché la cultura politica che esiste
in un Partito è destinata poi a trasfondersi nella cultura politica delle
istituzioni. Una gestione antidemocratica di un Partito comporta antidemocrazia
nelle istituzioni. E dove non c’è democrazia non c’è crescita, non c’è stato
sociale, non c’è comunità capace di stare in questo mondo trasformato.
Io
avrei voluto stare nel Pd, avrei voluto votare Pd e non mi è stato concesso. Io
che per il Pd ho messo in gioco me stesso, il mio lavoro, la mia famiglia,
tutto quello che ho, mentre il Pd fin dall’inizio ha deciso di sostenere un
altro candidato, senza mettere in gioco nulla, ma svolgendo solo il suo
impiego. E a questo punto sarebbe bello sapere se alla discriminazione politica
il Pd ha aggiunto anche quella finanziaria. Per certo Scegliamo Pistoia
ha messo in gioco anche le proprie finanze.
139
iscritti si sono collocati sulle ali della dignità. Ali grandi, ali possenti,
le ali che permettono di stare al mondo in piedi, a testa alta, di guardare
negli occhi la verità dei fatti, di occuparsi di noi, dei nostri figli e dei
nostri anziani, del nostro lavoro, delle nostre scuole, della salute. Queste
ali, che spuntano tutte le volte in cui la partita in gioco diviene
fondamentale, sono immutabili. Il numero di 139 è invece destinato ad
aumentare.
Roberto Bartoli
* * *
ELENCO COMPLETO DEI SOTTOSCRITTORI
(E ALTRI STANNO PER AGGIUNGERSI ALLA LISTA)
Scusandoci per il differimento, pubblichiamo l’elenco (per
ora) completo dei sottoscrittori del comunicato di questa mattina ( http://robertobartoli.com/2012/04/12/139-militanti-lasciano-il-partito/).
A questi sono da aggiungere alcuni altri tesserati (circa 30) che per ragioni
varie hanno legittimamente deciso di non esporsi alla stampa e agli altri mezzi
di comunicazione pubblica e di fuoriuscire dal partito in forma autonoma. I
nomi di altri militanti che avevano comunicato di voler uscire dal partito non
compaiono ancora, per correttezza, in questa lista poiché attendiamo di avere
una loro ulteriore conferma.
Massimo Alby, Rosanna Angeli, Luigi Angeli, Roberto
Antonelli, Anna Baldi, Caterina Baldi, Martino Baldi, Massimo Baldi, Dorando
Bargellini, Franca Barontini, Alvaro Bartoli, Maria Bartoli, Renzo Bartoli,
Andrea Bartolini, Francesco Bartolini, Giorgio Bartolini, Grazia Batisti,
Eugenio Beacci, Giuseppina Beacci, Andrea Becattini, Cecilia Becattini, Chiara
Becattini, Eva Bendinelli, Francesco Benedetto, Fernando Benedetto, Maria
Celeste Benedetto, Floriano Beneforti, Daniela Bettini, Grazia Biagini,
Rossella Biagini, Tamara Bracali, Roberto Braccini, Barbara Brandolini, Franco
Breschi, Saverio Breschi, Filippo Buccarelli, Maria Alba Buonaccorsi, Luigina
Calistri, Patrizia Calzaretta, Andrea Camuso, Viviana Camuso, Federico
Cappelli, Giorgio Cappelli, Nicola Cappelli, Romano Cappelli, Roberto Carifi,
Giacomo Carnesecchi, Alfio Casagrande, Algera Casagrande, Alessandro Cenerini,
Giovanni Cenerini, Anna Maria Chirchirillo, Michele Cocchi, Giulio Colomeiciuc,
Lorenzo Cristofani, Alessandro Dani, Andrea Dani, Emo Danti, Andrea Degli
Esposti, Sabina Desi, Graziella Durante, Massimo Durante, Valentino Durante,
Carmelo Elia, Romano Fedi, Giovanna Maria Fedi, Fulvia Gaggioli, Maura Gemma
Gavalsani, Anna Gemelli, Eloisa Germinara, Franca Ghelli, Gabriella Ghelli,
Paolo Gherardelli, Andrea Giacomelli, Samuele Giani, Manuela Gianni, Alessio
Giannoni, Cristina Giorgio, Francesco Goffredi, Elena Gori, Silvano Gori,
Simone Gori, Ennio Guglielmelli, Silvia Guglielmelli, Lorenzo Ignudi, Massimo
Ignudi, Lisa Innocenti, Marcella Innocenti, Margherita Landini, Federica Lenzi,
Annalisa Lucarelli, Maria Verena Lucarelli, Carlo Mariani, Andrea Matani,
Lorenzo Matani, Anrea Mati, Alessandro Mencarelli, Michele Mengoli, Pierpaolo
Minutoli, Andrea Monti, Mario Monti, Mariella Niccolini, Franco Pacini, Matteo
Palchetti, Alessia Paolacci Bacialli, Marcello Paolacci Bacialli, Simone Pedri,
Valentina Pedroni, Tiziano Pellegrini, Lorenzo Pisaneschi, Alessio Pisaneschi,
Mauro Pompei, Aldo Quieti, Sabrina Ragno, Luca Ricci, Lorenzo Santini, Paolo
Santini, Francesco Scaglione, Salvatore Scarola, Fabio Scarola, Francesco
Scarola, Umberto Sechi, Gualtiero Serri, Giacomo Sguazzoni, Lorena Soldani,
Massimo Talone, Ornella Tasselli, Carlo Tilli, Primo Titillo, Sandra Trefoloni,
Lorenzo Vagaggini, Valerio Vannini, Marco Vannini, Luciano Vannucci, Annamaria
Venturini, Franca Venturini, Massimiliano Vivoli, Sergio Vivoli, Sabrina Zini,
Rita Zorzan.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 13 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]
Ci sono anche io in questa lista (DAVID MARINI) anche se il mio nome, erroneamente, non compare. E ci sono anche moltissimi altri nomi di persone a me vicine che non vogliono comparire (per ragioni loro) pubblicamente, ma basta andare nelle sedi locali e sincerarsene.
RispondiEliminaProvo una rabbia impotente enorme per l'insipienza, la faciloneria e l'incapacita' dei nostri politici locali e nazionali. Sara' anche qualunquismo, ma la la situazione di calpestamento della democrazia mi sembra sia drammatica: "il mondo a trista ruina par disposto"...
David Marini