martedì 17 aprile 2012

INCENERITORE. UNA VECCHIA LETTERA DI RAZZOLI


«...oltre a dover rispondere alla mia coscienza di ciò che dico e che faccio, sono responsabile delle mie scelte, sia di fronte ai cittadini, sia di fronte alla legge»

MONTALE-PIANA. La possibilità di consultare gli archivi del Comitato mi ha consentito di incontrare un atto sbiadito, però di grande pregevolezza e interesse, perché – credo – dimostra quanta tracotanza e reticenza incomba sulla vicenda dell’impianto d’incenerimento di Montale.
Chi scrive il documento è stato il primo inceneritorista, perché pariteticamente esercente la funzione di proprietario e di controllore: Piero Razzoli.
‘Struggente’ il penultimo capoverso, nel quale il Sindaco Razzoli, completamente indifferente a questo pesante vulnus etico, afferma che «...oltre a dover rispondere alla mia coscienza di ciò che dico e che faccio, sono responsabile delle mie scelte, sia di fronte ai cittadini, sia di fronte alla legge».

Era il 4 ottobre 2006 e, dopo sei mesi in via Tobagi si sarebbe perpetrato il più clamoroso illecito ambientale del territorio, distinto in tre sottospecie di reato: 1. violazione dei limiti di legge delle emissioni di inquinanti; 2. ritardo nel fermo dell’impianto; 3. getto di cose pericolose.
Questo il giudizio di fronte alla legge, con sentenza del 29.02.2012, dopo 6 anni.
Adesso è la volta del giudizio etico e morale di fronte ai cittadini che, come l’amianto, forse giungerà quando sarà troppo tardi…
Alessandro Romiti
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[Martedì 17 aprile 2012 - © Quarrata/news 2012]

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