Frega-frega: il Pdl ha speso 54
milioni di euro per attività elettorali e ne riprende 207; il Pd 19 e ne
ripiglia 180
Leggiamo le ultime novità (ovviamente
solo per modo di dire) sul nostro disastro-dissesto, che il grande Monti e la
signora Fonero, con una presunzione che non ha pari, sono convinti di poter
sanare, come fossero dei veri maghi e non – come gli altri che li hanno
preceduti – dei poveri nanetti con la sindrome di Golia.
Il Pdl ha speso 54 milioni di euro per
attività elettorali e ne riprende 207; e il Pd ne ha spesi 19 e ne ripiglia 180.
Quattro volte tanto ne intasca il
partito del Berlusca; 10 volte tanto ne imborsa il partito del Gigi di Bettola.
Non c’è proprio male: se le banche, che
Monti e la sua band di benemeriti rappresentano alla perfezione, si
comportassero così con il credito e i conti correnti, saremmo tutti ricchi come
i cinesi.
Macché. Il Pd non ha fatto altro che
rompere i marroni al Berlusca per le sue attività di bunga-bunga, ma si
è sempre dimenticato delle proprie di pela-pela, di lecca-lecca, di
ciuccia-ciuccia e di magna-magna.
È evidente che l’Italia è il Paese del tira-tira,
e che i suoi mali nascono tutti dalla doppiezza o doppietà (o come diavolo
volete) delle definizioni dei suoi difetti. E fate bene attenzione alle parole.
Da questa situazione, viene da dire,
dando retta alla religione, potrebbe salvarci solo Dio – se, bontà sua, ci
fosse.
Solo che l’unico Dio che ci viene in
mente, per le nostre condizioni da Paese sub-africano (senza offesa per i
sub-Africi, s’intende), è il creatore degli Zulù, anch’esso di nome doppio
e adatto alle nostre doppiezze: un Dio che – ma tu pensa! – si chiama uNkulunkulu.
Non è, questo, un segno del destino e la
rappresentazione più realistica e vera, per il popolo italiano, di un Paese con
un’eccellente classe politica che ogni mattina si alza e glielo tira-tira uNkulunkulu?
e.b. blogger
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 15 aprile 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
In effetti l'ipocrisia è enorme. E' del tutto chiaro che non si tratta di "rimborsi" (per quelli occorre una corrispondenza, nonchè le relative pezze d'appoggio, tra spese sostenute e denaro erogato) perchè siamo in presenza di un sostanziale "finanziamento" ai partiti politici (che non potrebbe esserci visto il referendum).
RispondiEliminaIo sono uno che ha studiato, negli anni lontani di Scienze Politiche, materie come "dottrine politiche", "scienza della politica", "storia dei partiti politici" (fra cui - con Gaetano Arfè - la nobilissima storia del partito socialista italiano. Quello di Treves, Prampolini, Nenni ...). E sono uno che, avendo pure fatto in anni lontani un po' di politica, alla Politica e al ruolo dei partiti politici ci crede.
E quando parlo di partiti intendo proprio partiti (non, cioè, "cose" personali come - oggi - la Lega Nord, l'Italia dei Valori, le 5 Stelle di Beppe Grillo, il Pdl di Berlusconi ...).
Oggi è impossibile non vedere l'urgenza di attuare, finalmente, la Costituzione dando uno status giuridico (nonchè serie norme di democrazia interna) ai partiti politici.
Siamo davvero sull'orlo di un baratro. Questi partiti se la meriterebbero alla grande la lezione del 70/80% dei cittadini che non vota o vota bianco o nullo. Forse continuerebbero a fare ciò che fanno ora (pensare che il ballo possa continuare come nulla fosse. Scegliersi da soli, ai vertici, i loro rappresentanti nelle istituzioni). Ma forse qualcuno comincerebbe a riflettere ...