Tante vite salvate grazie all’ottimo
percorso assistenziale nelle strutture di Pescia e Pistoia – Trattamento tempestivo
nelle prime 24 ore – Eccellenze a livello regionale
PISTOIA. Nell’Azienda Usl3 di Pistoia la percentuale standardizzata
dei pazienti ricoverati per ictus e morti nei successivi trenta giorni è del
7,89% contro la media nazionale del 11,61%. Si tratta di un indicatore valido e
riproducibile nell’appropriatezza ed efficacia del processo
diagnostico-terapeutico che inizia con il ricovero ospedaliero. Con questo dato
l’Azienda sanitaria pistoiese appare anche nella classifica dell’Agenzia
nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) come uno dei migliori
centri per l’ictus.
Il merito di questo ottimo risultato va soprattutto all’organizzazione
del percorso assistenziale ospedaliero realizzato a partire dal 2007 all’interno
dei presidi ospedalieri di Pescia e Pistoia (unità operative di Neurologia
diretta dal dottor Stefano Bartolini e di Medicina diretta dalla dottoressa
Grazia Panigada).
L’Ictus (stroke) è una malattia acuta
che deriva dalla occlusione (ictus ischemico) o dalla rottura (ictus
emorragico) di un’arteria cerebrale. Si tratta di un evento talvolta drammatico
che dipende dal tipo di lesione, dalla sua estensione e localizzazione.
In Italia ogni anno si verificano
200.000 casi di ictus.
Nella provincia di Pistoia i soggetti
colpiti sono invece 730 ogni anno. Prevalentemente anziani e donne.
L’ictus non è soltanto una malattia
dell’anziano (negli over 85 l’incidenza è fra il 20 ed il 35%) in quanto circa
10.000 casi, ogni anno, riguardano soggetti con età inferiore ai 54 anni. Gli
specialisti delle unità operative di neurologia medicina spiegano che il
riconoscimento precoce della sintomatologia ed una terapia adeguata ed eseguita
in urgenza dal personale sanitario esperto e formato possono ridurre le
conseguenze in termini di mortalità e disabilità (l’ictus è la prima causa di
invalidità e la seconda di demenza con perdita di autosufficienza).
Negli ospedali della provincia di
Pistoia l’ottimizzazione del percorso assistenziale è il frutto di una forte
collaborazione e sinergia tra più professionisti (medici e infermieri dei
pronto soccorsi, delle unità di terapia intensiva cardiologica, medicina,
neurologia e unità operative di riabilitazione funzionale). Il trattamento
precoce del paziente con terapia trombolitica entro 3 ore dall’insorgenza della
sintomatologia ha portato ad un continuo miglioramento del dato di
sopravvivenza degli ammalati. Nelle successive ore il paziente è sottoposto al
monitoraggio delle funzioni vitali e sotto stretto controllo neurologico.
Da evidenziare anche la precoce presa
in carico fisioterapica. Il trattamento, fisioterapico, infatti, inizia entro
24 ore dall’ingresso del paziente in reparto e prosegue, quotidianamente, per
tutto il periodo del ricovero. Durante la degenza, inoltre, viene redatto il
progetto riabilitativo individuale da parte del medico specialista in fisiatria
e del fisioterapista che già segue il paziente, per pianificare e realizzare la
“continuità riabilitativa Ospedale – Territorio” al momento della dimissione e
ridurre al minimo la disabilità conseguente alla patologia.
Nella nostra Provincia grazie al
miglioramento continuo delle cure sono circa 3.000 i pazienti che sono sopravvissuti
ad un pregresso ictus. Di questi 500 sono di età inferiore a 65 anni. Da tenere
presente che comunque circa 450 persone continuano a morire ogni anno per ictus
e quindi questa patologia rappresenta anche nella provincia pistoiese una delle
principali cause di morte. È infine da considerare che i fattori di rischio per
l’ictus sono ben noti (ipertensione, obesità, sedentarietà, fumo) e pertanto
evitabili adottando corretti stili di vita.
Daniela Ponticelli
Ufficio Stampa Ausl 3 – [comunicato]
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[Venerdì 16 novembre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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