Qualcuno dovrebbe spiegare perché l’unione
non si è fatta a giugno e per quale motivo la Comunità Montana fu soffocata per
poco meno di un quarto di milione di euro quando era a credito – si dice – di 600mila
euro da società produttrici di energia elettrica
PISTOIA-MONTAGNA. Alle 13:50 di oggi abbiamo pubblicato la notizia che aveva
questo stesso titolo, esclusa l’aggiunga Parte Seconda (vedi).
Nel corso della giornata Il Tirreno
ha preannunciato un servizio di Elisa Valentini (vedi immagine) dal titolo Montagna,
stop al Comune unico c’è accordo sull’Unione. Le giunte sono pronte a dar vita
a un ente simile alla Comunità montana.
Una chiosa va però fatta, su questo.
Per chiarezza.
L’accordo non c’è e le cose non
sembrano proprio stare come sostiene il quotidiano locale sulla pagina della
Montagna.
L’unione è un atto dovuto per legge e
verrà per forza: ma, come abbiamo scritto noi, ci sono resistenze (Danti) e
incertezze (Ceccarelli, Cormio).
Che poi si debba fare, come si dice, di
necessità virtù, non implica, di per sé, che questo si debba chiamare “accordo
fra Giunte”.
La decisione – come scrive anche Il
Tirreno – non è stata ancora ufficializzata proprio per le resistenze (e
non blande) che ancora scorrono nel sangue delle Giunte stesse (Abetone in
testa).
Fare una fuga in avanti, quindi, e dire
che c’è accordo sull’Unione, ci sembra più che una forzatura un indice
di scarsa cautela nel dare una notizia che c’è, ma ancora non c’è.
C’è da augurarsi che anche Il
Tirreno – come stiamo facendo noi da giorni – incalzi i signori Sindaci
della Montagna chiedendo loro perché non abbiano dato corso all’unione fin dal
giugno scorso, quando cioè qualcuno mandò a dire in Regione che quella
unione non s’aveva da fare.
Perché i consigli votarono a favore se
poi Ceccarelli o la Cormio o chi per loro fecero sapere alla Regione che di
quei voti se ne faceva una bella palla di carta straccia da gettare nel
cestino?
Ecco: è questo il tema da sviluppare e
l’ambiguità su cui chiamare i Comuni montani al redde rationem. Anche
per dire e dare il fatto loro a quanti hanno vanificato decisioni assembleari
senza che nessuno li avesse autorizzati a farlo con dei doverosi annullamenti.
E tutto questo, allora, che cosa
dimostrerebbe? Che in Montagna c’è accordo per saltare, ora, all’unione a piè
pari?
Si rifletta bene su questo. Come su un
altro inspiegabile fatto di cui vogliamo sapere le ragioni vere e non le
chiacchiere: perché fu ammazzata la Comunità poggiandole il cuscino sul viso e
soffocandola per un debito di appena 230mila euro, quando essa era a credito di
600mila euro (così si legge) dalle società di produzione di energia elettrica.
Quando ci sarà risposto con ragioni plausibili,
smetteremo di fare imbarazzanti domande.
e.b.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 10 novembre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
Temo proprio, blogger, che nessuno risponderà: domande troppo facili per risposte troppo difficili in una situazione, montana, sempre più misteriosa e confusa.
RispondiEliminaA proposito: che ne dicono quelli del Dynamone?