I democratici pistoiesi ortodossi nella
loro scarsa lucidità danno l’idea di essere allo sbando – Tardivo e inadeguato l’intervento
di Vannino Chiti – Prima regola, secondo Manciulli, contestare ma dall’interno
del partito e solo dopo le elezioni: cioè tacere
PISTOIA. «Puramente casuale o sottilmente calcolato che sia, il
gesto di restituire le tessere del partito il giorno che in città arriva il
segretario nazionale non fa che rendere ancora più clamorosa la protesta. A
firmarla, 139 sostenitori di Roberto Bartoli, il professore universitario
sconfitto da Samuele Bertinelli nelle primarie del centrosinistra per il candidato
sindaco e successivamente escluso dalla lista Pd per il consiglio comunale».
Sono
parole di Fabio Calamati nell’apertura della prima di Pistoia del Tirreno,
ma manca – credo – ancora un particolare: Bartoli è stato non solo
semplicemente escluso, ma sbeffeggiato e umiliato da un fideismo
integralista-ideologico che ancora ravvisa, nel monolitismo, la caratteristica
unica di quel Pd che, proprio in questo, dà una sola idea, quella di essere
allo sbando.
È vero: nel Pd pistoiese c’è un
problema di democrazia, come si legge sulla Nazione. C’è sempre stato.
Basta andare a ripercorre, con la mente, la vicenda dell’ex-sindaco Bardelli, e
lo si vedrà: la linea è netta e omogenea; qua o si è ortodossi o, da eterodossi
(in chiesa si direbbe eretici) siamo fuori e messi fuori a calci come i cani
dal tempio.
È inutile – è chiaro – che Niccolai e
Bruni rispondano ora con la replica che Bartoli giudica delirante. Ed è tardiva,
e perciò poco credibile, anche la presa di posizione di Vannino Chiti che, se
aveva intravisto o previsto le possibili conseguenze di quella che i due
segretari Niccolai e Bruni definiscono la guerriglia del Bartoli, si sarebbe
dovuto attivare e far sentire con largo anticipo prima del vero e proprio
precipitare degli eventi fino agli esiti di oggi, di stamattina.
Hanno tutti aspettato, hanno tutti
perso tempo. Se ne sono rimasti a mani in mano seguendo l’unica via nota al
vecchio Pci burocrate e burocratico: lasciar passare il tempo, ché tanto tutto
passa.
E invece questo tempo (quello del laisser
passer) è finito, è tramontato; e chi non l’ha compreso è stato còlto di
sorpresa perché è davvero fuori del tempo.
Seggio 11 |
Quanto alla asserita morbidezza di
Manciulli (così la definisce il collega Simone Trinci su La Nazione), dissento
nella maniera più assoluta da questa interpretazione dei fatti allorquando, in
virgolette, Manciulli stesso dichiara «È giusto aprire una discussione all’interno
del partito […] in una fase successiva al voto, nelle sedi e negli organismi
preposti»: insomma, onora il padre e la madre Pd e non metterti mai
contro il genitore padre-padrone. È la dimostrazione, questa, di una democrazia
che, forse, andava di moda ai tempi del dottor Živago, in ottiche e realtà del
tutto diverse.
E per continuare su questa strada,
propongo ai lettori un’interessante antologia degli scivoloni democratici
del Pd pistoiese; una lista che ci viene suggerita da un lettore, PB, che, in
un commento al post di ieri (Effetto-Bartoli a cascata. La passione infiamma
gli animi – vedi), ci indirizza verso questi link scrivendo:
tanto per arricchire la documentazione
sulla dirigenza attuale del PD, aggiungo i link ad articoli recenti della
stampa locale: “Nullo il congresso comunale del Pd” http://iltirreno.gelocal.it/pistoia/cronaca/2011/07/28/news/nullo-il-congresso-comunale-del-pd-1.2610152
“Nullo il congresso comunale del Pd,
pronunciamento della Commissione di garanzia”
“La commissione del Pd replica ma non
spiega” http://iltirreno.gelocal.it/pistoia/cronaca/2011/07/29/news/la-commissione-del-pd-replica-ma-non-spiega-1.2611256
“Bartoli e Bruni irrispettosi” http://iltirreno.gelocal.it/pistoia/cronaca/2011/07/30/news/bartoli-e-bruni-irrispettosi-1.2612358
Nel frattempo, tanto per non perdere l’abitudine
a riflettere sui fatti, più che sulle buone parole (come vorrebbero i Pd),
rivedetevi il documento che lamentava i brogli elettorali al seggio 11 di Ponte
alle Tavole a favore di Bertinelli. Proprio quel documento di cui nessuno tenne
conto perché – fu detto – non avrebbe spostato di un millimetro la posizione di
vincitore assoluto del libraio-filosofo.
Allora, Bruni e Niccolai, se non sono
interessi personali fatti come questi, cosa dovrebbero essere gli interessi
personali?
Perché non ci fate una lectio
magistralis di morale politica? Potreste farvi instradare da Samuele, che sa
parlare in tutte le lingue del mondo, come fece all’incontro in seminario,
quando dette il meglio di sé, come del resto fu scritto.
Ma per ora, con queste considerazioni, preparatevi
a dare il benvenuto a Bersani.
Edoardo Bianchini
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[Venerdì 13 aprile 2012 - © Quarrata/news
2012]
(per la cronaca, PB c'est moi ;)
RispondiEliminaPaolo Beneforti