domenica 8 luglio 2012

«VESCOVO MANSUETO, DONI UN ORTO ALLA CITTÀ!»


di Lorenzo Cristofani

Il parcheggio di San Bartolomeo e la posizione della Curia – Gli illustri esempi di Scipione de’ Ricci e Niccolò Sozzifanti

PISTOIA. «Non c’è nessuno che sia così povero da non poter donare qualcosa a chi ha bisogno». Lo ha detto il Vescovo di Pistoia Mansueto Bianchi, prima dell’estrazione dei numeri della tombola di San Jacopo, ieri sera, elogiando il valore della solidarietà e del volontariato.
Sabato 7 si è infatti svolta in piazza del Duomo la festa del volontariato e tutte le associazioni pistoiesi di questo mondo erano presenti.
Ho incrociato Sua Eccellenza, a margine del suo discorso, e ho ripetuto le sue parole, aggiungendo che il dono dell’orto monastico di San Bartolomeo alla città potrebbe essere il dono perfetto per testimoniare concretamente e cristianamente il valore del dono.

L’erede di Sant’Atto si è fermato, garbatamente, e, dopo avermi ascoltato, riflettendo un attimo, ha concluso «Aspettiamo la risposta della città». Così, cordialmente ed educatamente, ci siamo salutati.
Per la cronaca: la città si è già espressa; tutti i candidati a sindaco hanno a tempo debito responsabilmente convenuto sull’inopportunità di non banalizzare un luogo così simbolico e importante della città. Anzi, proprio il dibattito sul recupero degli orti monastici, così ricchi di utilità sociali e potenzialità a 360 gradi, sembra che possa essere oggetto di interesse, da parte della nuova giunta e di tutta la collettività, associazioni del volontariato comprese.
Ritorneremo più volte sull’argomento, in questo mese, anche in riferimento al comunicato scritto dai tecnici della Curia – a firma però di parrocchia e diocesi – e gentilmente inviato al blog.
Per oggi però due spunti, direttamente dalla storia: i Vescovi Scipione de’ Ricci e Niccolò Sozzifanti. Il primo sosteneva il giansenismo, e di conseguenza un ritorno alle origini che eliminasse sia le novità introdotte dopo i cristiani dei primi secoli, sia anche i costumi mondani del clero dell’epoca. Di quell’epoca, ma sicuramente anche della nostra, come suggerendo al Vescovo Mansueto Bianchi di lasciar perdere operazioni imprenditoriali-finanziarie di maxi parcheggi sotterranei, assurdi per la città e a firma della Napoletana Parcheggi spa. Scipione de’ Ricci soppresse monasteri, chiese e congregazioni, riorganizzando il patrimonio della diocesi, dimostrando alle autorità ecclesiastiche odierne che, se ci sono difficoltà a trovare soldi per restaurare la chiesa di San Bartolomeo, è comunque possibile alienare i tanti immobili inutilizzati, senza così distruggere un simbolo storico e urbanistico della città murata.
E sua Eccellenza farebbe bene a seguire questi esempi, visto che l’attuale palazzo dei Vescovi in via Puccini, dove risiede, è proprio quello voluto e realizzato dal buon giansenista, che – per inciso – diceva una cosa e quella faceva, evitando di predicare lodevoli principi smentiti nella pratica.
Infine Niccolò Sozzifanti: mai abbastanza onorato, oggi, dalla città; ricordato, allora e per decenni, per la carità verso la povera gente. Di rado lo vado a trovare, nella cripta di San Zeno, presso l’urna marmorea.
Lui, nobile, nato da una famiglia che aveva impreziosito Pistoia di palazzi monumentali e giardini, lui che aveva il sogno di poter essere Vescovo nella sua Pistoia che tanto amava, per renderla ancora più bella e accogliente. Lui che potenziò il Conservatorio dei fanciulli, voluto da Niccolò Puccini – che scriveva le lettere dall’Europa proprio a suo padre, Alessandro Sozzifanti.
Un Vescovo, insomma, che fa riflettere tutti, diocesi compresa, su quanto il patrimonio di orti monastici, luoghi di relazione e solidarietà siano un valore, da custodire e rafforzare nell’interesse della comunità, di chi l’ ama e di chi l’ha amata.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 8 luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]

2 commenti:

  1. Attento,gentile Amico: Scipione de' Ricci, purtroppo per la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, è stato ben altro!Accanto al "buono" fatto ha accumulato una miriade di sciocchezze; sempre che la Chiesa sia Chiesa e la sociologia/antropologia siano la medesima cosa. Il chè non é.
    Gli articoli a venire,preannunciati,ci daranno modo e luogo di confrontarci.
    A proposito; il progetto S.Bartolomeo è una "boiata".Su questo concordo in pieno.
    Cordialmente. f/d/m/

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  2. Diciamo che Scipione de' Ricci rimane il più controverso e discusso personaggio della Pistoia di quei tempi, ma anche forse di quelli successivi. In assoluto è merito suo l'aver intuito la necessità di istituire 11 parrocchie nel territorio montano : sant'Atanasio a Orsigna, san Prudenzio a Lagacci, san Paolino a Bardalone, san Policarpo a Pianosinatico, sant'Ignazio a Campeda, san Basilio a Prunetta, san Gregorio a Maresca, sant'Ilario a Le Piastre, san Cirillo a Pian degli Ontani, san Isidoro a Pontepetri e san Giovanni Crisostomo al Melo. In città era detestato e in pochissimi lo apprezzarono. Ma a dire il vero non intendevo aprire una rivisitazione storica sulla complessa figura del giansenista, la cui azione in città va sicuramente letta all'interno della politica riformatrice di Pietro Leopoldo.
    La priorità è sempre quella di un rapido dibattito pubblico per fare dell'orto monastico di San Bartolomeo un luogo attrattivo, eventualmente polifunzionale, di integrazione. Abbiamo già i politici che dicono una cosa e mettono in pratica sistematicamente il contrario di quanto affermano, non serve che anche il Vescovo partecipi a questo teatrino. Il valore dono, la solidarietà, i beni comuni, convegni infiniti su questi temi... Basta prediche, inizi per primo a fare quello che dice, se veramente ha a cuore l'interesse della città e non parla per mero esercizio di retorica!
    LC

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