domenica 4 novembre 2012

FUSIONI, COMUNONI E ‘AMMANCONI’. LA MONTAGNA SACRIFICATA CHE SOFFRE

di Marco Ferrari

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Comuni, Associazioni Intercomunali, defunte Comunità Montane, nuove province, città metropolitane, forse unioni, anomale fusioni e prove di ri-unione. E notizia di ieri, riportata su La Nazione, quella della ri-proposta del Sindaco di Sambuca Marcello Melani di ri-provare con l’Unione.
Già fissata la riunione (questa volta tutto attaccato) con i sindaci, fissata per il 7 novembre. I cittadini guardano attoniti e diffidenti tutte queste alchimie politico-istituzionali, partecipando imbufaliti alle poche assemblee in cui viene loro “concesso” di parlare, come ha sottolineato Graziella Cimeli con il suo intervento durante l’ultimo consiglio provinciale tenutosi a Cutigliano il 27 ottobre scorso (vedi).
Oppure si fanno vivi esternando con volantini affissi per le vie dei paesi, con cui si dichiarano contrari all’ipotesi di fusione dei comuni e chiedono di essere preventivamente consultati.
Una montagna nel caos politico e politici nel caos con poche idee e confuse. Il tutto generato da quel fattaccio della fu Comunità Montana, che ha scavato un fossato tra istituzioni e cittadini, ricordiamolo, firmatari di una petizione che ha raccolto oltre 1.500 firme.
Una vicenda ancora da chiarire nonostante siano passati 607 giorni dal quel fatidico 7 marzo 2011, quando i dipendenti, cioè i controllati, segnalavano ai controllori, che qualcosa non funzionava.
Per intraprendere serenamente qualsiasi riassetto istituzionale della Montagna, qualunque esso sia, sarebbe opportuno, se non obbligatorio, chiarire preventivamente le vicende del recente passato e mettere a pulito – attribuendo le responsabilità a tutti coloro che se le meritano: e non solo ad alcuni o, peggio, a uno solo – quel dissesto generale che, dall’ammanco in Comunità Montana, ha provocato la frana di un’impalcatura ultratrentennale che è sempre rimasta (a quanto si vede) fuori controllo.
E forse non per caso…


Oggi dedichiamo diversi servizi alla Montagna, per riprendere le fila del discorso piuttosto confuso che la riguarda.
Ecco, intanto, il testo del volantino affisso per le vie di Cutigliano nella sua versione integrale:


IL “COMUNE UNICO”
SE VERRÀ SARÀ UN DISASTRO ANNUNCIATO E VOLUTO

Periodicamente abbiamo letto sulle cronache dei quotidiani locali commenti, previsioni, dichiarazioni, pro’ e contro il progetto per la costituzione di un Comune “unico” (Abetone, Cutigliano, Piteglio e S. Marcello).
Dopo una lunga interruzione sulla cronaca di Pistoia de “LA NAZIONE” del 23 ottobre 2010 è riapparso il titolo (LA MONTAGNA, COMUNE UNICO) con un sottotitolo “Una sola Amministrazione al posto di tre esistenti” una chi sa perché è stata dimenticata.
Nei due anni trascorsi da quella data (23/10/2010) è stato tutto un susseguirsi di articoli, con proposte, dichiarazioni, pareri, suggerimenti ecc. dai titoli più strani ma non abbiamo mai riscontrato proposte concrete per affrontare, risolvere o accantonare definitivamente il “Problema”.
Solo negli ultimi mesi è arrivata la notizia della costituzione di un comitato di cittadini il quale si è assunto il compito e l’onere di affrontare e cercare di risolvere il suddetto problema, ammesso che si tratti di un vero problema.
Alcuni membri di questo comitato sono conosciuti a Cutigliano, e già impegnati in amministrazioni locali pertanto meritano tutto il rispetto per il loro impegno e non è il caso per il momento di sollevare critiche sul loro operato ancora molto ridotto, ma ci sono, in una buona parte della popolazione di Cutigliano e delle Frazioni, molti dubbi ed una corretta avversione per il progetto di “Comune Unico” visto il fallimento verificatosi da altre parti in Toscana, nonché per la costatazione che il problema non viene preso in nessuna considerazione nei vicini Comuni Appenninici dell’Emilia. Per non parlare poi di Provincie come Torino, dove ci sono 315 Comuni, Cuneo 250, Bergamo 244, Trento 217, Brescia 206, o della Francia dove si contano 36.781 Comuni.
Altri seri dubbi insorgono sui decantati miglioramenti, maggiori finanziamenti e aumento di importanza nel caso della costituzione del “Comune Unico” considerata anche la fine ingloriosa che ha fatto a suo tempo la costituita “Associazione Intercomunale”, nonché la recente cancellazione della Comunità Montana dopo appena 34 anni di vita e con uno strascico di problemi di cui tutti siamo a conoscenza e che tutti vorrebbero vedere risolti. Rimane inoltre molto vivo il timore di un adeguamento a livelli massimi delle tariffe di varie imposte (IMU, Addizionale IRPEF ecc.).
Rileggendo poi i titoli dei vari articoli apparsi sulla stampa negli ultimi due anni, un titolo ci ha veramente impressionato, quello apparso su “LA NAZIONE” di venerdì 7 Gennaio 2011, (COMUNE UNICO. CHI È CONTRARIO LO FA PER TENERSI LA POLTRONA). Sembra perfino impossibile che ci sia chi pensa e scrive queste ridicole cose, ma purtroppo ci sono.
Per concludere è il caso di ricordare e segnalare le esperienze del passato nella gestione di servizi unificati o consorziati. Da queste esperienze e da questi servizi si può sempre imparare qualcosa, ci sono alcuni esempi da ricordare, pertanto sarebbe auspicabile semmai ritornare verso questa direzione unificando alcuni servizi che possano essere compatibili con il territorio e la popolazione.
Infine appare decisamente infelice pensare alla cancellazione di anni, secoli di storia di tradizioni, usanze, costumi che hanno caratterizzato la vita dei nostri Comuni.
Ciò premesso, ricordato e considerato al di là delle affermazioni di alcuni membri del costituito comitato, ogni decisione dovrà essere convalidata da un REFERENDUM POPOLARE così come previsto dalle leggi vigenti e attraverso il risultato di questa consultazione popolare trarre le dovute considerazioni e prendere le necessarie decisioni.
Un Gruppo di contribuenti
Contrari al “Comune Unico”
Cutigliano 30 ottobre 2012


Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 4 novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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