di Marco Ferrari
SAN MARCELLO-MONTAGNA. Comuni, Associazioni Intercomunali, defunte Comunità Montane, nuove
province, città metropolitane, forse unioni, anomale fusioni e prove di ri-unione.
E notizia di ieri, riportata su La Nazione, quella della
ri-proposta del Sindaco di Sambuca Marcello Melani di ri-provare con l’Unione.
Già fissata
la riunione (questa volta tutto attaccato) con i sindaci, fissata per il 7
novembre. I cittadini guardano attoniti e diffidenti tutte queste alchimie
politico-istituzionali, partecipando imbufaliti alle poche assemblee in cui
viene loro “concesso” di parlare, come ha sottolineato Graziella Cimeli con il
suo intervento durante l’ultimo consiglio provinciale tenutosi a Cutigliano il
27 ottobre scorso (vedi).
Oppure si fanno vivi esternando con volantini affissi per le vie dei paesi, con
cui si dichiarano contrari all’ipotesi di fusione dei comuni e chiedono di
essere preventivamente consultati.
Una montagna
nel caos politico e politici nel caos con poche idee e confuse. Il tutto
generato da quel fattaccio della fu Comunità Montana, che ha scavato un fossato
tra istituzioni e cittadini, ricordiamolo, firmatari di una petizione che ha
raccolto oltre 1.500 firme.
Una vicenda
ancora da chiarire nonostante siano passati 607 giorni dal quel fatidico 7
marzo 2011, quando i dipendenti, cioè i controllati, segnalavano ai controllori,
che qualcosa non funzionava.
Per
intraprendere serenamente qualsiasi riassetto istituzionale della Montagna,
qualunque esso sia, sarebbe opportuno, se non obbligatorio, chiarire
preventivamente le vicende del recente passato e mettere a pulito – attribuendo le responsabilità
a tutti coloro che se le meritano: e non solo ad alcuni o, peggio, a uno solo – quel dissesto
generale che, dall’ammanco in Comunità Montana, ha provocato la frana di
un’impalcatura ultratrentennale che è sempre rimasta (a quanto si vede) fuori
controllo.
E
forse non per caso…
Oggi dedichiamo diversi servizi alla Montagna, per riprendere le fila del
discorso piuttosto confuso che la riguarda.
Ecco,
intanto, il testo del volantino affisso per le vie di Cutigliano nella sua
versione integrale:
IL “COMUNE UNICO”
SE VERRÀ SARÀ UN DISASTRO ANNUNCIATO E
VOLUTO
Periodicamente
abbiamo letto sulle cronache dei quotidiani locali commenti, previsioni,
dichiarazioni, pro’ e contro il progetto per la costituzione di un Comune “unico”
(Abetone, Cutigliano, Piteglio e S. Marcello).
Dopo una lunga
interruzione sulla cronaca di Pistoia de “LA NAZIONE” del 23 ottobre 2010 è
riapparso il titolo (LA MONTAGNA, COMUNE UNICO) con un sottotitolo “Una sola
Amministrazione al posto di tre esistenti” una chi sa perché è stata
dimenticata.
Nei due anni
trascorsi da quella data (23/10/2010) è stato tutto un susseguirsi di
articoli, con proposte, dichiarazioni, pareri, suggerimenti ecc. dai titoli
più strani ma non abbiamo mai riscontrato proposte concrete per affrontare,
risolvere o accantonare definitivamente il “Problema”.
Solo negli
ultimi mesi è arrivata la notizia della costituzione di un comitato di
cittadini il quale si è assunto il compito e l’onere di affrontare e cercare
di risolvere il suddetto problema, ammesso che si tratti di un vero problema.
Alcuni membri di
questo comitato sono conosciuti a Cutigliano, e già impegnati in
amministrazioni locali pertanto meritano tutto il rispetto per il loro
impegno e non è il caso per il momento di sollevare critiche sul loro operato
ancora molto ridotto, ma ci sono, in una buona parte della popolazione di
Cutigliano e delle Frazioni, molti dubbi ed una corretta avversione per il
progetto di “Comune Unico” visto il fallimento verificatosi da altre parti in
Toscana, nonché per la costatazione che il problema non viene preso in
nessuna considerazione nei vicini Comuni Appenninici dell’Emilia. Per non
parlare poi di Provincie come Torino, dove ci sono 315 Comuni, Cuneo 250,
Bergamo 244, Trento 217, Brescia 206, o della Francia dove si contano 36.781
Comuni.
Altri seri dubbi
insorgono sui decantati miglioramenti, maggiori finanziamenti e aumento di
importanza nel caso della costituzione del “Comune Unico” considerata anche
la fine ingloriosa che ha fatto a suo tempo la costituita “Associazione
Intercomunale”, nonché la recente cancellazione della Comunità Montana dopo
appena 34 anni di vita e con uno strascico di problemi di cui tutti siamo a
conoscenza e che tutti vorrebbero vedere risolti. Rimane inoltre molto vivo
il timore di un adeguamento a livelli massimi delle tariffe di varie imposte
(IMU, Addizionale IRPEF ecc.).
Rileggendo poi i
titoli dei vari articoli apparsi sulla stampa negli ultimi due anni, un
titolo ci ha veramente impressionato, quello apparso su “LA NAZIONE” di
venerdì 7 Gennaio 2011, (COMUNE UNICO. CHI È CONTRARIO LO FA PER TENERSI LA
POLTRONA). Sembra perfino impossibile che ci sia chi pensa e scrive queste
ridicole cose, ma purtroppo ci sono.
Per concludere è
il caso di ricordare e segnalare le esperienze del passato nella gestione di
servizi unificati o consorziati. Da queste esperienze e da questi servizi si
può sempre imparare qualcosa, ci sono alcuni esempi da ricordare, pertanto
sarebbe auspicabile semmai ritornare verso questa direzione unificando alcuni
servizi che possano essere compatibili con il territorio e la popolazione.
Infine appare
decisamente infelice pensare alla cancellazione di anni, secoli di storia di
tradizioni, usanze, costumi che hanno caratterizzato la vita dei nostri
Comuni.
Ciò premesso,
ricordato e considerato al di là delle affermazioni di alcuni membri del
costituito comitato, ogni decisione dovrà essere convalidata da un REFERENDUM
POPOLARE così come previsto dalle leggi vigenti e attraverso il risultato di
questa consultazione popolare trarre le dovute considerazioni e prendere le
necessarie decisioni.
Un Gruppo di
contribuenti
Contrari al
“Comune Unico”
Cutigliano 30
ottobre 2012
|
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 4 novembre 2012 - © Quarrata/news
2012]
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