di Edoardo Bianchini
Mi cadono gli occhi su queste parole
che Enzo Cabella ha pubblicato oggi su La Nazione:
Il professor Muhammad Yunus (nella foto
sopra), premio Nobel per la pace e creatore della Grameen Bank e del
Microcredito, ha consegnato ieri mattina al sindaco Samuele Bertinelli il
riconoscimento di Social business city. «Una social business city – ha detto
Yunus – è una città che ha deciso di non focalizzarsi solo sul profitto, ma di
affrontare tramite anche il profitto i problemi sociali.
Il mio augurio per
Pistoia è che qui nascano imprenditori sociali capaci di creare nuove
opportunità, risolvere problemi sociali e contrastare la disoccupazione. Essere
poveri non è una scelta né una colpa del singolo. È una condizione che dipende
dal sistema che non può più rimanere indifferente».
Mi ci cadono gli occhi e mi rallegro
per il successo che piove, dritto dritto, nelle mani di Bertinelli, Sindaco in
erba e bisognoso di sostegno, visto che è in mezzo alla tempesta.
Poi però, durante il giorno, mi nascono
un sacco di pensieri; mi vengono una marea di dubbi. Certamente perché sono un
malfidato: è chiaro. Ma il giornalismo non si fa così, specie se si è – come mi
ha definito una volta Luigi Egidio Bardelli, con spregio e disprezzo, dalla sua
emittente (proprio sua e non di altri, né tantomeno sociale) –, se si è, dicevo, un «supergiornalista
che non capisce niente» e che dovrebbe imparare da lui come si fa il giornale, la
cronaca e l’informazione, perché lui sì che sa fare tutto, dato che fa
prosperare handicap business e information business da ben 40
anni, con dei veri e propri miracoli?
Ed ecco che – a forza di grattare di
qua e di là – qualcuno mi bisbiglia in un orecchio che quando Muhammad Yunus è
andato in Regione, più o meno un mese fa, avrebbe chiesto un compenso
spropositato. Forse perché, poi, quel compenso, lo mette nei sostegni ai poveri
che nascono poveri e che non sono colpevoli di essere nati poveri?
«Ma… senti un po’ –
cominciava a parlare così il buon Valeriano Cecconi, quando voleva mettere
qualcuno in difficoltà –, Samuele… Ma qui il professore è venuto a gratis o s’è
fatto anche pagare? Ce lo dici o fai finta di non vedere quel che ti chiedo?».
Eppoi
(rigorosamente tutto attaccato come scrivono i nostri asini degli esami
di stato), ha scoperto che Pistoia è davvero una città diversa dalle altre e
che lavora per fini altamente sociali proprio ora che questa provincia
marginale, questo povero municipium romano in dismissione (vedi Breda) è
in mezzo ai più totali casini sotto ogni profilo?
Questa è stata la seconda domanda a
Bertinelli.
La terza eccola: il professore, col
premio, vuole forse alludere allo spendig-di-più della Comunità Montana,
che è stato, sotto qualche punto di vista, un vero e proprio Social business
city? O magari all’ingegner Evangelisti che invitava le ditte degli Untouchables
a essere munifiche e generose con il Pistoia blues, tanto da garantire panem
et circenses ai sottoproletari urbani?
La quarta domanda, che segue a ruota, è
però diretta in altra direzione, ed è formulabile solo dopo che avrete letto
queste altre parole scritte da Cabella:
I presidenti della Fondazione Caripit,
Ivano Paci, e della Fondazione Un Raggio di luce, Paolo Carrara, hanno
illustrato i motivi della scelta di Pistoia città social business e le finalità
del programma che «mira a dar vita a un’economia di solidarietà,
responsabilizzando le persone e rendendole protagoniste del loro futuro.
Crediamo che il tradizionale modello d’impresa possa e debba essere affiancato
da quello dell’impresa sociale. Con questo progetto vogliamo far sì che il
mondo di domani sia migliore di quello di oggi».
Ci siamo? Bene: ci vogliono spiegare,
sia Ivano Paci che Paolo Carrara perché, al di là di queste belle esternazioni,
il megaprogetto del nuovo ed avveniristico centro di riabilitazione promosso da
Luigi Egidio Bardelli si è fermato e loro – per quanto avessero promesso – non
hanno concesso i finanziamenti facendo sì che chiese ipogèe, sale di fisioterapia e laboratori multi-mediali rimanessero
lì fermi a uno scheletro che finirà per creare dei veramente grossi imbarazzi a
Bardelli, a Tvl, alla Fondazione Maria Assunta in cielo di Diego
Pancaldo e affiliati? Non sarebbe stato meglio, una volta rispedito a Roma
Bagnale e dopo che Berti aveva accreditato Apr (ma come, vista l’ordinanza dei
giudici civili della terza sezione romana?), dare quei milioni salvifici perché
tutto trovasse la sua social realization, piuttosto che finire a fare –
come si dice – il pane alle mosche?
A me pare, obiettivamente, che tutto
questo sia una vera e propria contraddizione in termini, signori sostenitori della
social business city, la grande Pistoia oggi tutta sotto inchiesta da
ogni parte.
Lo so che sono proprio un rompiscatole,
ma che ne direste di venire un po’ allo scoperto e di dare delle congrue e
logiche risposte come Dio comanda?
Mi rivolgo a Bertinelli, a Paci e a
Carrara, oggi in prima linea con questo premio e con queste brillanti prospettive.
Quanto a me – e alle mie ormai ben oltre
404mila pagine visitate in poco più di un anno e mezzo di questo umile e
spregiato blog – sono davvero contento di essere qui e spero, da grande, di
diventare anch’io un Premio Nobel.
Chissà che anche io non riesca, da
povero qual sono, a garantirmi una vita e un’esistenza migliore in questa… città
della gioia!
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[Giovedì 12 luglio 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
Caro blogger, è chiaro che Berti-nelli, non ti riponderà alla Tua impertinente domanda. Spero che i bravi consiglieri di opposizione si vadano a spulciare le delibere, giusto per vedere se il prestigioso ospite Yunus è venuto a "lisciare i gattoni" dietro lauto compenso.
RispondiEliminaChissà se aveva mai sentito parlare di Pistoia? Nel tal caso, l'unica consolazione, sarà data dal fatto che la somma verrà messa a disposizione di diseredati del terzo mondo. Appunto, il terzo mondo. Ma sl riguardo è da chiedersi: Pistoia, a che mondo appartiene o, meglio dire, apparterrà? Sono appena aperte le danze del caso "intoccabili", apice delle pesanti ipoteche generate dall'ignavia dei suoi cittadini,ostaggi perenni del più deprimente conformismo e alienante omologazione.
mdb