Lo hanno sottolineato Di Giglio,
Pellegrini, Amato, Ceccarelli, D’Anza, lo Russo e Bettarini – Numerose presenze anche alla cena gestita dagli
utenti al centro socio culturale ‘Mah Boh’ di Borgo a
Buggiano
PISTOIA-VALDINIEVOLE. Senza diritti non ci potrà mai essere la piena inclusione
sociale delle persone che soffrono di disagio mentale. È questa la sintesi
estrema del lungo, appassionato e partecipato (tantissime le persone presenti e
anche gli operatori provenienti da altre province) incontro-dibattito dal
titolo “La comunità in cui viviamo” che si è svolto l’altra sera al centro
socio-culturale Mah Boh, di Borgo a Buggiano (Valdinievole).
Si è parlato di trattamenti sanitari
obbligatori, della definizione di “capacità di intendere e volere”, di
pericolosità sociale e relative pratiche di contenzione fisica e delle perizie
psichiatriche. Temi antichi ma, purtroppo, ancora di grande attualità alla luce
del superamento degli Opg (ospedali psichiatrici giudiziari). Lo ha riferito
Girolamo Di Giglio, vice presidente nazionale di Unasam –unione nazionale delle
associazioni per la salute mentale-, in rappresentanza delle 160 associazioni
di familiari presenti in Italia, manifestando una certa inquietudine per certi
atteggiamenti, politici ed istituzionali, che ripropongono modelli di
“esclusione”. Di Giglio ha anche illustrato la gestione dei 350 dipartimenti di
salute mentale italiani, “all’interno dei quali solo 30 servizi psichiatrici di
diagnosi e cura –ha fatto sapere il vicepresidente- sono a porte aperte”. Tra
questi ci sono quelli di Pescia ( da circa 7 anni) e quello di Pistoia che sta
iniziando.
Si è quindi posto l’accento anche sulle
“buone pratiche in salute mentale” e in generale l’esperienza pistoiese è
sembrata una di quelle tra le più avanzate a livello nazionale. Lo ha
evidenziato Kira Pellegrini, responsabile provinciale di Unasam, che insieme a
Nazareno Lo Russo, presidente dell’associazione Albatros, ha sottolineato come
costruire servizi che responsabilizzano gli utenti e informano e formano le
famiglie sia fondamentale non solo per un corretto accesso alle prestazioni ma
soprattutto per una maggiore difesa dei diritti. Pellegrini, che è anche
presidente dell’associazione Oltre l’Orizzonte, ha richiesto un ruolo più
attivo da parte dei Comuni nelle scelte che attengono alla salute mentale, per
consentire alle persone con sofferenza psichica di avere una vita autonoma con
l’accesso al lavoro e alla casa, presupposti fondamentali per una vita davvero
normale.
E di diritti hanno parlato anche Fabrizio
Amato e Giuseppe Ciccarelli, rispettivamente Presidente del Tribunale di
Pistoia e Giudice tutelare. I due magistrati sono intervenuti all’iniziativa
per portare le loro testimonianze e riferire sul loro modo di agire che tiene
sempre in considerazione “la centralità della persona malata”.
Per quanto riguarda il superamento dei
modelli tradizionali di terapia e inserimento il Mah Boh rappresenta, al
momento, un’eccellenza: è il progetto finanziato dalla regione Toscana dove si
stanno sperimentando e individuando percorsi alternativi di cura e integrazione
sociale in grado di rispondere alla nuova domanda di salute mentale. “È un
luogo che, sempre di più, si sta radicando nel territorio e –ha spiegato D’Anza
– offre alle persone diverse opportunità di socialità ‘normale’ e rappresenta
il primo esempio di come progressivamente di dovranno trasformare i servizi
psichiatrici territoriali: non più luoghi di inclusione ma spazi aperti a
tutti, dove promuovere anche la cultura delle diversità”. Il centro, che è
gestito dalle associazioni (Rosa Spina, Albatros, Complesso Filarmonico
“Giacomo Puccini”, La Traccia, Fuori dal Coro) che gestiscono il “Mah Boh” in
collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale della Ausl3; è ormai
aperto da due anni e in questo tempo c’è stata un’evoluzione ed una reale
sinergia anche con gli enti locali.
Un’esperienza giudicata positiva anche
da Daniele Bettarini, Sindaco di Borgo a Buggiano e Presidente della Società
della salute della Valdinevole. “Dovremo continuare ad investire su questi
settori perché -ha rassicurato – le persone sono risorse e in una società dove
tutti stanno meglio si generano anche dei risparmi”.
All’incontro-dibattito è seguita la
cena promossa da Albatros, ma realizzata dagli ospiti del centro con l’aiuto
degli operatori. Gli utenti, per la prima volta, si sono messi alla prova con
una cinquantina di invitati e un menù composto da diverse portate e all’insegna
della tradizione mediterranea perché nei progetti futuri del Mah Boh c’è anche
l’apertura di un ristorante gestito da una cooperativa sociale di tipo B che
sta nascendo in questi giorni nel centro.
Daniela Ponticelli
Ufficio Stampa Ausl 3 – [comunicato]
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 12 luglio 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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