giovedì 12 luglio 2012

B.B. KING, PER TUTTO L’UNIVERSO

di Luigi Scardigli

Si esibirà seduto, probabilmente, come ha fatto l’ultima volta, prima di domani sera.
Riley B. King, B. B. King per tutto l’Universo, del resto, il prossimo 16 settembre spegnerà 87 candeline e a certe età, ci si può e ci si deve accontentare. Lui però, il bluesman in circolazione più grande, ingordo com’è nel voler dispensare a tutti i costi dolcezza e plettri – ne getterà molti, a fine esibizione, com’è suo solito – salirà lentamente i pochi gradini in ferro che dividono il backstage dal palco di piazza del Duomo e riuscirà ancora una volta, come gli succede da oltre sessant’anni, ad emozionarsi ed emozionare.

È così facile parlare della musica di Bibbiching che si corrono soltanto rischi, a farlo: banalità, enfasi, imprecisione e soprattutto è doveroso temere l’alea di dire sciocchezze; è vero, c’è uno stuolo di chitarristi, nell’emisfero del Blues, praticamente incalcolabile; una serie mostruosa di talenti che non hanno nulla da imparare da nessuno. Da lui, però, qualcosa sempre, tutti.
A cominciare da come imbraccia, appoggiandola delicatamente sull’epa sotto rigoroso controllo dietologico, la sua Gibson ES-355 custom, battezzata, sotto le sue cure, con il nome di Lucille.
La competente e attendibile rivista Rolling Stone piazza il chitarrista di Itta Bena che chiuderà domani sera la prima notte del 33esimo Festival Blues al sesto posto, in una classifica virtuale dei primi cento. Facendo però un’equazione qualità-prezzo, energia-stagioni, forse, la redazione del mensile, dovrà per forza di cose correggere e correggersi e scambiare qualche dato: il podio, credo, gli spetti di diritto, preferendo non saper chi siano i due mostri sacri che lo precederebbero.
A Pistoia, il vincitore di 14 Grammy, ci è stato più di una volta: all’esordio, nella seconda sera, quella del 14 luglio 1980, kermesse che ha avuto il merito e l’onore di essere bissata in più di una circostanza. Sempre uguale, sempre con quel contagiosissimo sorriso, quella maledetta voglia di vivere che sembra tenerlo al di qua del fiume proprio a dimostrazione dell’esistenza di un Dio, forse. Ma anche no. I suoi assoli, unici, inimitabili, profondi e acuti allo stesso tempo, mai banali, seppur sempre identici a loro stessi, appartengono all’immaginario collettivo.
A sentirlo, oltre lo stuolo di chi gradisce poter dire io c’ero e lo zoccolo degli appassionati irriducibili, ci saranno, con molta probabilità, parecchi giovanotti che sono cresciuti con il sogno, a volte illusorio, di diventare chitarristi proprio dopo essere stati folgorati dal suo sound.
Su tutto il resto, un’enciclopedia che non ha ancora scritto la sua ultima pagina, meglio sorvolare, soprattutto perché le parole spese per la musica di B. B. King lasciano, maledettamente, il tempo che trovano: bisogna fissarlo negli occhi, pur consapevoli di non essere ricambiati e dopo aver memorizzato il suo sguardo, abbassare le palpebre e lasciarsi guidare dalla sua musica.
Fidatevi, ovunque decida di portarvi.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 12 luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.