di Marco Ferrari
SAN MARCELLO-MONTAGNA. Il 30 e 31 ottobre scorso
sono usciti sul sito della Regione due comunicati stampa rispettivamente del
gruppo consiliare Più Toscana (vedi) e del gruppo Idv (vedi).
Entrambi i comunicati trattano della fusione dei quattro
comuni montani; entrambi nella forma appoggiano il progetto di fusione proposto
dall’omonimo Comitato, ma, nella sostanza, attenendosi all’interpretazione
letterale nei comunicati, sono assai diversi.
Nel primo il capogruppo ex-Lega Nord e ora Più Toscana,
Gambetta Vianna, dichiara in apertura di comunicato: “Sosterremo la legge di
iniziativa popolare”. Si fa quindi riferimento ad una delle ipotesi scartata a
priori dallo stesso Comitato per la fusione, quella relativa alla
presentazione del progetto di legge da parte di 5.000 cittadini. Percorso assai
improbabile con una popolazione dei quattro comuni di appena 10.9141 abitanti.
Nel sito web dello stesso Comitato si legge infatti che:
“la soluzione che consente al
momento un’operatività immediata e che, al tempo stesso, non pregiudica in
alcun modo la partecipazione della popolazione alla decisione di fusione è
quella che prevede l’intervento di uno o più consiglieri regionali”.
Percorso che sembra coincidere con quanto viene riportato
nel comunicato stampa diramato dal gruppo “Idv” dove si legge che “siamo pronti
a sottoscrivere la Proposta di legge regionale”.
L’Idv farebbe propria l’idea e la proposta di legge
presentata dal Comitato per la fusione e la presenterebbe per l’approvazione
alla Giunta Regionale.
L’iter legislativo prevede, e si ritorna al via del famoso Monopoli, la consultazione dei
Comuni.
L’operazione e il ruolo del Comitato sarebbe,
comunque, in attesa della prosecuzione in sede istituzionale della proposta di
legge compresa l’indizione del referendum consultivo, esaurito. Il Comitato si
sta però movendo anche su altro fronte e con altri strumenti legislativi.
Per rafforzare la proposta di legge verrà presentato un
progetto partecipativo di cui alla Legge Regionale n° 69 del 27 Dicembre del 2007. Il
progetto sarà presentato alla competente Autorità regionale per la partecipazione entro il mese di novembre. La scadenza è
dettata dalla stessa legge che al comma 2 dell’Art. 14 (Soggetti e tipologie di
sostegno) prevede che i progetti partecipativi siano presentati rispettando il
seguente calendario:
a) il 31 marzo per i progetti che hanno inizio dal 10
maggio;
b) il 31 luglio per i progetti che hanno inizio dal 10
ottobre;
c) il 30 novembre per i progetti che hanno inizio dal 10
gennaio.
La domanda di sostegno ai progetti partecipativi può
essere richiesta rispettando le percentuali minime, previste dallo stesso
articolo 14, di residenti relativi all’ambito territoriale cui lo stesso progetto
partecipativo verrà svolto.
Nel caso del progetto di fusione dei quattro comuni è
richiesta una percentuale del 2% dei residenti. Prendendo come base la
popolazione residente, fonte Istat del 2010, basterebbero solo 218 firme
(10.914 x 2%), per accompagnare il progetto il partecipativo che è cosa ben
diversa dalla proposta di legge di fusione di esclusiva competenza dei
Consiglieri Regionali che la faranno propria [*].
Il progetto se accolto entro 30 dalla domanda di
ammissione, potrà contare sul sostegno metodologico, di assistenza nella
comunicazione o finanziario. E con questo siamo a dama.
Si spiegano così anche tutte le belle iniziative,
soprattutto comunali, in cui ricorre il termine partecipativo o simile,
tipo l’inflazionato bilancio partecipato.
Le spese, ricordiamocelo, sono a carico nostro: di noi
che paghiamo (indistintamente tutti) anche per le decisioni di molto pochi.
–––––––––––––––
[*] – Dati
Istat. Popolazione residente al 31 dicembre 2010: San Marcello P.se 6.818,
Cutigliano 1.580, Piteglio 1.819, Abetone 697.
Cliccare sull’immagine per
ingrandirla.
[Domenica 4 novembre 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
Mio Dio che confusione attorno alla fusione !
RispondiEliminaUtilizzare la legge sui "progetti partecipativi" (LR 69/2007. Una legge che, oltretutto, sarà abrogata il prossimo 31 dicembre e che, se mai sarà ricofermata, ciò avverrà con modifiche) utilizzare questa legge regionale addirittura per ... bypassare i contenuti di un'altra legge regionale (la 68/2011), è operazione davvero ... cervellotica.
A pensarlo, oltretutto, è un Comitato dove sono presenti non cittadini privi di competenze tecniche e/o desiderosi di stare con l'antipolitica ma, addirittura, un sindaco in carica e due ex sindaci oltre che ex consiglieri comunali: gente, cioè, del ceto politico.
Tutto può essere, ma che l'Autorità regionale per la partecipazione ammetta un "progetto partecipativo" come questo (la presentazione di una proposta di legge che faccia svolgere un referendum sulla fusione di 4 Comuni quando i 4 Comuni non hanno ancora deliberato, e magari non lo hanno fatto perchè sono contrari, in favore della loro fusione in un Comune unico con le procedure previste dalla legge 68/2011) la vedo ipotesi abbastanza difficile.
E poi, scusate, chi sarebbe il soggetto ("neutrale e imparziale" in base alla LR 69/2007) che dovrebbe gestire questo singolare progetto partecipativo? Non certo (essendo parte in causa e portatore di una visione certo non imparziale) il "Dynamone". Non certo i Comuni o i sindaci. Dunque: chi?
Inoltre: per ammettere il "progetto partecipativo" l'Autorità regionale deve "tener conto" dei pareri delle amministrazioni competenti (e dunque dei Comuni). Ma se i Comuni fossero d'accordo, il problema non si porrebbe perchè - seguendo la legge 68/2011 - avrebbero già deliberato per conto loro in favore della proposta di legge ...
Io non sono nessuno, né tantomeno competente in queste cose. E mi piacerebbe essere smetito in questi miei privatissimi duibbi. Spero proprio che, prima di citare la LR 69, i componenti del "Dynamone" si siano consultati i via anche solo informale - sulla fattibilità del loro "progetto partecipativo" - con l'Autorità regionale. E' così?
Mi pare azzeccatissimo, caro blogger Edoardo, il titolo di questo post: CONFUSIONE DELLA FUSIONE.