sabato 17 novembre 2012

FURIOSO ORLANDO. VOLTEGGI E CAPRIOLE IMPECCABILI, UN’ARMONIA ESEMPLARE


di Luigi Scardigli

PISTOIA. Scenografia minimalista, ma efficace; l’idea epica la rende eccome, soprattutto con la dominanza dei colori pastello scuro e quegli oggetti da effetti speciali.
La trama – ben me ne guarderei a dubitarne il peso – parla da sola, visto e considerato che si racconta di amori e battaglie di Orlando, Bradamante, Medoro e la corteggiatissima Angelica sullo sfondo della disputa tra cristiani e musulmani, quella lasciata ai posteri da Ludovico Ariosto. E loro, i narratori rieditori, Stefano Accorsi e Nina Savary, supportati dall’adattamento di Marco Baliani, riescono ad immergersi in quegli anfratti di lingua morta e desueta facendola a volte risorgere con una contestualizzazione che soffre, a volte, di pindarismo.

È questo, a mio presuntuosissimo avviso, il prologo del terzo appuntamento stagionale del Manzoni, Furioso Orlando, che ieri sera ha registrato un nuovo confortante pienone e fatto volare dei bravo durante lo scroscio di applausi finale, quelli che si sono presi e portati nel camerino i due mattatori, una coppia decisamente assortita: un ex camionista della via Emilia e un’anoressica francesina con il vizio della satira e dello stupore.
Novanta minuti serratissimi, iniziati un po’ al freddo per il motore diesel che distingue i lavoratori dello spettacolo, ma proseguiti sotto l’effige di una prova, alta e certosina, di perfetta conduzione mnemonica, descolarizzata grazie all’unico piano frequenza asimmetrico della scenografia e al buone groove che i due protagonisti godono reciprocamente.
Si capisce, dalla neutralità con la quale vi racconto la serata, che anche questo spettacolo, come John Gabriel Borkman e Eva contro Eva, i primi due appuntamenti del cartellone stagionale già consumati, non mi abbia colpito e ferito, schiaffeggiato e messo in guardia; un altro esercizio ginnico ben presentato, con volteggi e capriole impeccabili, un’armonia esemplare, tra suoni, sguardi pause e parentesi, un mix che porta a produzione e compimento lo spettacolo frutto di allenamenti duri e costanti, ma senza quella auto contaminazione, quella morte e rinascita che credo siano indispensabili affinché un ottimo lavoro possa sdoganarsi come opera d’arte.
Il tenebroso Accorsi comunque non gliela dà certo su, come si dice dalle sue parti, inzuppando la fruits che indossa con pregiate ed onorevoli stille di sudore; così come l’eterea Savary, una piccola ma pungente donna che non perde occasione per difendere la natura delle dolci metà di tutti i tempi.
A latere della rappresentazione mi corre l’obbligo di registrare un inaspettato pienone di adolescenti, improvvisamente attratte dal palcoscenico e non dalla televisione – sarà un caso che ci fosse il bell’Accorsi, a recitare? –, la solita inaudita distribuzione di colpi di tosse da parte dei presenti durante la rappresentazione – invito la Marchiani e company a comprare, anche alla Lidl, caramelline alla menta da distribuire agli spettatori – e la terza consecutiva assenza da parte del neo Presidente, Rodolfo Sacchettini, egregiamente sostituito, anche ieri sera, dal suo predecessore, Giuseppe Grattacaso, che credo stia forse ordendo o solo confidando nell’abitudine di questa Giunta: emanare provvedimenti – mensa scolastica, Ztl… – e poi correggerli in corso d’opera.
Cattiva, questa, eh?

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Foto di Luigi Scardigli.
[Sabato 17 novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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