PISTOIA. Un fedele si rivolge pubblicamente a sua
eccellenza Mansueto Bianchi:
Eccellenza,
sono un fedele –
sebbene scarso, ma penitente –
di un’attiva parrocchia della Sua Diocesi e mi permetto di rivolgerLe un
sentito appello, affinché l’evento – inevitabilmente politico – dello svolgimento
delle prossime primarie del centrosinistra (per quelle in previsione a breve
del centro–dx, il rischio non si correrà, non perché non le faranno, ma perché
non ricorrono affatto i presupposti d’interesse dei soggetti) affinché non si
manifestino delle iniziative pubblicistiche con improprie “prese di posizione”
da parte dei vari preti sulle preferenze di candidati.
Ricordo – non senza disagio – iniziative quanto
meno davvero insolite di parroci che hanno disinvoltamente (anzi, sempre con il
plauso dei fedeli!) celebrato la Santa Messa presso l’onorabile casa del popolo
di Montale (vedi),
altri che hanno espresso il loro apprezzamento per taluni candidati alle
primarie per l’elezione a Presidente della Provincia nel 2010 (tantopiù
condivisa dallo scrivente per l’implicito indirizzo d’attuazione d’intenti
certamente evangelici vedi).
Ma l’esigenza di coerenza con le funzioni – Lei lo insegna, sempre – vale comunque anche in questa materia e
non potrà escludere il principio morale secondo cui c’è un limite a tutto.
Ancora altre
iniziative di taglio politico, per come vertenti su tematiche relative ai “beni
comuni”, certamente onorevoli e condivisibili per il loro contenuto sociale e
predisposto alla tutela degli ultimi
(vedi),
vengono poi inevitabilmente ricompresse nel calderone delle istanze di
coalizioni partitiche che, peraltro, sono aliene o addirittura disconoscenti delle
predicazioni e stile di vita proprie del Cristiano, ovvero per come ci si deve ispirare
al Vangelo.
Le parole dell’autorevole
teologo Mons. Giordano Frosini (le ha recentemente pronunciate in un seminario
riservato ai catechisti tenuto alla parrocchia) sono determinate e non
equivocabili sul punto, ovvero argomento “preti-politica”, dettate proprio
dalla stessa attività di considerazione della Cei: “... la recente presa di posizione della Cei sull’azione politica del
governo Monti (vedi) e le conseguenti polemiche scatenatesi hanno dimostrato – se mai ve n’era il
bisogno – come i preti debbono astenersi dal parlare di “politica”, perché ciò
è causa di anticlericalismo” (Mons. Frosini, 10 ottobre 2012).
Spero, perciò,
che non mi si risponda che per la Chiesa vale il principio: “pochi ma buoni”!
La prego dunque di
intervenire e provvedere Lei ad esortare – con un appello appositamente dedicato
– i vari preti a non fare
dichiarazioni di preferenza sui vari candidati che, per quanto rilasciati nel
rispetto della libertà d’opinione sancito dalla Costituzione, ledono – inevitabilmente
– l’indipendenza e la terzietà che è richiesta a chi è chiamato a compiere il ministero
spirituale.
Mi perdoni per l’anonimato
nel rivolgerLe questo appello: il cerchio
magico presente nella mia parrocchia non perderebbe l’occasione – se mi
dichiarassi apertamente – di
tacciarmi d’essere reo di superbia, smania di protagonismo, presunzione, atteggiamento
farisaico (o fascista a seconda dell’umore dei cari fratelli/sorelle),
iconoclasta e perché no, anticlericalista sfegatato. Cosa che, Le assicuro, non
è.
Con rispetto e
stima, mi aspetterei – ma forse è chiedere troppo – un Suo riscontro pubblico.
Un fedele non omologato
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[Lunedì 19
novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]
le lettere anonime sono sempre inopportune, specie quando, come in questo caso, non è in pericolo la vita dello scrivente. Che diamine si ha paura ad esprimere il proprio pensiero sulla chiesa pistoiese? Grazie. Franco Matteoni
RispondiEliminaGentile lettore,
Eliminanon vorrei ripeterlo all’infinito: una lettera siglata o con pseudonimo non è una lettera anonima.
La garanzia che dietro c’è una persona fisica da Irpef la dà il mezzo comunicazione e la faccia del responsabile o del blogger.
Io so chi è che ha scritto: e tanto deve bastare a sicurezza di tutti.
D’altronde la legge permette anche questo e chi invoca la salvaguardia della propria identità ha diritto e ragione di ottenerla.