Riflessioni
sui recenti disastri ambientali e sulle chiacchiere del Presidente Enrico Rossi
PISTOIA. Prendendo spunto da
questo commento [Luciano Sergiampietri nei commenti a un post di Guelfo Guelfi]
preso da facebook, risulta automatico svolgere due riflessioni in merito alla
–purtroppo- attualissima questione del dissesto idrogeologico e dei suoi
perniciosissimi effetti. La prima riflessione è inerente al populismo
demagogico ed ipocrita del presidente Enrico Rossi, che compare trai firmatari
dell’appello di Legambiente al Governo nazionale (vedi) per la rinuncia ad
alcune grandi opere inutili e dannose, in maniera da recuperare risorse per la
tutela e la messa in sicurezza del territorio.
La politica deve stabilire la
priorità nella destinazione delle risorse pubbliche: è il messaggio che molti
ripetono in svariate lingue a Enrico Rossi
ed è il senso anche del precedente post di Franco Matteoni (vedi) in cui è stato ripetuto
per l’ennesima volta quanto la terza corsia della Firenze Mare non abbia
motivazioni socio-economiche tali da giustificarla. Il granduca Heinrich Rot
non avrà problemi a prendere esempio dai
suoi predecessori : saprà infatti che proprio a Grosseto c’è un monumento a
Canapone (vedi), il Granduca che
investì sulla sicurezza idraulica del grossetano e che per questo motivo si
guadagnò l’eterna benevolenza di quelle terre. Dalle nostre parti è invece è
rimasta impressa la recrudescenza, in seguito alla Restaurazione, delle
repressioni di Leopoldo II e degli austriaci che invasero Pistoia. Ma non è
questo l’argomento. Il punto rimane che la prevenzione dal dissesto idraulico
non è remunerativa, non porta utili e nessun privato ci investe : il presidente
della Toscana sia allora il primo a rinunciare alle opere inutili, proprio come
chiede al Governo, e avvii un piano di manutenzione e opere pubbliche
ormai irrinunciabili. Non per avere un monumento, beninteso, ma per onorare il
ruolo precipuo spettante alla politica, quello cioè di scegliere nell’interesse
generale e orientare l’economia al soddisfacimento delle esigenze fondamentali
della società.
Maurizio
Giorgi
La seconda
riflessione, pescata sempre su facebook, è di Maurizio Giorgi, conigliere
comunale del Movimento Cinque stelle, che apre una serie di finestre utili
capire i termini del problema e quindi poter impostare un ragionamento.
“Rossi
farebbe meglio a chiedere l’intervento dell’esercito per chiarire i conti della
Regione Toscana. Ivi comprese le sue linee programmatiche. La stessa sorte di
Grosseto può capitate in qualsiasi momento alle altre realtà toscane che
potrebbero essere colpite da fronti franosi o alluvioni da esondazione dei
corsi d’acqua. Negli ultimi anni le vittime per il maltempo sono sempre più
frequenti. Troppo facile per le istituzioni scaricare la colpa sui cambiamenti
climatici. Troppo comodo davvero pur comprendendo che il clima attuale si sta
estremizzando.. La Regione HA le sue dirette responsabilità in quello che sta
accadendo perché non mette attenzione alle politiche di gestione del territorio
che non siano strettamente politiche. E’ una vergogna. Per parlare di qualcosa
di conosciuto porterò ad esempio la situazione della piana pistoiese. Nel
territorio di Pistoia ci sono 2 competenze ben distinte che dovrebbero agire
sui corsi d’acqua ma c’è un ma.. Noi abbiamo il Consorzio Ombrone che gestisce
circa 92 Km di corsi d’acqua classificati (Ombrone, Stella, Brana, Brusigliano
e pochi altri) mentre ben 396 km di corsi d’acqua esulano dalla classificazione
e restano a carico dei Comuni di competenza i quali sono deficitari di risorse
per gestirli. La Regione se ne guarda bene dal classificarli in quanto poi
dovrebbe sborsare un tot. di euro al metro per la loro gestione da destinarsi
ai Comuni richiedenti. D’altro canto nemmeno i Comuni fanno attenzione alla
gestione di tali necessari interventi in quanto costosi (si parla di circa
7/8mila euro il Km per la manutenzione annua) e quindi difficilmente gestibili
su un bilancio locale.. L’unica soluzione sarebbe che i Comuni facessero fronte
con i propri Sindaci ( come primi responsabili sanitari e dell’incolumità
cittadina) verso la Regione, imponendo di dirottare i fondi di altre opere
delle quali possiamo fare a meno girandoli a favore della gestione del
territorio andando a definire una volta per tutte la classificazione e le
competenze di TUTTI i corsi d’acqua presenti in Toscana. Altro punto da non
sottovalutare è la modifica del territorio e dei corsi degli stessi alvei
naturali con deviazioni parziali o manufatti sopra i loro corsi non autorizzati,
eseguiti dai frontisti. Giova specificare che per i piani campagna è fatto
divieto assoluto di rialzamento e in quelle aree dov’è possibile, il regime di
rialzamento non può superare i 30 cm. E comunque ne va data preventiva
richiesta all’ufficio competente. Invece passando per le nostre campagne
possiamo notare quanto spesso i proprietari di terreni ed in particolare i
Vivai, abbiano modificato i piani di campagna riportando terreno con
rialzamenti superiori anche oltre i 60-70
cm come dal piano originale. Questa pratica viene effettuata per non
fare allagare le loro proprietà dove vengono prodotte piante e vasetteria ma
facendo cosi modificano senza nemmeno saperlo e senza nemmeno interessarsene, l’assetto
idrogeologico del territorio circostante. Rialzare ad ettari ed ettari il
territorio di una zona, fa si che il sistema di deflusso delle acque piovane in
fosse, canali e corsi d’acqua maggiore, siamo maggiormente interessati nella
portata ricevuta e quindi vengono resi insufficienti per il corretto deflusso,
aggiungendo poi il fattore climatico, 1+1= 2.... Chi dovrebbe controllare, la
protezione civile, almeno a Pistoia, non ha le risorse umane ed economiche per
effettuare controlli a tappeto ma sarà il caso che cosi non sia più e che invece,
ci sia la volontà di iniziare a fare qualcosa di concreto invece di scrivere
lettere con richieste di ripristino dei livelli terreno che restano nel limbo a
causa delle motivazioni appena elencate. Questo prima che anche Pistoia possa
entrare nella classifica delle realtà colpite da lutti decisamente evitabili in
molte occasioni. Occorrerebbe maggior senso civico sia da parte delle
istituzioni che da parte dei frontisti interessati. Mi auguro che la situazione
presto possa cambiare grazie anche al nostro diretto interessamento come
Movimento 5 stelle in sede istituzionale. Faremo le nostre proposte e resteremo
fermi sul criterio che prima viene l’interesse comune e poi quello privato.
Molti frontisti hanno i corsi d’acqua all’interno delle loro proprietà ma non
possono direttamente manutenerli per competenza diretta del Demanio.. Il
Demanio non caccia euro... Qualcosa va cambiato. E presto”.
Cliccare
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[Sabato 17
novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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