SAN
MARCELLO-MONTAGNA.
Mentre le 16:30 si stanno avvicinando e finalmente, nella sala consiliare del Comune
di San Marcello dovremmo avere ampia documentazione sul disastro della
Comunità, ci càpita fra mano la lettera di un lettore che, come si dice,
intende dare un colpo al cerchio e uno alla botte sulla catastrofe di cui, tra
poche ore, potremo (speriamo) sapere qualcosa di più.
La
lettera dice:
L’errore
più marchiano sarebbe quello di addebitare alla Ditta Ceccarelli e Soci il
disastro totale nel quale la fu Comunità Montana è andata a sbattere.
I
vari Gualtierotti Mauro, Seghi Moreno, Sichi Valerio e compagnia briscola
stanno forse giocando a nascondino? Troppo comodo. Le loro “competenze”, il
loro “impegno per il bene pubblico della Montagna” come si è esplicitato?
Stiamo
parlando di persone che, a pieno titolo, vuoi come Presidenti della Comunità,
vuoi come assessori al bilancio etc., hanno manovrato milioni di euro – dicesi milioni – con” maestria e competenza”.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti; non pensino di cavarsela, agli occhi
delle persone pensanti, addebitando all’ultimo malcapitato (Ceccarelli e Soci)
il disastro attuale. Loro c’erano, gestivano, controllavano, vedevano.
Se
non lo hanno fatto sono politicamente degli incompetenti e dei presuntuosi,
perché durante un periodo lunghissimo di anni, o hanno fatto finta di non
vedere o non hanno visto. In entrambi i casi non hanno scuse.
A
questo punto – e ne hanno avuto il tempo – nemmeno hanno l’attenuante di una
pubblica e dovuta giustificazione. Loro (lo sappiamo), leggono questo blog,
loro attendono che il tempo passi e tutto cambi affinché nulla cambi. Si
sbagliano; forse il vento sta cambiando, ma lor signori, avendo già usufruito
delle leggi che questa Repubblica offre ai suoi “figli migliori”– al
Gualtierotti onorificenze a peso, al Seghi un automatico avanzamento di
carriera, al Sichi una benevola Bassanini – adesso possono e debbono fare una
sola cosa: levarsi dai piedi.
Se
lo hanno compreso, bene. Altrimenti comincino a spiegarci perché hanno
consentito che Villa Vittoria sia stato un ricettacolo di spese senza fondo.
Cicero pro domo sua? È mai possibile che in questo vaso senza fondo, con
determina n. 211 del 18/6/2012, a fronte di un contributo regionale di €.
600.000, ben €. 108.000 siano impegnate come spese tecniche (Arch. Niccoli,
quanto ci costi!), oneri ponteggio €. 35.000 (ponteggio mio, quanto mi costi) etc.
etc.? Ma noi non c’entriamo, diranno i nostri poveri ex: vero, ma vogliamo
volgerci indietro? E, se non c’eravate adesso, c’eravate quando i lavori
dovevano essere terminati, come da cartello a suo tempo esposto per legge, già
molti ma molti anni or sono. Perché? Perché si dovevano impegnare – da altro
capitolo di bilancio, beninteso – circa €. 120.000 per un macello in quel di Silla,
nel versante emiliano-romagnolo, solo perché “imparentati” geograficamente? Che
ne pensa il Cav. Uff. Comm. Gualtierotti?
Ce
la vuole dare una spiegazione?
Finiamola
così, per il momento. Ci rifiutiamo di pensare che la Montagna, quella vera, abbia
espresso il massimo, a livello politico, da questi personaggi.
La
Montagna ha personaggi di spicco, giovani e meno giovani. In qualche modo,
cerchiamo di affidare ad essi il futuro.
Lettera firmata
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sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì
10 luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]
serve una piccola riflessione?
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