giovedì 12 luglio 2012

MA QUANTO È BELLO IL KAPO!


di Edoardo Bianchini

Generalmente somari e pronti a tirare la carretta, ben iscritti nell’arco del gregarismo intorno a un capobranco, gli uomini di questo ‘volgo disperso che nome non ha’, come ebbe a dire l’Alessandro dei Promessi Sposi, potrebbero imparare molto, moltissimo, anzi tutto, da un autore che viene fatto forzatamente leggere alla scuola media da un branco di maestrine della Cgil che,
lasciando la funzione di mamma a casa, ogni mattina alle 8 la riprendono, se ne vestono e se ammantano, quando hanno dinanzi le nostre scolaresche, che proprio alla media, e grazie al mammismo oltranzista delle maestrine della Cgil, non imparano un tubo di niente: a cominciare dalla grammatica italiana, sicché gli adolescenti finiscono per essere per forza quei somari che non piacevano a don Milani. Eppure le mamme-maestrine della Cgil lo citano, questo don Milani, senza limiti – e, come di solito accade, senza conoscerlo. Don Milani era quello che diceva non che tutti vanno passati, ma che tutti devono imparare: il che – mi pare – è un po’ diverso…
Da Levi – anche lui citato e fatto studiare a sproposito – gli italiani dovrebbero imparare che nel Lager c’è il rischio che le vittime vedano, nel Kapo, la santa mano di Dio, l’uomo della provvidenza, della selezione e del riordino del mondo.
Ora, se istituiamo una semplice proporzione che non è poi tanto peregrina, i risultati eccoli tutti limpidi dinanzi ai nostri occhi: l’Italia dei disastri politico-economici sta al Lager, come Mario Monti sta al riordinatore-Kapo.
Ed ecco gli italiani in fibrillazione, che cantano le lodi di Dio che ci ha concesso un sì nobil campione per raddrizzare i nostri destini – ma piegando le nostre nobilissime schiene… di asini.
Saranno contenti i Pd che, grazie a Bersani, che deve andare in ferie perché anche lui tiene famiglia (come ha avuto modo di dire), sono più borghesi-pantofolari dei Dc degli anni 60.
Sarà contento anche Pier Ferdinando, che chiede di fare un documento comune per invitare Mario a continuare a far danni parlando – come dice la Camusso – di ciò che non conosce, perché tanto lui, di crisi, non ne sente né punta né poca: la appioppa generosamente a noi, e basta.
Saranno, infine, contenti gli italiani, osannanti e in tripudio, come di solito i gregari quando vengono messi a recitare la parte della pecora che canta, contestualmente, un bel Te deum di ringraziamento per l’olocausto di lacrime e sangue – quello di Monti, che non ha toccato un solo ricco perché ‘trovare i grandi patrimoni è difficile’ anche per un professorone come lui.
Ma quei poveri 25 italiani che ragionano con il loro cervello e non con quello dei politici (tutti: Bersani e Casini compresi) che ci hanno ridotto a questi minimi termini con tutte le loro ruberie più o meno legali?
Quei disgraziati 25 ‘manzoniani’ italiani, devono applaudire ed essere contenti, mentre magari la Rosy Bindi ci fa il balletto della soubrette dell’avanspettacolo?

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[Giovedì 12 luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]

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