di Luigi
Scardigli
Certo, maggiori controlli e massimo rigore sarebbero un
deterrente poderoso per interrompere questa assurda scia di morte, dolore e
follia che solca le strade, in salita e discesa, delle alture che circondano
Pistoia, specie nei fine settimana.
Per questo sono profondamente d’accordo con l’amica Cristina
Privitera, che oggi, su La Nazione,
firma il suo editoriale piangendo la morte di un altro centauro, un ventenne,
nella circostanza.
Però, se gli eroi
fossero altri, meno giovani e belli,
come cantava Guccini, forse i giovani centauri userebbero la moto con quel
gusto, adorabile, di libertà e freschezza, senza mettere a repentaglio la
propria incolumità e quella di chiunque possa malcapitare nei loro paraggi ad
ogni tornante, dietro una curva, al termine di un rettifilo sul quale poter
lanciare a fionda la propria bestia,
senza dimenticare che è un grande controsenso mettere in vendita motociclette
che volano oltre i duecento orari che verranno usate su strade urbane ed
extraurbane dove la velocità massima, sempre, non supera i 70 km/h.
È la vita che vale sempre meno: all’orizzonte si intravedono
sempre meno sogni e allora riuscire a piegare
ad un tornante oltre ogni ragionevole principio fisico e dinamico ci trasforma,
a fine corsa, in nuovi e stimati eroi, in piccoli anonimi Valentino Rossi, che
a furia di andare a trecento all’ora ovunque ha pure preso una laurea: lo
chiamano the doctor, un motivo ci
sarà!
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[Domenica 1° luglio 2012 - © Quarrata/news 2012
Non voglio polemizzare anche perchè nei nei vostri interventi dite cose più che giuste. A morire però sono anche motociclisti meno "giovani e belli" che hanno avuto, tra le altre cause, la sfortuna di percorrere strade, e molte delle nostre in provincia lo sono, piene di insidie che potevano essere rese meno inopinate. Mi spiego meglio facendo un esempio: via pistoiese (strada killer non solo per motociclisti) da Pistoia a Quarrata presenta qualche centinaio di ingressi laterali a T tra passi carrabili, viabilità minore ecc. Basterebbe impedire la svolta a sinistra per chi si immette su tale arteria per impedire la maggior parte degli incidenti. La giusta direzione la ritroverà alla rotonda più vicina o quando possibile. Oppure si vuole togliere il piccolo abuso (anche a velocità ridotta rispetto al codice stradale) di ogni motociclista di non sostare in fila a fronte di una colonna di auto ferme quando in senso opposto la carreggiata risulta libera? Lo stesso esempio vale per l'uscita dalle auto dalla Misericordia con svolta a sinistra (e non per le misericordie) sul ponte dell'Arca, altro luogo killer, e così via. Inoltre c'è da chiedersi se chi amministra e chi progetta si è mai posto il problema di risolvere, in modo non dico europeo ma con buonsenso, alcune questioni relative alla sicurezza stradale. Prendo lo spunto da questa importante e purtroppo tragica discussione per tracciare alcune proposte che erano parte del mio programma elettorale di candidato a Sindaco (perdente) di Serravalle 5 anni fa, sperando che qualcuno possa raccoglierle, integrarle e migliorarle se non altro per le nuove viabilità in programma:
RispondiElimina“...Occorre poi prevedere, e ci faremo carico di questo, una serie di interventi mirati per i motociclisti. In Italia vi sono circa 10 milioni di motociclisti con 3.500 morti l’anno. Di questi quasi la metà (senza contare gli invalidi permanenti) decede per urti contro pali, segnali in metallo, muretti e guard-raill. Sulle strade del nostro comune vi sono molti di questi ostacoli che vanno rimossi e una cura particolare dovrà essere riposta per i guard-raill. Una ricerca francese ha dimostrato come l’urto contro queste barriere aumenti di 5 volte per i motociclisti il pericolo di morte. Queste barriere infatti sono concepite solo per le automobili, ed occorrerà una forte sensibilizzazione di cui ci faremo promotori a livello sovra-provinciale, affinchè i produttori di tali strutture sviluppino e sperimentino barriere più idonee.
Oltre alla demolizione di muretti, pali e quant’altro di intralcio lungo la viabilità, sperimenteremo in accordo con i vivaisti locali, l’uso di cespugli di rosa multiflora Japonica al posto di guard-raill. Questa soluzione è già stata sperimentata con successo 40 anni fa in Inghilterra (su questo tema in Italia siamo all’anno zero), infatti bastano 3 metri di questi cespugli per conseguire lo stesso contenimento d’urto delle barriere tradizionali e diminuire di 5 volte il pericolo di morte per i motociclisti. Questa soluzione, oltre a presentarsi come un abbellimento viario, ben si concilia con l’immagine e la valorizzazione di un territorio come il nostro, particolarmente vocato al florivivaismo...”