Il Ss. Crocifisso |
di Lorenzo Cristofani
PISTOIA. Prossimamente, giorno
più giorno meno, i pistoiesi potranno riscoprire il fascino della cappella del
Santissimo Crocifisso, restaurata e restituita alla città grazie all’interessamento
della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. L’impegno della Fondazione
risulta pertanto meritevole del massimo apprezzamento e aderisce perfettamente alle
finalità statutarie di utilità sociale
dell’ente.
L’oratorio
sorge nell’orto-giardino dell’ex convento delle monache da Sala, oggi Liceo
Forteguerri-Vannucci, in quello spazio tra corso Gramsci e via Curtatone conosciuto
forse principalmente per il locale Chichibio, che per qualche anno ha dato un
tocco di vivacità alle serate estive di quell’area.
L’
immobile è di proprietà comunale, come anche tutto lo spazio dell’antico orto
giardino, compreso l’ex cimitero delle monache, facilmente distinguibile per la
pavimentazione lapidea. Sono stati anche piantati dei cipressi, donati dalla
Fondazione Giorgio Tesi Onlus, che rendono senza ombra di dubbio ancora più
accogliente e regale tutto il contesto.
La
ricchezza senza pari del luogo, con la grazia rococò degli interni della
cappella e il verde circostante, fa immediatamente pensare al patrimonio
illustre – e troppo spesso dimenticato – che racchiude la città e di cui l’oratorio non
è che un singolo episodio.
Viene allora
da pensare che forse varrebbe proprio la pena che in primavera, anziché i Dialoghi sull’uomo, l’uomo (quello pistoiese e così tanto ‘particolare’) dialogasse su come immaginare e vivere
tutti quei monumenti di cui è fatta la sua città – ma non solo, anche la
montagna, come non ricorda il conservatorio Santa Caterina di San Marcello?
L’uomo
pistoiese dovrebbe cioè dialogare e riflettere perché il futuro è di chi se lo
sa immaginare – e anche di chi ha
memoria storica. Su questo fronte Pistoia deve però ritrovare l’orgoglio e l’importanza
che merita nel panorama europeo e nazionale. Un’importanza storicamente
manifesta, al punto che la Flavia
Pisturia batteva – c’è ancora Via della Zecca, presso piazza Garibaldi, a
testimoniarlo, non c’entrano certo i pidocchi – una propria moneta, il Tremisse aureo, il Tremisse che ha dato
il nome a quel pregevolissimo quadrimestrale della Cassa di Risparmio che di
recente ha chiuso i battenti nella generale indifferenza. Solo il prof.
Petracchi ha ricordato l’avventura di questa rivista, pensata nel ’76 come espressione di
identità locale e cassa di risonanza delle principali esperienze economiche e
artistiche, locali e nazionali.
Il futuro
è di chi se lo sa immaginare ma è anche e soprattutto di chi ha risorse da
investire.
E meno
male allora che esistono le Fondazioni bancarie, che contribuiscono alla tutela
del patrimonio artistico, alla crescita culturale cittadina sviluppando
infrastrutture fisiche e sociali. Meno male davvero che esistono le Fondazioni:
quale migliore realtà per favorire il recupero del patrimonio monumentale
cittadino inutilizzato – le pietre con cui è
costruita la nostra casa comune – inserendolo in un investimento duraturo nel
tempo e rispondente a problemi ed esigenze della moderna compagine sociale ?
L’attuale
crisi economica – scoppiata nel 2008 coi mutui marci subprime, spalmati su tutto il sistema finanziario – è diventata sistemica,
e su questo concordano tutti gli analisti, ergo non sarà più nulla come
prima. La società dovrà in altre parole rispondere con forme nuove – il social business di Yunus di cui Pistoia è
city servirà a tal proposito? – allo spostamento del
baricentro economico mondiale a Est e in generale ai mutamenti sullo scacchiere
internazionale. Anche le Fondazioni si troveranno necessariamente a dover far
la propria parte, a livello locale, valutando bene – aiutate eventualmente
da un dibattito pubblico – cosa è prioritario
finanziarie e cosa invece non lo è. Cosa è utile e strategico sostenere e cosa
no.
Nonostante
qualcUno possa anche dire basta
calcinacci, è ovvio ed evidente che la restituzione ai pistoiesi degli spazi, dei luoghi e dei contenitori oggi vuoti che hanno segnato la storia della città, il dibattito permanente sulla loro valorizzazione e
funzionalizzazione rispetto a servizi e bisogni moderni costituiscono uno dei
criteri di direzione al quale la Fondazione/le Fondazioni dovranno riferirsi.
Buon
lavoro dunque alla Fondazione e ai vari stakeholders
cittadini: che l’oratorio del Ss. Crocifisso sia soltanto l’inizio!
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Venerdì 2 novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]
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