domenica 8 luglio 2012

HIJOS DE PUTA


Stamani inizio con un argomento leggero e divertente – ma tutt’altro che poco serio.
Mi imbatto in Test di paternità, è boom tra gli italiani (vedi) e mi torna in mente il buon Platone che, in tutta la sua vecchiezza, aveva già considerato il problema: diceva, in sintesi, che siamo tutti figli di re, anche perché re, prìncipi e potenti, avevano, nella nostra ancestralità, gioco facile con le femmine da cui siamo, ramo per ramo, discesi anche noi. Noi che parliamo, noi che discutiamo dei massimi sistemi, noi che insegnamo come si vive agli altri, ma che – direbbe Montale – altro non siamo che elementi viventi di una ghiacciata solitudine di morti.

Leggo. Ma già sapevo di questa possibilità, perché da anni, in America, si era scoperto che le infedeltà arrivavano a soglie anche superiori. Intorno perfino al 30%.
Dunque siamo molto più parenti di quanto possiamo pensare: e se un test del dna dovesse essere fatto, dovrebbero farlo quelli che si sposano, soprattutto per evitare di scoprirsi, strada facendo, imbarazzantemente, fratelli nel senso proprio del termine.
O forse l’espressione di fratellanza voleva, da sempre, alludere a questo potenziale pasticcio di corna, che deve comunque essersi verificato a partire dalla preistoria endogamica e che è giunto fino alla storia esogamica?
Con un 20% di hijos de puta in circolazione, anche l’Italia ha acceso un mutuo: quello del ‘quinto dello stipendio’ sulle sue famigliole felici e sorridenti da Mulino Bianco. E, va detto, non è che l’inizio: perché chissà quanti connazionali potrebbero sorprendersi, se tutto il popolo si sottoponesse a un imbarazzante test della verità.
Eppure – io credo – non sta qui il problema, nei figli di quella ‘cessione del quinto dello stipendio’.
Ci sono, in circolazione, italiani molto più pericolosi e uomini molto più dolorosi nella nostra storia, che non quelli, ingenui e innocenti (tenerissimi, direi, come cuccioli abbandonati), perché concepiti da un padre e da una madre irregolari. Soprattutto di cervello.
Penso a tutti coloro che muovono le leve della politica e del potere: specie se buona politica e specie se buon potere, di quello che si ammanta del titolo di legalitario. Insomma: santi, navigatori, poeti, educatori, uomini normali e rappresentanti della fede, tutti taumaturghi a nostro esclusivo vantaggio; tutti disinteressatamente al nostro esclusivo servizio.
Ci penso e – come si dice – mi cadono le braccia.
L’esercito di costoro – un’alluvione, una marea, un oceano addirittura –... pur non appartenendo affatto alla categoria del 20% degli italiani hijos de puta di cui stiamo parlando, non sono, in verità, dei grandissimi figli di puttana?
Edoardo Bianchini
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[Domenica 8 luglio 2012 - © Quarrata/news 2012]

2 commenti:

  1. C'è quel bel pensiero spettinato di Stanislaw Lec:

    "La politica : corsa di cavalli di Troia"

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  2. Da incrociare magari con l'altro:

    "Tutti vogliono il vostro bene. Non fatevelo portar via."

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